Four Hats è uno di quei giochi che ripongono nella trama e nell’ambientazione assurde, deliranti e meravigliosamente sopra le righe tutte le loro speranze. Un gioco delizioso, che mischia platform, puzzle e musica… in maniera non sempre riuscitissima.
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Four Hats racconta dei quattro membri della celeberrima band omonima, tutti caratterizzati da un cappello particolare. Il frontman-chitarrista Parker ha una coppoletta di lana, la fanciulla della band (tastierista) Holly un cappello ad elica, Gordo il batterista ha un elmetto e Danny (il bassissima sfigato, of course) ha un enorme cappello in stile Layton. Sono letteralmente perseguitati dalle fan, che sognano solo di baciarli, spolparli e farli a pezzi, per amore: loro vogliono scappare, e correre in studio a registrare un nuovo album.
In pratica, è la storia dietro al celeberrimo video di A Hard Days’ Night, dei Beatles, ma realizzato in maniera decisamente “indie”: le musiche, la grafica, e lo stile sono divertenti e pieni di umorismo, mentre la storia deliberatamente surreale si basa tutta su questi quattro squinternati personaggi che inseguono il loro bus, armati solo dei loro cappelli.
Four Hats è davvero semplice: in basso a sinistra due pulsanti virtuali permettono di spostarsi a sinistra o a destra. Ovviamente la salvezza ci attende correndo il più velocemente possibile verso destra, tallonati dalle fan assassine. Sul nostro percorso troveremo però una lunga serie di ostacoli, per superare i quali dovremo usare tutti e quattro i membri della band. I ragazzi hanno infatti ciascuno un potere particolare associato al proprio cappello. Se Parker riesce a correre velocemente, Holly fluttua grazie alla propria elica, Gordo distrugge gli ostacoli che trova sul suo cammino e Danny può nascondersi dentro al proprio gigantesco cappello per evitare certi tipi di fan che corrono incontro dalla direzione opposta.
Per sopravvivere occorre alternare l’uso dei diversi personaggi e azionare al momento giusto il potere adatto grazie ad una semplice pulsantiera in basso a destra.
Se il gioco sembra semplice, a complicarlo arrivano i controlli, che sono lontani da un funzionamento ottimale. Decisamente lenti e spesso poco precisi, obbligano il giocatore a numerose e sgradite ripetizioni e lo portano spesso e volentieri a morti casuali e del tutto impreviste. Non mancano gli ostacoli che ci immobilizzano, facendoci perdere tempo prezioso e obbligandoci a sopportare un notevole grado di frustrazione. Inoltre il level design del gioco è spesso poso fluido: gli ostacoli sono difficili da prevedere e anticipare, e spesso l’unica soluzione è memorizzare il livello, o procede un po’ per tentativi. Four Hats di base è un platform, ma non sempre il suo funzionamento ha quelle caratteristiche di semplicità e di immediatezza che dovrebbero essere proprie del genere: i momenti di fastidio non mancano ed è un vero peccato, perché il gioco, di per se, è delizioso.
La colonna sonora (disponibile come EP su Bandcamp) è molto piacevole, l’art direction originale e divertente, le animazioni buffe e abbastanza fluide, le ambientazioni interessanti. La longevità, con 36 livelli differenti, suddivisi in diverse ambientazioni, non è nemmeno troppo ridotta, se non fosse per il livello di difficoltà, decisamente oscillante, che rende alcuni schemi decisamente impegnativi e altri quasi noiosi.
Four Hats è un titolo decisamente originale. Non solo per la propria meccanica di gioco ma soprattutto per lo stile e l’ambientazione che lo permeano. Se siete alla ricerca di un platform decisamente sopra le righe, Four Hats potrebbe essere un buon gioco, ma dovrete riuscire a passar sopra a tutti i suoi limiti strutturali, che non sono pochi. Con un gameplay un po’ più raffinato e dei controlli più immediati questo gioco avrebbe potuto essere davvero un capolavoro, ed è un peccato che la cura che è stata profusa nelle musiche e nell’art direction non sia stata profusa anche per migliorare un po’ la sua giocabilità.
Four Hats è disponibile su App Store a 0,79 €