Dopo Black Pegasus pensavamo di aver visto tutto per quel che concerne il mondo degli FPS su iOS. Pensavamo di aver visto e toccato il massimo. Pensavamo, ma ci sbagliavamo, perché Gameloft ha appena sfornato l’ennesimo capitolo della serie degno di un vero e proprio FPS con la “effe” maiuscola. Mano al caricatore, sguardo fisso sul nemico e nervi saldi. Diamo uno sguardo alla nuova guerra tattile.
Partiamo, come al solito, con la descrizione della trama e dello scenario che fa da sottofondo alle avventure di questo Modern Combat 3: Fallen Nation. Un’organizzazione militare, composta da soldati rinnegati dalle armate dei propri paesi che si fanno chiamare KPR attacca Los Angeles. L’esercito americano, senza batter ciglio inizia un vero e proprio contrattacco affidandosi ad uno dei suoi uomini migliori: il Caporale James Walker. La squadra di cui faremo parte, denominata Anvil-1, è incaricata di raccogliere informazioni critiche dalle rovine del quartier generale della NSA. Le informazioni raccolte ci porteranno inevitabilmente nel territorio occupato dai nemici, per lo più mercenari e terroristi senza scrupolo. Gli avvenimenti di questo ultimo Modern Combat 3: Fallent Nation si situano, cronologicamente, dopo alcuni anni rispetto a quelli di Modern Combat 2: Black Pegasus.
La trama ha certamente il “suo perché” all’interno di un’avventura del genere, ma sono ben altre le caratteristiche che interessano davvero quando si scende sul campo di battaglia. Partiamo da quella che, senza essere la principale in un videogioco, stupisce al primo impatto: la grafica! Pazzesca, non abbiamo assolutamente nulla da obiettare. Modern Combat 3: Fallen Nation prende quanto di buono, da questo punto di vista, aveva fatto notare il predecessore e lo migliora, senza mezza misure. Gli scenari sono ancora più ricchi di particolari, le texture più rifinite, i background più luminosi e i nemici più dettagliati. Questo miglioramento si nota sia nelle missioni indoor, che in quelle all’aperto.
Le cut scene sono divise tra quelle create con filmati in CG e quelle che utilizzano lo stesso motore di gioco. Entrambe degne di nota, utili soprattutto a creare una connessione tra i vari stage e a dare quel senso di progressione nella storia.
Veniamo ai comandi: nessuna rivoluzione. Il titolo si basa tendenzialmente su quelli del predecessore, con un’interfaccia ricca di opzioni, pur non ingolfando lo schermo. Parte sinistra dello schermo per il movimento, parte destra per la visuale a 360 gradi e il fuoco attraverso un piccolo pulsantino tondeggiante, proprio come in Black Pegasus. Varie icone sono poi disponibili per il cambio e il ricarico arma, il lancio di granate, la posizione del soldato e la corsa. A proposito di quest’ultima c’è forse da segnalare una piccola scomodità: premere l’icona della cosa impegna certamente la mano destra, così che rimarrà disponibile solo la sinistra per il movimento avanti e indietro, restando impossibilitati a ruotare la visuale. Insomma, correre e ruotare visuale a destra e sinistra sarà un tantino problematico, ma nulla che possa in alcun modo inficiare la qualità di gioco. Al di la di questa impostazione di default ne esistono altre, come quella intitolata “pad virtuali” che, più o meno, si differenzia solo per l’area dello schermo attraverso la quale muovere e gestire il personaggio.
In ogni caso, il sistema, tradizionale e ormai collaudato funziona moto bene, considerando sempre che siamo su un dispositivo che non beneficia di pulsantiera fisica né, tantomeno, di mouse e tastiera. C’è da dire che alcune armi ingombrano più di altre lo schermo come, ad esempio, il fucile da cecchino, che riduce la visibilità in alcuni tratti di gioco. Son quisquiglie e pinzillacchere che riferiamo giusto per il dovere di cronaca, ma che non possono assolutamente incidere negativamente sull’azione di gioco complessiva.
Alle classiche sparatorie si affiancheranno anche piccole azione extra, come swipe a schermo per gattonare fuori da un tunnel o per scivolare giù per una corda. L’icona recante un coltello apparirà a schermo nel caso di uccisioni stealth, quando riusciremo a prendere di spalle un nemico. Sarà pure da vili, ma alle volte salva la pelle!
Il livello di difficoltà è piuttosto permissivo. Selezionando “normale” avremo la possibilità di partire allo scoperto senza aspettare il supporto della squadra di supporto, e in alcuni casi la IA nemica non si presenta particolarmente efficace. Alle volte ci ritroveremo faccia a faccia con un soldato avversario e prima che faccia fuoco passerà qualche secondo a fissarci “amorevolmente”. Per gli hardcore sarà il caso di selezionare e partire subito con il livello più difficile, così da essere costretti ad un approccio più tattico ad ogni missione.
Modern Combat 3: Fallen Nation propone, sia nella campagna singolo giocatore che nella sezione multiplayer anche dei potenziamenti per le armi. I crediti blu, per la precisione, sono spendibili in single player e in multi wi-fi e servono per acquistare oggetti e potenziamenti alle armi, o anche per sbloccare equipaggiamento, abilità, kit armi e granate. I crediti gialli, invece, è il denaro utilizzabile esclusivamente nel multigiocatore, e servono, parimenti, ad acquistare armi, kit, equipaggiamento e granate.
Ci vorrebbe davvero un articolo a parte per elencare armi, equipaggiamento e oggetti di gioco. Lasciamo a voi scoprire l’armeria di questo titolo, limitandoci in questa sede ad elogiarne la varietà e vastità. Le munizioni, durante i vari stage,non mancheranno di certo, potendo raccogliere le varie armi che lasceranno cadere in terrà i nostri nemici. sono davvero tante e non ci troveremo mai a corto di munizioni!
Modern Combat 3: Fallen Nation è doppiato, ovviamente, nella sola lingua inglese, ma contiene menù e sottotitoli in italiano. Il titolo si presenta come un’applicazione universale. Potete scaricare il titolo al seguente indirizzo al costo di 5,49€.
Nota: avendo testato il gioco ancor prima della release ufficiale in App Store, ci riserviamo di approfondire il versante multiplayer quando tale palcoscenico sarà maggiormente popolato!