Nella giornata di ieri vi avevamo raccontato della possibile collusione tra Apple e 5 editori Americani di grande importanza. Siccome tale notizia è stato un lampo a cielo aperto, facciamo un passo indietro e cerchiamo di spiegare da dove proviene la decisione di investigare da parte del Dipartimento di Giustizia.
Tutto nasce quando Steve Jobs disse che gli editori a cui non andavano bene le condizioni di vendita potevano negare i libri ad Amazon. Tale affermazione, rilasciata ad un giornalista, causò un grandissimo putiferio, tanto che venne avviata una procedura d’indagine. L’intervista venne rilasciata al Wall Street Journal nel Gennaio 2010, guarda caso proprio alcuni mesi prima del lancio del nuovo iPad. . La difesa dell’azienda di Cupertino ruotò attorno al fatto che non fosse intenzione del CEO discreditare il lavoro altrui, ma solamente sottolineare che venivano attuate strategie di mercato differenti.
Siccome i prezzi dei libri sullo store sono indubbiamente più alti rispetto a quelli della concorrenza, l’idea degli inquirenti è che Jobs abbia volutamente proferito le suddette frasi per forzare Amazon ad alzare il prezzo dei propri titoli e cambiare strategia. Successivamente, molti cittadini iniziarono a lamentarsi, tanto che vennero avviate class-action dei consumatori nei confronti delle decisioni dell’azienda relativamente ai prezzi adottati.
Nella vicenda è necessario sottolineare come l’azienda di Cupertino fosse inesperta e alla prima esperienza in questo campo, per i suddetti motivi i legali hanno sempre sottolineato come non possa esistere un tentativo di forzare un qualcuno (Amazon) che effettivamente si trova cento passi in avanti. “Se la nostra intenzione fosse stata questa, per quale motivo avremmo pubblicato sull’App Store l’applicazione ufficiale di Amazon?”, affermano i difensori di Apple, “e per quale motivo avremmo dovuto cercare di screditare il Kindle quando il nostro iPad ha avuto successo in altri campi?”.
La teoria sembra essere verosimile, tuttavia si pensa che l’azienda cerchi di allontanare l’attenzione dall’argomento principale della disputa, quale è la possibile collusione con gli editori sul prezzo di pubblicazione dei libri sull’iBookstore. Ecco allora che recentemente sembra che il Dipartimento di Giustizia abbia raggiunto un numero di prove necessarie per avviare una causa di collusione tra Apple e molte società che pubblicano prodotti digitali sullo store.
La situazione pare essere più complicata del previsto, infatti le voci parlano della possibilità che alcuni editori stiano trattando con le autorità per poterne uscire indenni, ma soprattutto in cambio della testimonianza e di nuove prove che incastrerebbero ancora di più l’azienda di Cupertino. Se tutto questo dovesse essere davvero portato in tribunale, il futuro è molto buio, in quanto una possibile vittoria dell’antitrust darebbe il via libera ad una serie di class-action avviate dai consumatori che hanno dovuto acquistare prodotti a prezzi molto più elevati del previsto.
Gli avvocati di Apple sono sempre stati difficili, ma pare che abbiano davvero le spalle al muro. Cosa pensate di tutta questa situazione?