Che la grafica in stile retro di questo gioco vada a suonare i tasti del mio cuore è un fatto noto anche alle pietre: mi accingo a recensire ogni titolo in stile retro con un senso del dovere quasi liturgico. Eppure ho esitato prima di provare The Last Rocket: perchè i puzzle sono un genere per cui ho poca attitudine e ancora meno esigenza, che su App Store risulta decisamente inflazionato.
The Last Rocket però è differente. E il merito non è solo della sua grafica intrigante e retrò, che in qualche modo riesce a rendere simpatico, personale e tenero anche un pezzo di latta arancione. The Last Rocket somiglia un po’ a VVVVVV, è innegabile, ma non abbastanza da non meritarsi uno spazio tutto suo sui nostri iPhone.
Lo scopo di ogni schema è far arrivare il razzo che da titolo al gioco ad una porta, collezionando nel frattempo gli ingranaggi disseminati in giro. Farlo non è semplicissimo perchè i nostro razzo è abbastanza goffo: “cammina” spostandosi lateralmente con uno swipe e vola da una parete all’altra con un tocco. La possibilità di controllarlo in volo, in realtà è limitata e potremo al massimo invertirne la rotta: quando il razzo decolla va avanti a volare fino a quando non incontra una superficie di appoggio. Inoltre l’ambiente è a gravita zero, e quindi i movimenti avvengono con le stesse modalità in tutte le direzioni.
Lo schema è interamente visibile sullo schermo del proprio dispositivo ed il percorso del razzo va accuratamente pianificato, prima della partenza, in modo da tenere conto degli ostacoli che si incontrano: spuntoni di vari tipo, correnti magnetiche che deviano la traiettoria de razzo, piattaforme mobili di vari tipo. E se la strategia è fondamentale, non è comunque tutto: quasi sempre una certa dose di abilità e di velocità sono necessarie, e non mancano schemi un po’ “platform” dove The Last Rocket sembra più un gioco d’azione che non un puzzle.
Nella varietà delle soluzioni possibili e del gameplay risiede parte del fascino d questo titolo: ogni schema di gioco obbliga il giocatore ad un particolare tipo di riflessione, e segue uno schema a se stante.
La difficoltà aumenta progressivamente: i primi livelli fungono un po’ da tutorial, per prendere confidenza con le dinamiche e i controlli del gioco, ma presto ci si trova ad avere a che fare con situazioni decisamente più impegnative… La curva di apprendimento è ripida anche se non frustrante. Le difficoltà aumentano progressivamente, e se all’inizio è tutta una questione di strategia, presto il tempismo diventa essenziale e non mancano nemmeno fasi “esplorative” dove si devono scoprire sezioni nascoste e si devono individuare i meccanismo di controllo di ogni differente livello. Quello che rende tutto decisamente più complicato è il fatto di non poter mai tornare indietro per rigiocare gli schemi precedenti: certo, le vite a disposizione sono infinite, ma se si conclude un livello, senza recuperare tutti gli ingranaggi questi sono persi in maniera definitiva. E la fine del gioco cambierà a seconda del numero di pezzi che siamo stati in grado di recuperare. Questa difficoltà non è altro, in un certo senso, che un ulteriore omaggio al look retro del titolo, ma è innegabile che renda The Last Rocket un titolo più adatto ai giocatori un po’ più smaliziati.
Per quanti fossero in cerca di un puzzle game originale e impegnativo, The Last Rocket è senza dubbio il titolo perfetto. La sua presentazione è curatissima e accattivante, con una grafica semplice che nonostante il limitato numero dei pixel coinvolti riesce a rende simpatiche anche le goffe animazioni di questo tenerissimo razzo. La sua giocabilità è ottima grazie ad un level design davvero ineccepibile e ben congeniato. Insomma, per gli amanti dei puzzle è davvero un titolo da non perdere.
The Last Tocket è un’applicazione universale disponibile su App Store a 2,39 €