Il Film della settimana scelto da iPhoneItalia #5: la recensione di “The Truman Show” [iTunes Movie]

Come ogni settimana torna la rubrica del venerdì con i migliori film dell’ iTunes Movie Store in collaborazione con jtzmovies.it, così da poter dare agli utenti consigli sui titoli da acquistare o noleggaire. Oggi parliamo del film “The Truman Show” del regista australiano Peter Weir, considerata  la pellicola d’autore più costosa di sempre con 80 milioni di budget (incasso mondiale di 264 milioni di dollari di cui 125 negli Stati Uniti) ed esordio in un film drammatico di Jim Carrey, famosissimo fino ad allora come grande mattatore comico ( rotten tomatoes rate 95%, con una media voto di 8,2 su 97 recensioni).

Truman Burbank (Jim Carrey) è un uomo di trent’anni che vive in un’ isola in cui si trova SeaHaven, piccola e tranquilla cittadina della provincia statunitense; è sposato con una bellissima moglie e lavora come impiegato, seguendo le linee del perfetto sogno americano.  Quello che Truman non sa, è che la sua vita è al centro di un reality show che lo ha ripreso fin da quando si trovava nel grembo della madre e che tutto quello che lo circonda è pura finzione; amici, lavoro, moglie, scuola, tutta la città è un set cinematografico (grande quanto una regione degli Stati Uniti) creato ad hoc per il programma più seguito di sempre. Nonostante i tanti stratagemmi trovati dal regista dello show Christoff (Ed Harris), che attraverso traumi infantili riesce a tenere Truman letteralmente Incollato alla sua città natale, Il protagonista sentirà il bisogno di lasciare la quotidianità della piatta vita di Seahaven. Questo lo porterà ad atteggiamenti fuori dai soliti schemi giornalieri che, mettendo in difficoltà la produzione, faranno pian piano cadere l’architettura del più grande reality mai ideato: Il Truman Show. Completamente snobbato dalla critica e dal pubblico italiano quando nel 1998 uscì nelle sale, questa pietra miliare del cinema moderno è stata rivalutata dopo la metà della prima decade del nuovo millennio, a seguito della massiccia introduzione nella nostra televisione di questa nuova forma di intrattenimento, il reality show. Oltre alla feroce critica verso le nuove forme di intrattenimento, e il riferimento ad opere di letteratura moderna di autori come Orwell, Sheckley e P.K. Dick, il film tocca tantissime tematiche, tra cui quella sulla società americana, criticata attraverso il pubblico televisivo, così preso dallo spettacolo da non indignarsi per quello che succede al protagonista, quella della libertà, che si può trovare solo superando le proprie paure e quella religiosa, con un’allegoria laica sul mondo. Proprio in quest’ultimo tema è da ricercare il vero valore aggiunto filosofico-culturale del film. Infatti Truman (tradotto dall’inglese l’uomo vero, reale, materiale) decide di andarsene dal mondo perfetto, in cui non c’è nulla datemere (l’eden) creato da Christoff (Cristo) preferendo il mondo reale, esprimendo un concetto ontologico molto interessante: l’uomo per sua natura non può vivere in un mondo perfetto, preferendo la Terra, luogo di dolori ipocrisie e inganni, condizioni essenziali per riuscire a comprendere la felicità. Questa interpretazione è avvalorata dai tanti riferimenti religiosi sparsi nel film, dal numero 139 della vela (salmo 139 in cui il credente parla del fatto che dio lo conosce perfettamente e ha già scritto il futuro per lui), ai nomi dei personaggi della storia, al discorso finale di Christof che inizia con “Io sono il creatore…”  .

“The Truman Show” è scritto dal Neozelandese Andrew Niccol, autore di sceneggiature geniali ma trasposte in maniera infima dalla sua poca propensione per la regia. Infatti tutte le opere che lui stesso ha sia scritto che diretto  (Gattaca, S1m0n3, Lord of War), partono da una grande idea di base che non riesce ad essere mai ben esplicata attraverso l’uso della settima arte. La regia, dopo la rinuncia iniziale di Cronenberg, fu affidata all’australiano Peter Weir (“L’attimo fuggente”, “Master & Commander”), artista di grande levatura, capace di raccontare come pochi altri registi i mali che affliggono le società.

Il film infatti, oltre a raccontare una storia di altissimo livello, propone scelte registiche che avvalorano l’opera. La scena finale è una di queste: Truman saluta la platea, ormai conscio di essere solo un prodotto televisivo, con la sua solita frase mattutina, ed a seguito dell’interruzione dello show c’è chi si dispera, chi gioisce ma anche chi, cinicamente, guarda la programmazione televisiva, cercando il prossimo intrattenimento, come se il dramma sociale che si è consumato per 30 anni non fosse mai accaduto. Dal punto di vista recitativo i due personaggi su cui ruota la trama sono interpretati divinamente. Ed Harris, nel suo momento di grazia (di li a poco dirigerà e interpreterà “Pollock”, in cui farà vedere la migliore interpretazione della sua carriera), impersonifica il divino, che ama la propria creazione accarezzandola attraverso lo schermo nei momenti difficili, ma punendolo biblicamente quando vede frantumarsi il suo mondo.

L’intensità con cui trasmette le emozioni allo spettatore mettono i brividi, affermandosi come uno dei migliori attori del momento. Jim Carrey, massacrato dalla critica nostrana del tempo, in effetti dovrà aspettare qualche anno (“Se mi lasci ti cancello”) per la sua totale maturità drammatica. Recitando questa parte, non riesce ancora a distaccarsi dalle sue tipiche espressioni comiche, che tanto successo gli hanno fatto avere negli anni ’90, senza dimenticare però che Truman Burbank è un protagonista, anche se inconsapevole, di una trasmissione televisiva e che, forse, lo scopo finale era proprio quello di dare vita ad un personaggio che attirasse la simpatia degli spettatori. Ultima curiosità, tanto per accrescere la visione profetica del film, ci arriva dalla medicina psichiatrica, con una sindrome chiamata The Truman Show Delusion , coniata nel 2008 dai medici Joel e Ian Gold, un tipo di schizofrenia riscontrata in una quarantina di casi, in cui i pazienti credevano di essere al centro di un reality show. Nonostante non sia ancora stata pubblicata (e quindi riconosciuta) ufficialmente dal manuale dell’ordine dei medici americani, sono stati effettuati studi dai migliori centri neurologici dei paesi anglosassoni.

The Truman Show“, film d’essai ma al contempo divertente e scorrevole, è disponibile su iTunes Movie Store al prezzo di 7,99 euro per l’acquisto in formato standard, a 3,99 euro per il noleggio in HD e a 2,99 per il noleggio del formato standard.

Pro: idea geniale, profetico nell’immaginare l’impatto dei realty nella società moderna, affronta tantissime tematiche interessanti.

Contro: ad alcuni Jim Carrey in un ruolo drammatico potrebbe non piacere, alcuni fatti sono irreali.

Voto: 9

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