“Alice in Labyrinth”: la recensione di iPhoneItalia di un titolo davvero particolare

è da poco presente su AppStore “Alice in Labyrinth”, un particolarissimo gioco ispirato alla celebre opera di Lewis Carroll.

è davvero incredibile, nel giro di 15 giorni sono stati pubblicati su AppStore ben tre titoli ispiratissimi e degni di menzione, se non altro per quanto riguarda le “buone intenzioni” e idee originali dei programmatori. Il primo due settimane fa è stato l’ottimo “Wisp: Eira’s Tale” (che trovate recensito qui), la settimana scora è stato il turno di “Tiny Lights”, un potenziale nuovo “Sword & Sworcery, che però fallisce totalmente a causa dell’incapacità dei programmatori di sviluppare a dovere le numerose ottime idee (qui trovate la nostra recensione) e  ora ecco arrivare “Alice in Labyrinth”, titolo ispiratissimo e ricco d’atmosfera, che soffre però di pesanti limiti e difetti di gameplay. è davvero difficile recensire titoli di questo tipo, perchè sebbene il desiderio di premiare l’inventiva e l’originalità dei programmatori sia sempre presente, un gioco non può (e non deve) mai essere valutato a prescindere dal gameplay.

La storia riprende personaggi e (alcune) ambientazioni della celebre opera di Lewis Carrol e narra le avventure di Alice, alla disperata ricerca di un modo per risvegliarsi dal suo sogno/incubo, che la vede condannata a morte dalla perfida Regina di Cuori. Il titolo in questione è sostanzialmente un ibrido tra un escape game e un adventure game, con atmosfere non molto dissimili da quelle di un Survival Horror.

Potete trovare “Alice in Labyrinth” su AppStore, al prezzo di 1,59 Euro cliccando qui.

Il comparto grafico di “Alice in Labyrinth” non è perfetto in senso assoluto, ma è perfettamente funzionale allo stile di gioco. Le texture di alcuni ambienti non sono infatti dettagliatissime (anzi alcune son proprio scarse), ma la resa globale è ottima e la grandissima atmosfera del gioco permea ogni pixel. Il titolo in questione è interamente poligonale, e presenta il contrasto tra tinte seppia del mondo reale e della protagonista, con i colori sgargianti e brillanti delle creature (e dei luoghi, come ad esempio il labirinto di rose) oniriche. Le ambientazioni cupe e alcuni personaggi inquietanti rendono l’atmosfera di “Alice in Labyrinth”, non troppo diversa da quella di un survival horror (sebbene le somiglianze si fermino qui).

Il comparto sonoro è davvero deludente e riesce nella difficile impresa di annullare parte dell’ottimo lavoro svolto dal comparto grafico, per quanto riguarda la capacità di immergere il giocatore nell’atmosfera di gioco. La nostra avventura è infatti accompagnata da un tema musicale piuttosto anonimo, che non è assolutamente adatto all’atmosfera che la grafica riesce a ricreare. Davvero una scelta inspiegabile, che riesce in parte a rovinare l’aspetto più convincente di questo particolare gioco.

Nel complesso ci troviamo quindi di fronte ad un comparto tecnico con alti e bassi, che non presenta alcuna coerenza tra grafica e sonoro. Peccato davvero.

La struttura di gioco prevede l’esplorazione della casa all’interno della quale Alice si è addormentata, al fine di trovare un modo per risvegliare la nostra eroina prima che venga uccisa dalla Regina di Cuori. Durante l’esplorazione Alice verra braccata dai soldati della perfida regina, che la inseguiranno e aggrediranno: per eliminare gli appiccicosi nemici, una volta che ci avranno attaccato dovremo scrollare l’iPhone. Sporadicamente troveremo una corona, che per un periodo limitato di tempo ci permetterà di non suscitare l’ostilità dei numerosissimi soldati che popolano la maledetta casa.

