Dopo l’apprezzata iniziativa “Perchè scegliere un iPhone?“, unica nel panorama italiano, iPhoneItalia vuole ora proporvi una serie di articoli attraverso i quali tutti gli autori del blog racconteranno, in maniera puntuale e dettagliata, quale è stato il nostro primo approccio con il mondo Apple e, nello specifico, con l’iPhone. Il nuovo appuntamento, intitolato Perchè abbiamo scelto un iPhone? Risponde la redazione!, verrà proposto occasionalmente e vi racconteremo, volta dopo volta, quali motivazioni ci hanno spinto ad acquistare un iPhone e quali sono state le nostre prime impressioni dopo aver finalmente potuto toccare con mano questo fantastico prodotto. L’autore di oggi è Gigi Calabrò. Non ci resta che augurarvi una buona e piacevole lettura.
Ed eccomi qui. In questo freddo pomeriggio di fine 2010, con i riscaldamenti accesi da ore, si è creata l’atmosfera giusta per raccontarvi una piccola storia, la mia e di come un patito di Pc e Nokia sia potuto diventare un super appassionato di Mac e iPhone, tanto da riuscire a farne un bellissimo hobby/lavoro.
Forse molti di voi già lo sanno visto che più volte, nelle mie lunghissime riflessioni, l’ho accennato, ma io mi reputo l’utente iPhone per antonomasia. Infatti ho avuto la fortuna di averlo tra le mani fin da subito, da quel magico 29 giugno 2007 a New York quando sono stato tra i pochi fortunati a riuscire a prenderlo.
Ricordo come fosse adesso la fila interminabile sulla Fifth Avenue e il dubbio e la paura che sarebbero finiti ancor prima di arrivare nei pressi del meraviglioso cubo Apple che ormai da quasi 10 anni se ne sta lì, di fronte allo storico Hotel Plaza e all’entrata sud-est del Central Park.
Naturalmente non era l’unico problema: fin da subito ci era giunta voce che ai turisti stranieri l’iPhone non sarebbe stato venduto e che era necessaria la cittadinanza americana per procedere all’acquisto. Ma secondo voi due romani a New York in mezzo a una bolgia di ragazzi in fila per il dispositivo del decennio avrebbero potuto farsi intimorire da questo? Naturalmente no. E allora cominciammo a chiedere a tutti, soprattutto a qualche bella ragazza sorridente, domandando a ripetizione ” Excuse me could you buy an iPhone for me if I give you extra money for the disturb?” (= Scusami potresti comprare un iPhone per me se ti do una mancia per il disturbo oltre ai soldi per il telefono? ) . Insomma eravamo determinatissimi e non saremmo mai andati via a mani vuote.
Di ragazze carine e sorridenti ne trovammo eccome, ma purtroppo non sarebbe bastato: oltre alla cittadinanza americana, per acquistare un iPhone era necessario sottoscrivere un abbonamento biennale con il gestore AT&T e, ovviamente, nemmeno la più disponibile delle “SMILING GIRLS” avrebbe potuto accontentarci.
Dopo quasi 8 ore di coda eravamo ormai delusi e rassegnati ad abbandonare “l’impresa” , ma la fortuna aiuta gli audaci: un ragazzo ebreo dietro di noi parlava un pò d’italiano e ci propose “l’affare del secolo” ==> lui avrebbe comprato due iPhone per noi (contratti AT&T inclusi) e noi glieli avremmo pagati molto profumatamente. Volete sapere quanto? Andate avanti nella lettura.
La coda fu interminabile e quella che ho fatto a Londra 6 mesi fa era nulla al confronto. Ma nonostante la stanchezza e il dubbio sulla buona riuscita del piano “all’italiana” fu un’esperienza assolutamente unica e indimenticabile: un mare di persone di tutte le età in fila per qualcosa che quel giorno ci univa tutti in un solo lunghissimo serpentone umano. Chi ascoltava musica, chi stava sdraiato per terra, chi mangiava, chi faceva foto…ecc
E finalmente arrivò il nostro turno: con il nostro “amico affarista” entrammo nell’Apple Store più famoso al mondo e ne uscimmo con due stupendi iPhone 2G da 8Gb: prezzo al pubblico 599 dollari. Prezzo ai “fessi” italiani 799 dollari, circa 550 euro dell’epoca. E naturalmente non ho mai rimpianto quella spesa folle.
Perchè ho scelto un iPhone? Bella domanda. Dopo 13 anni di amore profondo per Nokia fu dura per me convincermi del fatto che un telefono prodotto da Apple avrebbe potuto intaccare questo legame. In fondo con Nokia ci sono cresciuto e ho sempre rifiutato di cambiare marca anche quando i miei amici mi facevano vedere questo o quel modello di Samsung con le suonerie polifoniche, o i vari Ericsson colorati che sembravano così alla moda. Se mi avessero chiesto di esprimermi riguardo al mio futuro avrei sicuramente messo tra le certezze della mia vita Nokia. Pensavo davvero che non avrei mai “abbandonato” quell’azienda, Ma non andò così…
Oggi ho ancora un Nokia, ma solo come muletto, che utilizzo solo per lavoro e nemmeno mi accorgo più della sua presenza se non quando squilla. L’iPhone da quel giorno d’estate di 3 anni e mezzo fa si è inserito così perfettamente nelle mie cose di ogni giorno che oggi, a distanza di 42 mesi e 4 modelli cambiati, non potrei davvero più farne a meno. Tirarlo fuori ogni 5 secondi per leggere le mail, inviare memo vocali ai miei amici di commento alle partite, battere il record di questo o quel giochino, leggere le notizie sportive e altre mille cose, tra cui telefonare, sono la mia routine quotidiana che oramai mi appartiene.
