La caduta dei giganti e l’ultima chance di BlackBerry

Non c’è giorno che non arrivino notizie, statistiche, sentenze di tribunale e andamenti di mercato provenienti dal mondo dell’informatica. E tra queste notizie si susseguono quelle del declino dell’azienda canadese che ha inventato il primo smartphone. Declino che sta per giungere al punto di non ritorno, con una caduta libera verso lo zero assoluto. La stessa RIM sembra quasi stia meditando le prossime mosse da uno stato catatonico di post mortem. E il ricordo degli ex grandi d’un tempo ha il peso dell’ennesima storia che non si vuole imparare mai, con l’attesa di aggiungere un nuovo posto nella pace dei campi elisi, dove gli ex favoriti degli Dei riposano con tanto merito.

E se nel 2007 l’arrivo dell’iPhone ha avuto l’effetto di un terremoto globale fuori ogni limite di scala, l’aggiunta di Android ha dato il colpo di grazia a quelle aziende che godevano dei successi derivati da comode posizioni di rendita. Inizia proprio così la crisi del gigante RIM.

Nessuna idea nuova, nessun investimento, nessun cambio di marcia dei manager, ma semplicemente il proseguimento sullo stesso binario dal quale erano arrivati, con l’illusione che tanto non si sarebbe mai giunti a nessun precipizio. I guadagni milionari del BlackBerry continuavano ad arrivare, anche se diminuivano e, forti della convinzione che le mode del momento sarebbero svanite come succede sempre, si è atteso passivamente e per anni il ritorno alla posizione di diritto. L’autarchia del prodotto “sicuro” sarebbe stato il punto certo di ritorno degli utenti, passata la sbronza e l’illusione dell’inganno suggestivo di Apple e Android. E con tanta, troppa autostima.
Nel mentre RIM ha perso, in un anno, il 75% del valore in Borsa e ridotto la quota odierna di mercato sotto il 10%. Il tutto in meno di 10 anni. Questa in sintesi la strategia industriale dei manager canadesi, i quali annunciano ora un cambio di vertice, con la promozione di Thorsten Heins, ovvero l’ennesima espressione del potere aziendale di quella stessa classe dirigenziale che ha portato alla deriva la corazzata canadese. Una manovra all’italiana direi, da veri furbi.

Nemmeno perdere (in tempi record) il 90% del mercato ha fatto preoccupare nessuno dei manager di RIM in questi 10 anni. E se oggi Samsung diventa il primo costruttore mondiale di telefonini (300 milioni tra cellulari base e smartphone venduti nel 2011), anche le aziende in Europa cominciano a scegliere tra l’iPhone o il Galaxy, sostituendo così il vecchio BB.

RIM corre ai ripari licenziando migliaia di impiegati (innocenti) per truccare i conti di bilancio (così tornano in positivo) e punta tutto su un piano frettoloso, e forse irrealizzabile, di rilancio. La versione nuova della piattaforma QNX, ora nominata BB10, doveva uscire prima nel settembre scorso, poi entro Natale e, infine, nei primi mesi di quest’anno. Poi si è saputo che il nuovo sistema operativo è solo in “versione sogni”, senza nessun reale progetto in sviluppo, ma con solo tante idee (anche buone) buttate in gran fretta al vento, nel tentativo di convincere gli ultimi fedelissimi a resistere ancora. E oggi si parla di uscita del nuovo sistema operativo per il tardo 2012 o, aggiungiamo più facilmente, per il “presto” 2013. Chissà.

Sta di fatto che oggi RIM vive solo sul mercato business, quasi relegato completamente al mondo dei paesi emergenti, con l’ultima roccaforte nel Sud America. I mercati consolidati negli anni passati, in pratica, non esistono più. Oggi RIM riesce ancora a vendere solo i prodotti più economici della concorrenza. Ma anche i paesi emergenti, come la Cina, cominciano a scegliere in massa i prodotti migliori del mercato. In Brasile qualcosa è destinato a cambiare quando la produzione degli apparecchi Apple, assemblati direttamente nel paese, entrerà a pieno ritmo e sarà venduto in quel nuovo mercato senza gli aggravi dei dazi doganali.

