SMS, una specie in via di estinzione?

160 caratteri, un SMS. 160 caratteri che hanno fatto la storia della telefonia (e non solo) degli ultimi anni, tanto da cambiare il modo di comunicare e di scrivere al solo scopo di abbreviare le parole e farle rientrare in un singolo messaggio… perchè un messaggio in più costa! Ed ecco i “TVB”, i “cmq”, i “xche” e le tante  altre abbreviazioni che hanno contraddistinto un’intera generazione di giovani e meno giovani che degli SMS hanno fatto il loro pane quotidiano. Presto, però, potrebbe iniziare la parabola discendente degli SMS, che tra qualche anno probabilmente ricorderemo solo come un lontano ricordo di gioventù.

La prima volta che si parlò di crisi degli SMS fu qualche anno fa, quando arrivò il primo boom degli smartphone e degli abbonamenti flat internet  sui telefonini: le email sul cellulare, si diceva, uccideranno gli SMS. Ma così non fu: i giovani hanno sempre visto le email come qualcosa da “grandi” e anche i “grandi” hanno continuato a preferire gli SMS per scrivere messaggi veloci agli amici, al familiare, al partner, anche perchè l’email in molti casi, non sempre, va “scaricata”, mentre l’SMS arriva subito e senza dover fare nulla. E così questi SMS sono sopravvissuti e, anzi, hanno aumentato la loro popolarità: sono arrivate le emoticon, gli operatori hanno puntato tantissimo sulle offerte per i messaggi di testo e sempre più SMS venivano (e vengono) spediti ogni giorno.

Ma ora, forse, le cose cambieranno. La prima è stata RIM, che tempo fa, con una nuova funzione, ha consentito a tutti i possessori di BlackBerry di poter comunicare gratuitamente tramite messaggi da inviare in rete che avevano l’aspetto di veri e propri SMS. Ma il BlackBerry era troppo circoscritto alla cerchia degli uomini d’affari e nessuno ha mai creduto che tale funzione potesse superare gli SMS, malgrado fosse intuitiva e veloce da utilizzare.

Poi è arrivato l’iPhone e con lui diverse applicazioni che consentono di inviare messaggi di testo, con annesse foto, video e addirittura localizzazione, in modo del tutto gratuito semplicemente con una connessione internet attiva. Il simbolo di queste applicazioni è WhatsApp, che al prezzo di 0,79€ consente di inviare e ricevere messaggi tra utenti iPhone, Android, Blackberry e Symbian: si apre l’app, l’elenco dei contatti si aggiorna automaticamente ogni qual volta un utente scarica l’app e si inviano il messaggio, la foto e/o il video. Bello, semplice, veloce. Ma WhatsApp costa e WhatsApp deve essere installato sul dispositivo, altrimenti non te ne fai nulla.

Infine, da qualche settimana è arrivato iMessage di Apple, funzione che sarà utilizzabile da tutti i possessori di iPhone, iPod Touch e iPad a partire dal prossimo autunno quando uscirà ufficialmente iOS 5. A parte qualche funzione leggermente diversa, iMessage è simile a Messenger di RIM, ma ha nel suo arco una freccia non da poco: lo strabiliante successo di iPhone e iPad a livello planetario, tanto che ad oggi i possessori di iDevice sono milioni in più rispetto a chi possiede un BlackBerry e soprattutto coprono diverse fasce di età (dai giovanissimi ai più anziani) e di estrazione sociale (RIM per il 90% viene usato dai soli business men).

Inoltre, iMessage non è un’applicazione a parte, non richiede registrazione, non ha bisogno di configurazioni ma, semplicemente, utilizza la stessa app degli SMS: se l’altro utente ha un iDevice allora il messaggio non si paga perchè inviato con iMessage e puoi anche allegarci un video o una foto. Altrimenti, invii un normale SMS. E’ tutto talmente integrato che l’utente difficilmente ci fa caso (ma Apple lo informa con apposite scritte “iMessage” e “Messaggio” a seconda del tipo di invio che è attivo in quel momento). Insomma, iMessage sostituisce in tutto e per tutto gli SMS. E sulla scia di iMessage, anche Google pare interessata a creare una funzione simile per Android.

Esperienza personale: su 10 amici, 5 hanno l’iPhone, ragazza compresa. Con iOS 5 invierò gratuitamente messaggi alla metà dei miei amici e non pagherò un solo centesimo. Stesso discorso dicasi per ragazza/fidanzato/amante, che di solito sono i destinatari più frequenti degli SMS: se ha un iPhone/iPod Touch/iPad, zero costi. Ma solo se internet è attivo, in WiFi o in 3G.

Allora gli SMS che fine faranno? Negli USA sono già in netto calo da mesi e lo saranno ancor di più con l’uscita di iOS 5, dato che lì la connessione internet è disponibile ovunque e 8 persone su 10 hanno un piano flat sul proprio iDevice. Insomma, negli Stati Uniti si può dire che entro 2 anni gli SMS non saranno scomparsi, ma sicuramente saranno in via di estinzione.

E in Italia? Qui il discorso è diverso e tutto dipenderà dalla disponibilità di reti WiFi libere e dal numero di abbonamenti flat che verranno abilitati nei prossimi mesi. Gli operatori offrono tariffe sempre più agevolate per gli abbonamenti o per attivare internet su scheda prepagata e la nuova legge italiana dovrebbe fa aumentare il numero di hotspot wireless in circolazione, quindi in futuro potrebbe ripetersi lo scenario che già da ora vediamo negli Stati Uniti. In ogni caso, tra WhatsApp che funziona con praticamente il 90% degli smartphone in giro per il mondo e il nuovo iMessagge, gli SMS avranno anche da noi vita dura, anche se hanno ancora la pelle troppo forte per morire…

Io, intanto, li utilizzo sempre più raramente.

P.s.: Voglio terminare con una provocazione. In un mondo “ideale”, dove tutti possiedono un iPhone, tutti hanno un internet sul cellulare e le reti WiFi abbondano, vita natural durante nessuno dovrebbe più pagare un centesimo agli operatori per inviare messaggi di testo e multimediali (iMessage) e non si pagherebbero più le classiche telefonate, semplicemente utilizzando app come Skype, Viber o Fring. Spesa ammortizzata, più comunicazione.

 

 

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