A voi la parola: perchè scegliere un iPhone? Risponde il terzo utente

Alcune settimane fa abbiamo lanciato un’iniziativa unica nel panorama italiano, dando la possibilità a tutti voi utenti di scrivere spiegare perchè scegliere un iPhone e non un altro dispositivo e di vedere gli scritti pubblicati su iPhoneItalia.com. In redazione sono arrivati tantissimi articoli, tutti interessanti e ben scritti, per questo è stata davvero dura scegliere le cinque migliori da pubblicare sul blog. Oggi pubblichiamo il terzo articolo scelto, scritto da Luca.

Siamo tutti coscienti di quanto l’arrivo di iPhone nel “lontano” 2007 abbia rivoluzionato per sempre la concezione di telefono cellulare multifunzione (gergalmente smartphone). E’ importante inoltre accorgersi di come, dal 2007 alla attuale fine 2010, iPhone non sia stato rivoluzionato al cambio di ogni modello, ma riesca ad attrarre con la stessa forza dell’inizio ancora tutti tra curiosi e appassionati.

Nel Keynote del 2007, Steve Jobs diceva di essere 5 anni più avanti della concorrenza e in effetti questo dimostra quanto non abbia servito stravolgere eccessivamente software e hardware dello smartphone Apple, ma aggiungendo soltanto quel poco per restare al passo dei tempi e ottimizzare ancora di più l’esperienza utente. Dopo questo preludio, già si trae un aspetto positivo di iPhone: si svaluta e invecchia meno velocemente di ogni altro dispositivo consumer.

In questa recensione non sono proprio propenso a descrivere gli aspetti meramente tecnici, in quanto confonderebbero quello che iPhone è davvero: una concezione, più che un dispositivo.
Questo per il semplice fatto che a livello “hardware” non cambia nulla da tutti gli altri: è dotato di un processore, RAM, memoria flash integrata, fotocamera più o meno definita, uno schermo capacitivo full-touch e tutto quello che serve per farlo funzionare.

Ma cosa iPhone lo contraddistingue nell’enorme mercato dei dispositivi mobili? Come è di consueto, Apple alla presentazione delle proprie invenzioni esterna limitatamente le specifiche hardware, perché in linea di massima sono tarate dalla stessa società come ritiene opportuna per il contesto per il quale sono inventati, indi per cui al cliente medio “non dovrebbe interessare” dettagli tecnici che risulterebbero soltanto devianti. Questo fa in modo di “distrarre” il cliente positivamente, facendolo incanalare più sul COME il cliente gestisce i suoi dati, piuttosto che sulla QUANTITA’ che può contenere. Su questo tema, è sempre stato alzato un polverone: Apple fa immergere la propria clientela in un mondo interamente controllato dalla stessa società, fa credere che tutto sia bello e speciale quando invece molte delle novità di iPhone sono già state previste da modelli di altri costruttori (Bluethooth? Copia incolla? Multitasking? Videochiamata? MMS?), ma nessuno riesce a vederne la “reinventazione” più che la vera e mera novità.

Apple vuole stupire, Apple vuole il controllo non per controllare il mondo come potrebbe sembrare, ma perché SOLTANTO COSì si può limitare la frammentazione, la stabilità del software e si mantiene ordine, in un mondo tecnologico fatto di mille invenzioni, ma tutte slegate tra loro, portando confusione e poca praticità e portando soltanto soldi ai rispettivi produttori. Della serie: un capo ci vuole, per forza. Ma chiaramente non un capo su tutto. La concorrenza esiste, ma a quanto pare Apple rimane “un caso a sé”.

Proprio su questo, il potenziale cliente della mela, in particolare per iPhone e iPad, deve quindi superare un “ostacolo” morale: convivere con le scelte e le relative motivazioni di Apple, provare con mano i prodotti e vedere se le sue esigenze sono soddisfatte. Apple non obbliga nessuno, si è guadagnata la fiducia del cliente semplicemente soddisfacendolo e non mettendo sul piatto fotocamere ultra-definite con un software testato sulle mani degli utenti (ad un’azienda Finlandese fischino le orecchie).

La soddisfazione del cliente la si ottiene, oltre che avendo almeno un minimo di idea sul mercato della tecnologia, immettendosi sui bisogni e sulle richieste quotidiane di ognuno di noi; su questo, grazie al visionario Jobs, Apple è maga: tutto ciò che è un’idea, viene materializzata, levigando ogni minimo aspetto, dall’apparenza effettiva dell’apparecchio alla capacità di semplificare al massimo ogni passaggio che l’utente deve “affrontare”. D’altronde, la tecnologia è fatta apposta per semplificare la vita di ognuno di noi, non di certo per farci spendere tempo a leggere e capire manuali: la vera “invenzione” è che è l’apparecchio ad adattarsi a noi, non il contrario. La gente ama le cose semplici e solo queste sono destinate a non sparire mai e a rimanere nella memoria delle persone, perché appunto non richiedono o in maniera minimale sforzo alla nostra mente.

E’ altresì vero che ad un cliente a cui piace la personalizzazione o una libertà digitale generica anche a costo di compromettere stabilità e prestazioni, la via dei prodotti Apple è da evitare, per la quale potrebbe sfogare il proprio disappunto su un numero elevato di circostanze (impossibilità di variare temi o applicare sfondi dovunque, widget, tweak e plugin vari vietati, impossibilità di download di files dal browser, scambio di dati da bluethooth o wifi…), anche se ognuna di queste scelte hanno un motivo prettamente rivolto alla conservazione della sicurezza e delle performances del device.

In conclusione, paragonare iPhone ad un Android, RIM o Symbian, risulta difficilissimo: la filosofia di Apple è troppo distante da quella degli altri “concorrenti”: deve in pratica piacere la filosofia, prima dei prodotti stessi, i quali rispecchiano pedissequamente il pensiero della società senza mai contraddirsi.

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