Una recente ricerca di Forrester ha rilevato, tra gli utenti di smartphone, la distribuzione del 27% di telefoni Android, del 26% di iPhone e del 24% di BlackBerry. Ma quel 24% è destinato al crollo finale, banchetto facile dei primi due predatori del mercato smartphone, Apple e Samsung.

Android ha avuto un’impennata enorme negli ultimi 18 mesi e oggi assistiamo a un testa a testa con Apple come offerta per le aziende in Europa”, ha dichiarato Nick McQuire, direttore di International Data Corporation.

Il nuovo amministratore delegato di RIM, Thorsten Heins, ha dichiarato che il prossimo prodotto sarà sempre la scelta migliore per le aziende, soprattutto nel campo della sicurezza, dove la concorrenza ha grandi lacune. E ne è così sicuro il nuovo capo di RIM, che attende il giorno dell’Apocalisse della sicurezza aziendale , quando allora la verità sarà poi chiara a tutti… ma, per ora, la vede e l’attende solamente lui.

Quell’attesa non trova, infatti, nessuna corrispondenza nelle attese degli utenti e delle aziende, che proseguono sui prodotti alternativi. Sono stati ben 728 i manager di grandi aziende, nella sola Europa occidentale, a scegliere di cambiare negli ultimi mesi del 2011 il vecchio e obsoleto prodotto canadese.

Lo sviluppo di Android, che consegue a questo boom di richieste aziendali, obbliga la formazione di un supporto ai clienti business ancora inesistente, ma sicuramente operativo nei prossimi 18 mesi. Sviluppo che sarà quasi sicuramente concentrato proprio sulla sicurezza aziendale. Insomma, quello che doveva essere la vera lacuna di Android, secondo Thorsten Heins, sarà invece risolto nei prossimi mesi. La forza di Apple e di Google è proprio quella di seguire i bisogni del mercato in tempo reale, con soluzioni quasi immediate. Del resto, chi si ferma è perduto !

Android sta crescendo in modo vertiginoso, forte di moltissimi prodotti disponibili per ogni fascia di spesa, permettendo alle aziende la scelta di soluzioni anche economiche tra le tante possibili. Android sta diventando, inoltre, la piattaforma più plasmabile e da personalizzare per un’azienda.

E per quanto possa sostenere Thorsten Heins, Samsung col Galaxy SII ha già sviluppato e implementato software di sicurezza per le utenze business. Ice Cream Sandwich incorpora la crittografia e una suite di strumenti adatti proprio ai bisogni delle imprese. Non sarà mica un caso se anche RIM, insieme ad Apple e Android, comincia a servirsi delle consulenze e della tecnologia di Good Technology, società esperta di sicurezza informatica. In altre parole, il nuovo CEO di RIM è rimasto fermo almeno di un anno con le informazioni in suo possesso, mentre la concorrenza non si è fermata ad aspettare Mr. Heins.

Apple raccoglie il suo successo, incontrastato, nel mondo delle aziende con l’iPad. Un successo quasi inatteso da Cupertino stessa, poco attenta da sempre al mercato business (quasi completamente in mano a Microsoft fino poco tempo fa). L’aggiunta della compatibilità con i server di Microsoft Exchange ha completato il successo della tavoletta elettronica. E così molti utenti BlackBerry negli USA sono passati al melafonino, quale prodotto migliore da associare all’ottimo tablet.

Abbandonare RIM ha, inoltre, permesso alle aziende di risparmiare le licenze necessarie al BES, il server indispensabile da inserire come ingombrante estraneo nella propria infrastruttura per far funzionare l’email su un BlackBerry aziendale. Caratteristica semplicemente assurda al giorno d’oggi, ma ancora in auge come nulla fosse da parte di RIM.