Durante l’esplorazione (che ci vedrà alla ricerca di numerose chiavi) potremo di tanto in tanto utilizzare una pozione in grado di rimpicciolirci per un limitato periodo di tempo. Le nostre ridotte dimensioni ci permetteranno di entrare in luoghi altrimenti inaccessibili (come ad esempio tane di topo e via discorrendo…) e di risolvere così numerosi enigmi. La controindicazione della sopracitata pozione è, oltra all’appena menzionata durata limitata, anche l’effetto “veleno” che ha su di noi. Ogni istante in cui la pozione avrà effetto su di noi, corrisponderà a punti vita sottratti dalla nostra barra (o meglio dal nostro cuore).

Per ripristinare i nostri punti vita, dovremo raccogliere i numerosi cuori disseminati nella casa, oppure sconfiggere i nemici che ci attaccheranno. Veniamo ora (purtroppo) alle note dolenti: la telecamera. In primis la scelta (a mio modo di vedere assurda) di non utilizzare la visuale landscape: è un gioco basato sull’esplorazione, la visuale adottata è molto limitante in tal senso e non permette di avere una visione chiara e completa dell’area che stiamo esplorando. Non so se sia stata scelta questa visuale per incrementare il senso di angoscia e claustrofobia, so però che di sicuro non è una visuale molto adatta ad un gioco che ha come principale elemento del gameplay l’esplorazione.

Potremo ruotare (in maniera limitatissima) la telecamera pizzicando il display, ma il tutto risulta piuttosto scomodo e in ogni caso si può effettuare tale movimento unicamente quando il nostro personaggio è fermo: rendendolo di fatto abbastanza inutile in quanto, i momenti in cui servirebbe spostare l’inquadratura a piacimento, sono quelli in cui stiamo fuggendo dai nemici e dobbiam decidere in che direzione andare. Capita spesso di girare un angolo stretto e ritrovarsi davanti una videata che ritrae unicamente il muro davanti a noi e non il nostro personaggio, con ovvie e sgradevoli conseguenze.

I comandi sono abbastanza imprecisi e rispondono con un leggerissimo ritardo. Caratteristica questa abbastanza ininfluente quando Alice è in condizioni normali, ma alquanto problematica nei momenti in cui la nostra eroina è rimpicciolita dalla pozione, in quanto a volte risulta abbastanza difficile imbeccare un passaggio particolarmente stretto.

Una nota invece estremamente positiva è il fatto che il gioco risulti fluido e privo di cali del framerate, anche sui dispositivi meno recenti (ho testato personalmente “Alice in Labyrinth” su iPhone 3G, senza mai riconstrare un solo rallentamento ne crash). La longevità è accettabile ed è nella media dei giochi di questo tipo (quindi comunque non molto elevata), diciamo che per il prezzo a cui il titolo in questione viene venduto, qualche oretta in più non avrebbe guastato.

Concludendo reputo il titolo in questione una grande occasione mancata: ottime idee di base, ottima ed ispirata realizzazione estetica, personaggi e storia sempre vincente avrebbero meritato di essere accompagnati da una giocabilità anni luce superiore a quella che purtroppo contraddistingue questo gioco. Un grosso rammarico, perchè capita davvero di rado di trovare un titolo di tale personalità e stile (in special modo su iOS). La mia speranza è che i programmatori aggiornino il gioco, introducendo un sistema di controllo migliore e una visuale più ragionevole. Mi rendo però perfettamente conto che la cosa equivarrebbe a dover riprogrammare tutto il gioco e pertanto è alquanto improbabile che ciò accada. Nonostante tutto non mi sono assolutamente pentito di aver acquistato “Alice in Labyrinth”, forse perchè i giochi di grande stile, atmosfera e originalità, esercitano sempre su di me un fascino particolare e irresistibile.

Non mi sento di consigliare il titolo in questione a tutti, in quanto i difetti evidenziati sono comunque oggettivi e abbastanza fastidiosi, ma sono più che sicuro che vedendo il video presente alla fine della recensione, più di un utente si innamorerà della grande atmosfera che questa nuova rivisistazione di un intramontabile classico, sa trasmettere. Consigliato ai fan dell’opera di Lewis Carroll e a tutti coloro che vogliono provare un gioco di grande atmosfera (consapevoli però del fatto che si ritroveranno tra le mani un titolo dalla giocabilità scarsa).

VOTO: 3/5

Potete trovare “Alice in Labyrinth” su AppStore, al prezzo di 1,59 Euro cliccando qui.

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