Big Sticky è un platform pieno di potenziale: racconta la storia più vecchia di sempre, ma lo fa con un certo brio e sebbene la grafica e la meccanica siano semplici, non mancano di un certo fascino. Sticky è un principe-ranocchio viola, un po’ malandato in seguito a una triste vicenda a base di principesse di ogni tipo e cattivi che vogliono dominare il mondo (al solito): Sticky non può camminare e si sposta solo oscillando grazie alla propria lingua, all’interno di castelli irti di ostacoli.
Se le premesse sono quelle tipiche di ogni platform, lo svolgimento regala alcune novità decisamente interessanti, e le serve accompagnate da una grafica abbastanza semplicistica, ma non sgradevole. I mondi sono abbastanza ripetitivi, nella loro presentazione, così come la musica, che dopo pochi minuti diventa tassativo spegnere: il gioco pare aver incanalato tutto il proprio estro grafico nella realizzazione delle principesse, che sono qualcosa di davvero originale (e a volte addirittura inquietante).
All’inizio di ogni livello abbiamo una breve anteprima dello schema: bisogna attraverso da sinistra a destra, fino ad arrivare alla porta chiusa dietro cui si nasconde la principessa. Per farlo occorre arpionare una superficie liscia e orizzontale con la lingua, toccandola, per poi oscillare appesi: rilasciando il dito, Sticky volerà in base alla propria traiettoria di oscillazione, e ci vuole un buon tempismo per arpionare una nuova superficie senza precipitare o andare a sbattere contro spuntoni o altri ostacoli.
Alla fine di ogni livello Sticky libera una donzella: peccato che lui non sappia che farsene di una principessa a caso, perché sta cercando la SUA. Che ovviamente è in fondo al gioco: avete presente il classico “… ma la tua principessa è in un altro castello!”? Ecco, proprio quello che succede qui. Solo che nei vari castelli ci troveremo di fronte delle fanciulle davvero allucinanti: alcune normali, altre carine… altre ancora mostruose. Abbondano leprincipesse ibride con testa di animale. Quelle alate. Ne abiao davvero per tutti i gusti, insomma. L’idea é originale, come tutte le idee alla base di Big Sticky… Ma lo svolgimento non é sempre all’altezza.
La meccanica del gioco, per esempio, é semplice e coinvolgente, ma danneggiata da un motore fisico di discutibile precisione: la lingua di Sticky ci metterà spesso nei guai. Non solo oscilla in maniera assolutamente irrealistica, ma si allunga e si accorcia seguendo dei criteri che non sempre sono facilmente comprensibili. Questo porta a dei controlli decisamente imprecisi e imprevedibili: concludere un livello non é solo questione di abilità e ci vuole sempre anche un pizzico di fortuna.
In ogni livello, come obbiettivo secondario, sono presenti anche tre rose, che si devono raccogliere per completare il quadro con il massimo del punteggio. Prenderle tutte richiede spesso manovre e percorsi piú complessi di quello base che si deve seguire per concludere il quadro arrivando alla porta. Anche il tempo di percorrenza dello schema incide sulla nostra valutazione, e la presenza di questi parametri aggiunge un certo grado di longevità al gioco… oltre ai 51 livelli già presenti, ovviamente.
Big Sticky è un gioco che prova con tutte le sue forze a prendere un cliché e renderlo originale: ci riesce, ma finisce per trascurare il proprio gameplay… ed è un peccato, perché si tratta di un titolo davvero particolare. L’ironia e la grazia della sua presentazione meritano davvero e se i controlli non sempre perfetti non vi sembrano un ostacolo insormontabile potreste aver trovato un platform un po’ più originale del solito.
Big Sticky è disponibile su App Store a 0,79 €