DeckMake Fantasy: carte da scartare… – La recensione di iPhoneItalia

DeckMake Fantasy è un piccolo RPG con un sistema di combattimenti basato sulla composizione strategica di mazzi di carte, che vengono usati in un combattimento a turni con il nemico. Ma nonostante una grafica molto “kawai” e un’ottima qualità tecnica, DeckMake Fantasy lascia il giocatore a terra proprio sul punto più dolente: la giocabilità.

Lo ammetto: da brava nerd, ho passato una buona parte della mia adolescenza ad arrovellarmi sui mazzi di Magic: The Gathering. In realtà non ci giocavo spesso, ma passavo buna parte del mio tempo libero ad elaborare complicatissime strategie su nuovi mazzi e nuove carte. Quindi appena è comparso all’orizzonte un titolo che mischiava elementi RPG con combattimenti tramite carte da gioco non me lo sono lasciato scappare.

DeckMake Fantasy si presenta molto bene: la grafica è curata, colorata e divertente, con personaggi ed ambienti non troppo originali ma molto ben fatti. I problemi arrivano quando si inizia a giocare. Dopo un breve tutorial e qualche piccola quest, eccoci alle prese con le meccaniche del gioco. Le carte per formare il nostro mazzo si possono acquisire soltanto nei negozi specializzati, o tramite alcun personaggi: non si possono vendere, scambiare o ottenere dai mostri (e questo limita fortemente la varietà di carte, soprattutto nei primi momenti di gioco). Una volta composto il mazzo si può andare alla gilda per trovare dei lavori nei dintorni della città: sarà la ragazza incaricata a spiegarci anche, con un diluvio di parole, quali sono al nostro livello.

In realtà tutto in DeckMake Fantasy è incredibilmente ripetitivo. I mostri sono di pochissimi tipi diversi: nella prima regione ce ne sono solo 5: Goblin, Hobgoblin, Arpie, Non-Morti e Vermi giganti. Gli ambienti sono solo 3: Foresta, Tempio in rovina, Caverna. Le città sono tutte uguali, hanno un negozio e una gilda, gestite sempre dagli stessi personaggi (ma almeno le carte in vendita cambiano, leggermente!). La mappa è enorme, divisa in quadranti: ma questi quadranti sono più o meno tutti uguali, contengono alcuni ambienti e al centro una città, identica a quella descritta.

Le operazioni sono sempre le stesse: si va alla gilda, si capisce che mostri ci sono in giro, si va nell’ambiente scelto ad affrontarli. Perfino queste operazioni sono rese ridondanti da una forte ripetitività: prima di iniziare uno scontro occorre fare una serie interminabile di avanti indietro e di conferme, (Vuoi uscire dalla città? Vuoi andare nella foresta? Vuoi cercare un nemico? Sei sicuro? Vuoi affrontare il nemico in combattimento? etc.) che rendono estremamente tediosa anche l’perazione più semplice.

L’avanzamento della storia è più o meno nullo: voi siete un giovane DeckMaster pischiello, in cerca di fortuna nel grande mondo cattivo. Per trovarla dovrete sgominare decine e decine di goblin, dozzine di arpie e parecchi vermi giganti. E poi otterrete un lascia passare per procedere ad una seconda mappa… più o meno identica alla prima!

I combattimenti in sè e per se non sono male: si scegli che carta usare contro l’avversario, in funzione delle sue caratteristiche e delle sue difese. Peccato solo che le carte a disposizione non sia moltissime, e che la strategia di gioco sia a dir poco basilare (e non solo per gli elucubratissimi standard di Magic). C’è una certa componente di casualità, certo, ma più che pescare le carte e giocarle non si fa.

Dopo si e no un paio d’ore di gioco si è appena iniziata a scalfire la superficie… ma si è già mortalmente annoiati. E il rischio di giocare per troppo tempo è quasi annullato. Ottenere denaro per comprare nuove carte richiede moltissimi scontri, tremendamente ripetitivi: DeckMake Fantasy sembra interamente basato sul puro grinding. E non essendo un titolo di azione, non è esattamente un successo.

Sebbene si tratti di una produzione ad un livello decisamente buono, DeckMake Fantasy tradisce un po’ tutte le aspettative. E’ un gioco lentissimo, incredibilmente ripetitivo, che obbliga il giocatore ad un estenuante grinding tra ridondanti paesaggi e mostri clonati su se stessi. Forse i fan dei giochi di carte potranno farci qualche partita, ma tutti gli altri farebbero bene ad andare avanti a giocare al solitario di Windows. Che almeno non costa 2,39 €

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