E mi appartiene così tanto che a volte, anzi spesso, tiro fuori l’iPhone……scorro le mie 7-8 pagine di applicazioni….torno alla prima….spengo lo schermo e lo rimetto in tasca…. senza aver fatto niente. Quante volte mi capita. E ogni volta penso: “che cosa mi manca?” e mi sorprendo rendendomi conto di quante applicazioni non uso più da mesi ma non oso cancellarle perchè prima o poi possono servire. Eh si, questa e altre 24 azioni le ho già descritte nella mia riflessione ” OGGI COME IERI: Tutto quello che non facciamo più da quando abbiamo un iPhone” e dunque non serve ripeterle.
Quello che invece è importante sottolineare è il modo così naturale, spontaneo, immediato e disarmante con cui l’iPhone e la sua interfaccia multitouch ha saputo vincere su ogni cosa, prima tra tutte l’abitudine, la tradizione e il senso di appartenenza all’azienda di telefonia per eccellenza e cioè Nokia.
L’iPhone 2G segnò un cambiamento radicale nelle mie abitudini tecnologiche. Scoprii quanto è bello personalizzare il proprio melafonino in tutto e per tutto tramite quel misterioso (allora) mondo del Jailbreak, che all’inizio era quasi un argomento taboo di cui parlare solo in silenzio e tra pochi intimi. Ricordo la prima guida allo sblocco, lunga un’eternità, quando anche solo per installare INSTALLER (il predecessore di Cydia) era un’impresa nella quale si avventuravano davvero in pochi. Per non parlare dello sblocco vero e proprio che andava fatto passo passo, prima la parte telefonica, poi quella relativa al traffico dati, a Youtube e infine andava inserita la fantomatica Turbo Sim insieme alla nostra Sim italiana. Insomma un minestrone di cose così abbondante che oggi quasi sorrido quando sento qualcuno che ancora mi chiede “Ma tu sei capace a “craccare” l’iPhone?” pensando che i metodi odierni di sblocco sono così semplici al confronto che anche un bambino riesce a seguirli.
Ma, si sa, quando la gente si convince e si lascia trasportare dalle dicerie è difficile smuoverla. Ed è così che ancora oggi i più si avvicinano al jailbreak con circospezione e timore di fare qualcosa di losco. E spesso rinunciano ancor prima di cominciare.
Ma poco importa: l’iPhone è bello, anzi bellissimo, anche originale. Il jailbreak è solo un “make up” speciale per rendere ancor più speciale un prodotto già fantastico. Proprio come un tramonto sul mare rende meravigliosa una spiaggia già da sogno. Ecco, direi che come esempio possa andare bene.
E così ho visto diventare “vecchio” e “superato” il mio amatissimo iPhone 2G per essere sostituito dal portentoso 3G che sembrava un altro pianeta….Nemmeno il tempo di riempire la nostalgia del 2G ed è arrivato, l’anno dopo, il 3GS. A quel punto già sapevamo tutti che la vita di quel nuovo modello sarebbe durata di nuovo un solo anno, così come oggi sappiamo che il nostro fenomenale iPhone 4 passerà un pò di moda non appena tornerà l’estate…
Di tempo ne è passato da quei giorni a New York e un’altra storia è iniziata grazie a quel bivio. Si perchè proprio grazie all’iPhone e al suo software così performante mi decisi, qualche mese dopo, a comprare il mio primo Mac, il MacBook Bianco, a Los Angeles. E fu un altro storico cambiamento per me, dopo 15 anni di Pc.
Arrivò il Mac Book Pro 15′, il primo iMac da 24′ e poi il 27′ e infine il mitico MacBook Air 2010. Tutti prodotti fantastici che mi hanno fatto e mi fanno rendere conto ogni giorno di quanto sia impossibile tornare a Windows una volta che si è comprato il primo Mac. Proprio come assolutamente improbabile è tornare a comprare uno smartphone che non sia un iPhone.
Le cose cambiano e le abitudini anche. Oggi sono felice di dire grazie al destino che mi ha fatto prendere una strada che mi ha portato sin qui…a scrivere in questo fantastico blog e difficilmente cambierà in futuro. Mac e iPhone saranno a lungo con me…..
Che dire? Il 2011 è alle porte e già so che a fine giugno, quando arriverà il quinto iPhone, io sarò lì, in prima linea come sempre, a fare la fila per averlo al Day One….. E naturalmente voi tutti mi accompagnerete ancora una volta in un’altra bellissima avventura da ricordare…
Grazie iPhone!