In questi giorni le notizie si susseguono incessanti e discordanti tra loro. Tra chi dice che l’iPhone arriva con tim con o senza UMTS. La notizia di oggi riportata sul sito del quotidiano “La Repubblica” fa ben sperare per la versione UMTS in uscita quest’estate in Italia con esclusiva di alcuni mesi con TIM.
L’articolo analizza il successo di Apple di vendere questo cellulare in modo così masiccio senza sapere all’inizio se avrebbe avuto successo o fatto solo un buco nell’acqua.
La cosa più importante però è la politica di vendita in italia. Difatti sembra che l’attuale politica che Jobs stia facnedo con gli altri operatori non verrà proposta anche in italia. In parole povere si tratterà di un accordo con Telecom Italia che non si baserà sulla ‘revenue sharing’: niente più percentuali sul traffico ma un prezzo di vendita più alto. E non di poco. Inoltre non sarà un accordo di esclusiva con Telecom Italia, ma un vantaggio di alcuni mesi accordato al gruppo di Franco Bernabè. Un vantaggio che è già nei fatti: il sistema Telecom è già in sostanza pronto ad accogliere nella sua rete, tecnologica e di vendita, l’iPhone.
Quali ragioni hanno allora spinto Jobs ad abbandonare la vecchia strategia della ‘revenue sharing’?
La spiegazione è nel fatto che questa formula non può reggere ancora a lungo.
Il mercato sta cambiando. La telefonia mobile mondiale si sta muovendo rapidamente verso Internet. Vuol dire che la parte ricca del business dei telefonini non sarà più la voce, che avrà costi sempre più bassi, ma il traffico dati. E anche qui, non tanto un prodotto ‘basicò come il semplice flusso di bit, ma servizi avanzati a pagamento. Il sistema dei ricavi della telefonia mobile tra qualche anno sarà diviso in tre parti. Da una parte dei costi fissi mensili per voce e connessione semplice. Sono soldi che vanno direttamente agli operatori per il solo fatto di dare accesso alla propria rete ad un utente, ed è una quota che tende a scendere ulteriormente. Poi ci sono i soldi che gli utenti pagheranno per avere servizi premium. Esempio tipico: la musica. Si scaricheranno file musicali a pagamento. Ma si compreranno anche news, video, servizi nuovi come tutti i tipi possibili di controlli a distanza via cellulare e così via. E questa fetta di ricavi andrà ai proprietari dei servizi.
Contrastare Nokia ed Androrid
Un altro fattore che fa capire il cambio di politica è il fatto che Apple deve contrastare il più possibile i rivali maggiori, ovvero Nokia che si appresta a presentare nuovi modelli Touch e Google con il suo progetto Android.
I browser sono la vera nuova frontiera di questo mercato. Non a caso è qui che sta lavorando la stessa Google, con Android. Per Jobs improvvisamente si è fatto chiaro che il nuovo obiettivo primario a cui puntare non è vendere pochi iPhone al maggior prezzo possibile (tra vendita e percentuali sul traffico) ma diffondere il più possibile il suo Safari. Incidentalmente vendendo anche molti più terminali, grazie alla rinuncia alle esclusive.
Fonte LaRepubblica | Via Apple Italia