Nessuno dimenticherà mai Marty MacFly, interpretato da un grandissimo Michael J.Fox, che nella trilogia di Ritorno al Futuro trovò il successo della vita. E nessuno dimenticherà mai la mitica Delorean grigia che, agli occhi di noi bambini anni ’80 era un vero e proprio sogno ad occhi aperti. Era il 1985, molti di voi non erano nemmeno nati, altri erano piccolissimi, e altri, come me, erano dei bambini già tecnologici con la casa invasa dalle cartucce del Commodore Vic 20, dello Spectrum e dalle piste Hot Wheels e Polistil. E sognavamo tutti di viaggiare nel tempo come il protagonista.
Mio dio quanto tempo è passato. Se ci fermiamo un istante a guardare indietro sarà come percorrere un’autostrada di ricordi contromano e scontrarsi con tutti i nostri sogni irrealizzati, i nostri errori ormai commessi, le nostre scelte ormai fatte, i momenti tristi e sfortunati, ma anche tutte le cose meravigliose che ci sono capitate, gli amori che ci hanno fatto crescere in fretta, i posti stupendi che abbiamo visto, gli amici che abbiamo incontrato e che non perderemo mai, e, perchè no, tutti i nostri piccoli oggetti tecnologici con cui siamo diventati grandi che, dalle prime Walkie Talkie con cui ci sentivamo dei piccoli agenti segreti, ci hanno portato fino ai piccoli computer touchscreen di oggi, come l’iPhone, l’iPad e tutti gli altri.
E’ proprio vero, ognuno di noi ha il suo modo così unico di essere malinconico, di rimpiangere episodi passati in cui avremmo voluto che le cose andassero diversamente, alcuni restano segnati per sempre da avvenimenti più o meno positivi, altri riescono a correggere in corsa gli sbagli passati e a trarne più insegnamento che rammarico. Insomma nella vita di tutti i giorni ci sono due categorie di persone: i sognatori nostalgici, che vivono di ricordi, paragonando sempre il presente a cose già successe, e coloro che invece vivono al massimo il presente, godendosi ogni momento e apprezzando appieno tutte le esperienze che la vita gli regala, lasciando i ricordi in un piccolo angolo remoto, da non visitare mai. Eppure, almeno una volta, è capitato a tutti di pensare a come sarebbe poter chiudere gli occhi e….PUFF….ritrovarsi in un istante lontano del passato, magari di fronte alla biondina con gli occhi azzurri che non siamo riusciti a salutare quel giorno di tanto tempo fa, sentendoci dei perfetti idioti, e perdendo, magari per sempre, la possibilità di conoscerla. O magari a come sarebbe bello poter tornare indietro, ogni tanto, per rivivere gli stessi momenti in modo diverso, facendo la scelta opposta.
Certo, quanti paradossi ci sarebbero oggi però, ci pensate? La persona che oggi amiamo chissà dove sarebbe, gli amici dei mitici viaggi on the road non avrebbero avuto noi al loro fianco durante quelle indimenticabili giornate d’estate, ci ritroveremmo magari tutti con un BlackBerry in mano a criticare tutti i lettori di un blog come il nostro, e non avremmo comprato un iPhone, quel giorno in America, a Londra, o chissà dove.
In fondo però alla fine siamo tutti convinti che se ora siamo ciò che siamo è anche grazie e soprattutto al destino. Il destino, quella sottile linea immaginaria che ci guida, inesorabilmente, per tutta la nostra vita. E’ curioso rendersi conto di come mentre viviamo non percepiamo affatto la sua presenza, perchè in effetti siamo noi a scegliere il nostro presente. Soltanto dopo, quando le cose avvengono e ci troviamo a guardare indietro ci diamo sempre la stessa risposta: ” Beh….se è andata così sarà stato destino..”. Quante volte vi è capitato? A me tantissime.
Tutto questo per dire che la vita va comunque vissuta da noi, perchè tanto il destino, se davvero esiste, è solo relativo al passato, e non al presente. Non sappiamo, oggi, qual’è il nostro. E allora viviamo sapendo di poter aprire tutte le porte che ci capitano davanti, e di poter entrare in ognuna di loro, scegliendo la nostra strada.
Questo lungo prologo, (caspita quanto mi perdo nelle parole e nelle metafore e vi chiedo scusa) per parlare dell’argomento della riflessione di oggi: IL VIAGGIO NEL TEMPO, appunto.
Come ormai sapete, mi piace, a volte, partire da un argomento di fondo, magari collegato soltanto appena appena con gli argomenti del nostro blog, per creare un momento di riflessione comune, che unisce tutti. Il nostro piccolo tentativo di staccare la spina dai soliti articoli della giornata, dai commenti, dalle critiche e dalle discussioni.
