Come vi abbiamo raccontato qualche giorno fa, la scorsa settimana Apple ha eliminato da App Store la popolare applicazione chiamata AppGratis. I motivi, in realtà, erano abbastanza chiari (condivisibili o meno), ma dopo due giorni di silenzio sulla questione Tim Cook è intervenuto per dare le proprie giustificazioni.
Secondo Apple, l’applicazione AppGratis veniva utilizzata come strumento di marketing per aumentare la visibilità di giochi e applicazioni prodotte dai clienti di AppGratis, e ciò in violazione delle linee guida di App Store, in particolare della clausola ormai famigerata contrassegnata con il numero “2.25” . Questa clausola relativamente recente, vieta agli sviluppatori di rilasciare applicazioni che visualizzano app diverse dalla propria e che servono per promuovere l’ acquisto di altre in maniera simile a quella utilizzata dalla stessa Apple.
Ci chiediamo allora, perché AppGratis sì e le altre no? In App Store esistono altre applicazioni che, in modo del tutto simile ad AppGratis, promuovono altre applicazioni. Ci riferiamo alle altrettanto note “FreeAppADay” e “AppODay” che sono ancora disponibili su App Store. Una spiegazione, portata avanti da PocketGamer.biz è che AppGratis aveva semplicemente ottenuto troppo successo per essere ancora ignorata da Apple. Questa teoria potrebbe essere confermata dai dati, dato che al momento della sua rimozione, AppGratis era tre volte più grande rispetto ai suoi rivali.
Ma c’è di più dietro le motivazioni della eliminazione di AppGratis da App Store. Apple ha anche confermato a AllThingsD che AppGratis app violava anche la clausola 5.6 delle sue linee di sviluppo che non permette agli sviluppatori di utilizzare notifiche push per inviare pubblicità, promozioni, o vendita diretta di alcun tipo. Ancora una volta, però, PocketGamer.biz sostiene che sono molte altre le applicazioni che violano tale clausola.