Google e Motorola: come cambia lo scenario? Ecco la nostra riflessione

Non sono passati molti giorni da quando si discuteva con voi di concorrenza nel campo degli smartphone e dei loro sistemi operativi, quand’ecco la notizia che, come si dice, spariglia le carte: Google si è comprata Motorola (o meglio Motorola Mobility, che è quella che si occupa di telefoni e tablet). E d’un colpo lo scenario si modifica drasticamente, sconvolgendo del tutto il futuro di questo settore rispetto a come ce lo eravamo immaginati fino a pochi giorni fa.

Partiamo da un presupposto: Google ha speso la bellezza di 12,5 miliardi di dollari per questa acquisizione. Basta pensare al numero di zeri presenti in questa cifra per rendersi conto che non può essere uno dei tanti acquisti che in Google sono soliti fare delle piccole e medie startup che sorgono in Silicon Valley.
No, qui siamo di fronte a qualcosa che è stato considerato di importanza strategica dai vertici di Mountain View; una spesa di questo genere ha senso solo in due casi: il primo è un suicidio finanziario (decisamente improbabile) ed il secondo è un cambiamento rivoluzionario. E allora questa rivoluzione dove sta? Beh, intanto è lampante che Google vuole buttarsi con molto più impegno (e denari) nel mercato della telefonia mobile, ma questo non è rivoluzionario, per dirla tutta non è nemmeno questa gran novità. La rivoluzione sta altrove ed è piuttosto semplice: Android di fatto cessa (o cesserà) di essere un sistema operativo Open Source e diventa un sistema operativo proprietario. Per capirci potremmo invertire i protagonisti e immaginare che sia stata Motorola a comprarsi Android; è logicamente errato ma rende lampante la conclusione a cui siamo giunti.

Proprio come Apple anche Google ha deciso di non accontentarsi più di avere il software ma è entrata alla grande nel mondo dell’hardware. E ora, davvero c’è qualcuno che pensa che LG o Samsung possano continuare a fare affidamento su Android per i loro devices? Ed allo stesso modo, davvero ci sembra ragionevole che Google spenda risorse per sviluppare un sistema operativo per “altri” produttori di hardware quando ha già l’hardware di Motorola? A noi sembra quantomeno improbabile.

Piuttosto pensiamo che l’annuncio dell’acquisizione abbia avuto due effetti diametralmente opposti: da un lato i grandi produttori di hardware, per lo più asiatici come i già citati samsung e LG, che immaginiamo rovesciare tavoli e imprecare contro Google che di fatto sembra avere tutta l’intenzione di abbandonarli; dall’altro vediamo Microsoft esultante (lo immaginate vero, Steve Ballmer che salta come un folle, agitando le braccia e lanciando gridolini?! n.d.r); e aggiungiamo esultante a ragione, perché a consolare questi grandi produttori abbandonati da Google (fuor di metafora: a fornire loro il sistema operativo che dovrà sostituire Android) ci penserà proprio la casa di Redmond.

Ecco, questo è lo scenario che immaginiamo noi: ad Apple e RIM, che già si fanno sia l’hardware che il software, si affianca anche Google; e Android diverrà per forza di cose un OS proprietario (formalmente o no poco conta). Tutti gli altri, salvo certi outsider come HP, purtroppo per loro poco significanti, si dovranno organizzare per montare un nuovo sistema operativo. E chi meglio di Microsoft può rispondere a questa esigenza? Chi meglio di Microsoft che è nata proprio facendo questo e che da sempre produce sistemi operativi e li distribuisce quasi senza porsi il problema delle macchine su cui verranno montati?

Certo, noi non siamo economisti né analisti finanziari; siamo degli osservatori -o meglio- degli osservatori appassionati e dal nostro punto di vista questa è la più probabile delle situazioni che ci possiamo aspettare in futuro.
Adesso però, come sempre, fateci conoscere anche le vostre riflessioni al riguardo.

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