Il Film della settimana scelto da iPhoneItalia #7: la recensione di “Sideways” [iTunes Movie]

Come ogni venerdi torna la rubrica  con i migliori film dell’ iTunes Movie Store in collaborazione con jtzmovies.it, così da poter dare agli utenti consigli sui titoli da acquistare o noleggiare. Oggi vi presentiamo il film “Sideways – in viaggio con Jack” del regista americano Alexander Payne, accolto con entusiasmo al Sundance Film Festival del 2004, costato circa 10 milioni dollari (incasso mondiale di 110 milioni di dollari di cui 3 in Italia) ed interpretato da Paul Giamatti, Thomas Haden Church, Virginia Madsen e Sandra Oh (rottentomatoes rate 97%, con una media voto di 8.6/10 su 206 recensioni).

Miles e Jack sono due vecchi amici sulla quarantina ex compagni college, che intraprendono un viaggio di addio al celibato nelle campagne californiane, tra le tantissime aziende vinicole della zona di Santa Ynez Valley, una settimana prima del matrimonio di Jack. Miles (Paul Giamatti) è un uomo nevrotico e depresso costretto a rifugiarsi dietro la bottiglia e lo Xanax per superare la grande delusione avuta dalla prima moglie, suo grande amore, da cui ha divorziato due anni prima. Aspirante scrittore e semplice insegnate delle scuole medie, condividerà l’avventura con il suo grande amico Jack (Thomas Haden Church), attorucolo, agli antipodi di Miles, specializzato nella recitazione fuori campo (una specie di doppiatore e voce di pubblicità), uomo mai cresciuto, che come ogni post adolescente, nonostante l’età, non riesce ancora a capire precisamente quello che vuole, nemmeno se l’imminente matrimonio sia la scelta più giusta.

La settimana si trasformerà in un viaggio introspettivo nelle insoddisfazioni, nelle paure e nei vizi dei personaggi; i due saranno costretti, ognuno a modo suo, ad affrontare in modo brusco e cruento il loro lato negativo, per una completa maturazione interiore. Come per le diverse uve dei migliori Chianti, il film riuscirà a mescolare le gesta a volte divertenti, a volte amare e a volte tristi, dei protagonisti, con parabole sul vino, le tipologie di uva e la viticoltura, arricchendo lo spettatore da molteplici punti di vista. I due opposti personaggi arriveranno alla maturazione attraverso scelte ed atteggiamenti completamente diversi, uno cercando l’amore ed evitando le avventure (Miles), l’altro capendo chi è il suo vero amore attraverso incontri occasionali con l’altro sesso (Jack).  Il film è strutturato come un buon vino al calice, inizialmente lento nella fase di decantazione, man mano crescente con il passare dei minuti sino ad arrivare ad un finale pieno di possibili interpretazioni e stati d’animo. I parallelismi tra questa splendida bevanda e la narrazione non finiscono qui; tutta la storia, dal carattere dei personaggi, alla trama, alle scene più

significative, richiamano chiaramente il nettare degli Dei. Alexander Payne, al suo quarto e per ora ultimo lungometraggio datato 2004, si scopre grande regista capace di descrivere momenti scenici e sentimenti con le sole immagini, senza l’aiuto di voci fuori campo o dialoghi inutili. D’altro canto anche il compianto Robert Altman, che nei suoi film impartiva continuamente lezioni registiche, denigrava le citate forme descrittive, definendo incapaci quei direttori che nascondevano la propria incompetenza affidandosi al narratore esterno. In molte scene, soprattutto in quella finale, capiremo infatti lo svolgimento della storia attraverso piccoli gesti o inquadrature significative, per un gradimento finale da parte dello spettatore (almeno di quello che guarda specificatamente a queste cose) veramente superlativo. Ma la grandezza del film non si ferma alla fantastica trasposizione del copione dalla carta stampata alla pellicola (il film è basato sull’omonimo romanzo del 2004 di Rex Pickett) e quindi alla geniale idea del parallelismo vino-narrazione o alla bravura del regista, il cast infatti è composto nel migliore dei modi possibili, con attori poco

