Nielsen ha pubblicato il grafico ufficiale che riassume la spartizione reale del mercato USA. Nulla di sostanzialmente nuovo rispetto la prima posizione del software Android e del fatto che Apple è il primo costruttore mondiale di telefoni computerizzati. I dati lasciano comunque spazio a qualche approfondimento.
Il primo punto che osservano gli analisti è la relazione tra produttori hardware e software con quelli solamente software. L’analogia riporta infatti agli anni 90, quando quella gara dei computer fu vinta proprio da Microsoft contro la Mela che invece produceva anche l’intero hardware. Ma col senno di poi, sappiamo benissimo quanto quella battaglia persa sia stata rivinta oggi con tutti gli interessi del caso. Se poi si aggiungono RIM e HP, il risultato è che i produttori-sviluppatori raggiungo la quota del 50% totale. Insomma non si può affatto sostenere se sia meglio fare l’uno o l’altro nel mercato dei telefonini con processore. Con una differenza importante però: Apple con il suo 28% del mercato conquista la fetta più grossa dei guadagni (oltre il 60%). Un particolare non da poco se si aggiunge anche che RIM, in crisi ormai da anni e senza sostanziali novità da più di un anno, mantiene una quota equivalente della stessa HTC (20%). Non pare quindi esserci un vantaggio evidente per chi adotta un software aperto e plasmabile quanto si voglia.
Aggiungiamo che Apple, Rim, Motorola e HP rappresentano il 61% del mercato, ovvero il Nord America vince rispetto all’Asia (30%). La quale è di fatto l’unico concorrente mondiale agli americani, anche se la tecnologia software è al 98% made in USA. Insomma in Asia si eseguono molto bene lavori su commissione, ma sono obbligati a parlare l’americano (non l’inglese).
La stessa HTC pare non viaggiare in buone acque, perché se oggi paga solo 5$ a Microsoft per ogni telefono venduto con Android, di sicuro dovrà pagarne molti di più ad Apple per i brevetti che ha utilizzato impropriamente. Infatti la quota di 5$ verso Redmond è un prezzo di favore in vista di eventuali accordi per montare Windows Phone 7 sui telefoni made in Taiwan, prezzo che non può invece pattuire con Apple, non avendo nessun futuro business da condividere insieme. Questo dazio da pagare a Cupertino potrebbe compromettere proprio il margine reale di guadagno su ogni telefono venduto da HTC.
La povera Europa, mercato numero uno al mondo, è rappresentata ormai dalla sola Nokia, spettro che si aggira nel vecchio continente senza meta certa. I finlandesi hanno un mercato di appena il 2% del totale, nella speranza di riuscire a riprendersi il prossimo anno con l’arrivo dei telefoni Nokia con sistema WP7 di Microsoft. Staremo a vedere, anche se è praticamente certo che anche i coreani installeranno WP7 su alcuni loro modelli (e non saranno i soli). Insomma Nokia non ha strappato un’esclusiva a Microsoft.
RIM è in coma quanto Nokia, eppure detiene ancora la quota del 20%, seconda insieme a HTC, quota tale da farla rimanere ancora in posizione importante per impostare un qualche possibile recupero nel futuro quasi immediato. Un coma quindi molto diverso da quello dei concorrenti europei. La differenza fra coma reversibile e irreversibile è chiara a tutti. Speriamo non sia il caso degli europei.
Android vale zero nella somma dei produttori hardware. Proprio come Microsoft 20 anni fa. E proprio come l’azienda di “Billy the Kid Gates”, sta vincendo la corsa di oggi. Anche se in quella corsa partecipano molti corridori senza essere i veri partecipanti della corsa stessa. Insomma gli smartphone che fanno concorrenza all’iPhone sono molto meno della quota fenomenale del 39%.
Motorola con l’11% totale sorpassa Samsung di 1 punto percentuale, fatto molto interessante proprio per la storia di Motorola e per la forza del gigante coreano, neo numero uno mondiale di telefoni cellulari.
Poi va detto che HTC, Samsung e gli altri che adottano il sistema di Google sono in guerra commerciale tra di loro, senza esclusioni di colpi. Android è quindi in una posizione più difficile rispetto a quella di Microsoft degli anni ’90. Android rischia di diventare il motore più potente del mercato senza avere la macchina migliore. E’ quasi come correre un gran premio di F1 con una macchina diversa ad ogni gara: non si vincerebbe mai !
E l’analogia con Microsoft non promette così bene per il futuro di Android. Ne riparleremo fra 20 anni.
Fonte: Nielsen, Zdnet