Considerazioni da AltroConsumo sull’iPhone

Oggi vi riporto un articolo uscito sul sito di AltroConsumo. Si tratta di un articolo interessanto che vale la pena di leggere.

È ormai certo che sotto l’albero di Natale non ci sarà un pacchetto con l’iPhone, l’ultimo portento tecnologico della Apple.

L’apparecchio “all in one” – telefonino, palmare e lettore di musica e video – sbarcherà in Italia, secondo alcuni rumors, nel primo trimestre del 2008.
Lanciato sul mercato americano, dove in tre mesi ne sono stati venduti più di un milione di esemplari, soprattutto tra gli adolescenti (l’82% degli utilizzatori), l’iPhone è già un best seller. Bello e desiderabile lo è di sicuro, ma non mancano le pecche.
Prima fra tutte è il fatto che questo concentrato di tecnologia venga distribuito con un “blocco”, cioè ha un sim lock, una sorta di lucchetto che impedisce al dispositivo di funzionare con un operatore telefonico diverso da quello con cui il colosso di Cupertino ha stretto accordi.
Negli Stati Uniti funziona solo con la rete di AT&T: il blocco dura due anni.
Non mancano i tentativi – riusciti – di togliere i lucchetti e farlo funzionare con altri gestori. Spopola su Youtube il video-denuncia di un ragazzo che prende a morsi il sim lock dell’iPhone. E pare che gli ultimi sforzi della Apple si siano concentrati nella messa a punto di sistemi sempre più potenti ed efficaci nel proteggere il software e l’esclusiva.

In Europa, Apple ha firmato un contratto con O2 (in Gran Bretagna), T-Mobile (Germania) e Orange (Francia).
Per l’Italia si è parlato di una trattativa con Telecom.
Non sono stati ancora resi noti i termini dell’accordo con Orange. I nostri cugini d’Oltralpe hanno una legislazione simile alla nostra sulla vendita di prodotti legati a un servizio. In attesa di capire con quale tipo di abbonamento sarà venduto in Francia, l’Arcep (l’Autorità francese delle comunicazioni) ha dichiarato che “è un diritto del consumatore, sei mesi dopo l’acquisto di un apparecchio, di chiedere all’operatore di “sbloccarlo”. In questo caso il gestore non può opporsi”.

Dal canto nostro, chiediamo che la futura e, a quanto pare, prossima commercializzazione in Italia dell’iPhone avvenga nel pieno rispetto delle leggi nazionali, delle delibere del Garante delle Comunicazioni e dei diritti dei consumatori.

L’Agcom ha infatti sancito che non solo il sim lock non può durare più di 18 mesi ma che, se si vuole vendere un apparecchio bloccato, questo avrà un prezzo molto più basso rispetto al suo prezzo pieno. In altre parole, sì al “blocco” ma solo in cambio di un sussidio sul prezzo, un consistente sconto. Altrimenti il consumatore rinuncerebbe alla propria libertà in cambio di nulla. C’è di più. La legge Bersani ha stabilito che il consumatore, in caso di obbligo contrattuale di un certo numero di anni, ha diritto di recesso in qualunque momento, sottolineando che non è possibile far pagare una penale giustificata dai costi che l’operatore è costretto a sostenere in questi casi.
Esiste poi l’obbligo di vendere un apparecchio, e l’iPhone non dovrà fare eccezione, sia nella versione “bloccata” si in quella “sbloccata”, ovviamente con prezzi differenti. Il livello di guardia è ancora più alto perché Apple detiene il 75% del mercato dei lettori di musica digitale.
Inoltre ha un sistema chiuso a terze parti (che è già sotto indagine in Francia) e di conseguenza comincia a farsi concreto il rischio che possa estendere la sua posizione dominante nel mercato degli apparecchi integrati (lettori di musica-telefonino-smartphone).
Se poi in Italia dà l’esclusiva a un operatore come Tim/Telecom, che è già stato notificato per la sua notevole forza di mercato, potrebbero esserci dei seri pericoli di tipo concorrenziale.

Fonte AltroConsumo

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