famosi o agli albori della notorietà. Paul Giamatti viene catapultato nel ruolo di un depresso cronico, introverso e timido che probabilmente (visti i giudizi dati dai giornalisti italiani che lo hanno intervistato) risulta essere il suo carattere nella vita di tutti i giorni. Thomas Church, addirittura, al momento della scritturazione nel ruolo di Jack, si ritrovava nella stessa situazione professionale del personaggio di Sideways, lavorando fuori schermo per pubblicità televisiva e per diverse radio, calzando infatti a pennello la macchietta dell’attore poco famoso. Un’altra attrice che è riuscita a spiccare il volo dopo questo film è Sandra Oh, che da lì a poco riuscirà ad ottenere una parte nel telefilm Grey’s Anatomy interpretando la Dottoressa Yang, uno dei personaggi preferiti dal pubblico, per non parlare dell’altra attrice femminile, quella Victoria Madsen che ha ricevuto una nomination agli Oscar per la sua interpretazione. Se proprio vogliamo trovare un grande difetto di Sideways, possiamo puntare il dito sulla fotografia, in cui Phedon Papamichael , che potenzialmente aveva a disposizione infinite possibilità, essendo il film una sorta di Road Movie in

una delle zone più affascinanti d’America, non trasmette assolutamente allo spettatore quelle sensazioni  fantastiche che un vigneto può comunicare, non sforzandosi nemmeno a descrivere le aziende agricole in cui la storia fa tappa ma  limitandosi a piccoli scorci in cui la bellezza di questi luoghi è assolutamente decentrata rispetto al campo di ripresa. Questo film indipendente ha ottenuto un successo planetario inaspettato, aggiudicandosi premi a tutte le più importanti manifestazioni cinematografiche, tra cui 1 Oscar alla miglior Sceneggiatura non originale (5 nominations), 2 Golden Globe, 1 BAFTA, 6 Independent Spirit Awards e 3 Satellite Awards, incassando la bellezza di 110 milioni di dollari in tutto il mondo, a dispetto di una spesa di appena 10 milioni. Esistono svariate curiosità riguardo questo film, ma la più incredibile è quella legata alla capacità di essere riuscito a plasmare e condizionare il mercato del vino mondiale:  in un dialogo tra Miles e Maya, il primo dichiara di amare i vini prodotti da uve di Pinot Nero, attraverso un discorso che lega filosoficamente Uva e Vita, riuscendo a far incrementare le vendite mondiali di Vini prodotti con i grappoli di Pinot Nero del 20%. Durante tutto il film invece, il protagonista dice a chiare lettere di odiare i vini prodotti da uve di Merlot, le quali ebbero un crollo importante a seguito dell’uscita del film, e pensare che la bottiglia più pregiata che dichiara di avere Miles (Château Cheval Blanc del 1961 ) nella sua collezione, è proprio prodotta principalmente con uve Merlot…  Per concludere questo film che ha cambiato le sorti dei vinicoltori statunitensi , è bello, delicato, emozionante e riflessivo, non tralasciando la parte ironica, con scene che vi rimarranno impresse ed a cui penserete, sorridendo,  ogni volta che vedrete un vigneto nei paraggi.

Sideways è un film che tutti gli amanti del vino dovrebbero vedere, anche se di sicuro piacerà a chiunque ami il buon cinema. L’ultimo film di Alexander Payne è disponibile su iTunes Movie Store a 9,99 euro per l’acquisto in versione standard, 3,99 per il noleggio nella versione HD e a 2,99 euro per il noleggio nel formato standard.

Pro: attori bravissimi, imperdibile per gli amanti dei vini, probabilmente il film è migliore del libro.

Contro: nelle fasi iniziali risulta molto lento, la fotografia lascia molto a desiderare, Paul Giamatti per quanto bravissimo crea un perfetto doppione tra Miles e Barney (de “La Versione di Barney”).

Voto: 8

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