Alcuni giorni fa vi abbiamo parlato di un gruppo di hacker che è riuscito a bypassare il sensore Touch ID, utilizzando una fotografia ad alta risoluzione di un impronta. Il team ha ora pubblicato un nuovo video, nel quale spiega nei dettagli come si può ottenere un risultato di questo tipo.
Il processo di emulazione delle impronte digitali scovato dal gruppo di hacker Chaos Computer Club è stato replicato dall’esperto di sicurezza Marc Rogers, ma tutti sono d’accordo nel dire che il consumatore medio non ha nulla di cui preoccuparsi.
Come si vede dal video, il CCC utilizza un’impronta digitale ricreata tramite un complicato processo a più fasi necessario per rendere utilizzabile una copia dell’impronta originale. Secondo Starbug, il processo richiede circa 30 ore di lavoro, ma in generale il processo per bypassare il Touch ID non è così complesso per gli esperti del settore.
L’hacking del Touch ID richiede quindi del tempo e delle apparecchiature non certo rare, ma che comunque costano qualche migliaio di dollari. Per questo, l’utente medio non deve preoccuparsi, perchè l’hack del sensore su iPhone 5s richiede una combinazione di competenze, ricerca, investimenti e pazienza che non tutti i “criminali” informatici hanno. Inoltre, è sempre necessario il calco di una delle nostra dita, altrimenti è impossibile creare un modello funzionante. Bisogna quindi posare il dito su un apposito nastro, fotografarlo in HD, modificarlo, stamparlo su una pellicola trasparente, digitalizzarlo e stamparlo tramite stampante laser. E non è detto che il tutto funzioni correttamente.
In pratica, quindi, questo hack è più accademico che pericoloso. E’ da romanzo del crimine, non da vita di tutti i giorni. Insomma, i consumatori possono dormire sonni tranquilli.