Il tutto in una situazione odierna dove sta per arrivare in grande stile Windows Phone che, con i nuovi telefoni di Nokia, punterà da subito ad imporsi nel ricco mercato delle aziende, dove Microsoft è presente da sempre nell’infrastruttura fissa. Windows si proporrà, quindi, quale migliore ponte tra l’azienda e il dipendente, libero ora di lavorare in perfetta mobilità. L’unico dubbio, che riportano gli esperti, è sull’effettiva capacità di Microsoft e Nokia di recuperare il terreno perso e di cogliere d’un colpo il posto lasciato ormai libero da RIM.

Il nuovo CEO di RIM si è presentato alla stampa dichiarando: “Noi facciamo i migliori dispositivi di comunicazione del mondo”. Una frase obbligata nel suo ruolo, ma che non ha convinto nessuno dei giornalisti presenti, nemmeno quelli ancora in possesso di un BB. Sarà che il -75% del valore delle azioni perso in un solo anno ricorda a tutti quanto sia diversa la realtà. E nemmeno si può credere che il dispositivo di comunicazione migliore al mondo raccolga un “misero” 10% di consensi.

A RIM, secondo gli analisti, rimangono tre vie da percorrere, prima del riposo eterno dei campi elisi, in compagnia di illustri nomi della storia del settore.

La prima, sulla quale si sta orientando Mr. Heins, è il ritorno trionfale dopo l’esperienza di premorte: uno straordinario e rivoluzionario OS 10, da rilasciare molto prima delle attese. E su hardware nuovi e davvero competitivi. Magari con qualche sorpresa originale.

La seconda via sarebbe quella di accontentarsi e di mantenere quanto rimane oggi delle quote di mercato, operando solo con grandi clienti e uffici governativi, che puntano sulla sicurezza delle email e null’altro.

Poi c’è la terza opzione: l’oblio. La strada del progresso è del resto disseminata di molti cadaveri di ex titani oggi deceduti. Gli oggetti che una volta sembravano indispensabili per la Società, sono superati senza pietà, proprio come ad esempio il cercapersone sostituito dal BB 957.

Del resto chi negli anni ’80 avrebbe scommesso sulla morte del SONY WALKMAN (1979-2010) ? E il PALM PILOT nato nel 1997 e scomparso 10 anni più tardi proprio con l’uscita dell’iPhone? Chi avrebbe immaginato quella fine dell’oggetto precursore degli smartphone e dei tablet ? Eppure era touchscreen, full agenda, ottimo per gli appunti e pure telefono nelle ultime versioni. Invece nulla, adesso riposa nel cimitero dei grandi ! E gli esempi potrebbero proseguire con la POLAROID (1948 – 2008) e il suo straordinario successo mondiale, terminato con il fallimento della Kodak per manifesta incapacità di gestire quel successo. E la ATARI non era la prima console di giochi elettronici di casa ? Erano così certi del loro successo, che l’arrivo del PC non li preoccupò minimamente, perché sicurissimi sulle scelte dei propri clienti. Vennero così sepolti, nel 1983, milioni di giochi e console invendute in una discarica del New Mexico. Nessuno di quei clienti dati per certi giocava più su quella console, perché tutti preferivano il PC. E gli esempi potrebbero proseguire tranquillamente.

L’ipermutabilità è la forza della Natura, è l’arma di sopravvivenza per molte specie. Fermare il processo di evoluzione porta all’estinzione. La cosa assurda è non accorgersi di nulla. In una situazione come quella di RIM la prima cosa da fare era licenziare tutti i manager (nessuno escluso), e avere il coraggio di puntare su qualche giovane visionario. Alla peggio sarebbe andata come sta andando oggi. Alla meglio avremmo avuto un nuovo Steve Jobs. In mezzo rimane tutto il resto, con la sola speranza che RIM torni più forte di prima e quel posto ai campi elisi rimanga vacante per tanto tempo ancora.

 

 

Fonte: NYT

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