Mi trovavo in macchina qualche giorno fa, e ho sentito una pubblicità il cui slogan recitava più o meno così: ” Tra 100 anni i tuoi nipoti lontani torneranno indietro per conoscerti, invecchia col sorriso grazie a C………..”. Frase semplice, banale, ma profondamente efficace. Pensateci, magari nel 2100, quando tutti noi ormai saremo morti da anni, ci saranno i nostri trisnipoti che saranno ragazzi, come molti di voi oggi, e le tecnologie che ci sono ora saranno preistoria. Non esisteranno più i computer come li conosciamo oggi, non ci saranno più carte di credito o soldi di carta, non telefoneremo più usando le reti telefoniche odierne.
Tutto sarà profondamente diverso, più interattivo, immediato, personalizzato, e coinvolgerà i nostri sensi al 100%. Immagino chip sottopelle per pagare il conto, o lenti a contatto dotate di fotocamera con le quali basterà strizzare l’occhio per scattare foto o girare video in chissà quale definizione e quale formato. Arriveranno le tanto osannate macchine volanti, il traffico in cielo, il decollo verticale da casa nostra, i vestiti autoasciuganti, le videochiamate in olografia e chissà quale altra diavoleria. E, secondo gli scienziati di oggi, si arriverà anche alla realizzazione del sogno più antico: IL VIAGGIO NEL TEMPO.
Senza entrare nel turbine delle teorie di oggi ( buchi neri, teletrasporto, dilatazione del tempo…ecc.) , ancora così lontane e imprecise rispetto a quelle che saranno le scoperte del futuro, proviamo invece a immaginare a come sarebbe il verificarsi del cosiddetto “paradosso del nonno”, in cui se tra 100 anni, appunto, un nostro lontano nipote si presentasse di fronte a noi, potrebbe dare il via ad eventi a dir poco disastrosi. Ricordate Marty nel secondo film, quando andando avanti e indietro nel tempo è causa di una serie spaventosa di paradossi, in cui lui stesso rischia di non vedere mai la luce? Beh, quello era un film, ma se mai lo spostamento fisico di un corpo nel tempo diventerà realtà, lo scenario che si prospetterebbe sarebbe esattamente quello.
Eppure, sarebbe bello, anche solo con il pensiero, immaginare un incontro simile. Noi, ragazzi di oggi convinti che la tecnologia odierna sia già arrivata a livelli impensabili, che incontriamo un ragazzo del futuro, che si guarda intorno pensando di trovarsi nella preistoria. Avvolto da questi pensieri, l’altra sera in macchina, ho guardato il mio iPhone e ho sorriso di gioia e un velo di malinconia, pensando a quando, qualche giorno fa, mi trovavo con mio padre, guardando una partita in tv: il mio iPhone che squilla, e io che gli dico “Rispondi tu per favore?”. Inutile dire che lo squillo del telefono e la mia richiesta di rispondere sono state riconosciute da lui come un azione normalissima a cui è abituato. Ma prendendolo in mano mentre squillava mi guarda e mi fa: ” Si ma come rispondo su sto coso?”, e io quasi senza pensarci gli dico: ” Fai uno slide e rispondi!”, ma un attimo dopo mi sono reso conto di quanto incomprensibili siano certe nostre parole e abitudini, a persone un pò più grandi di noi che, con la tecnologia, ci convivono ma senza abbracciarla fino in fondo.
E allora ho pensato a quanto sarebbe curioso incontrare i nostri eredi futuri, e mostrargli un oggetto “antiquato” come l’iPhone, semplice pezzo di plastica e metallo, dotato di un antichissimo touchscreen capacitivo dove le dita umane toccano lo schermo, sporcandolo, riempiendolo di ditate, e magari togliendogli ricezione. Sorriderebbe come sorridiamo noi oggi quando i nostri nonni fanno ancora i solitari con le carte o chiamano il cellulare ” apparecchio”.
Il tempo cambia tutto, comprese le persone. E’ allora facile prevedere che pian piano, le tecnologie di oggi diventeranno obsolete e ci si dovrà abituare all’ennesima rivoluzione, che modificherà di netto, le nostre azioni quotidiane. Oggi il nostro iPhone 4 ci sembra l’espressione perfetta di come vogliamo che sia, ora, uno smartphone. Ma domani, ritrovandolo in un cassetto (io dal 3GS in poi ho deciso di non venderne più nemmeno uno e di conservarli) ci farà uno strano effetto tenerlo in mano, mentre il futuro iPhone Generation 10th sarà magari di chissà quale materiale ultrafino, sarà ripieghevole su se stesso fino a diventare una gomma Brooklyn e avrà chissà quali funzioni.
Ma oggi godiamoci quello che è l’unico VIAGGIO NEL TEMPO possibile, quello del presente, quello che ogni giorno ci fa più grandi, quello a cui nessuno può sottrarsi, anche se a volte vorremmo fermarlo e non crescere più.
Buon viaggio a tutti!