Nella giornata di ieri vi avevamo parlato dell’inchiesta del New York Times sulle strategie fiscali adottate da Apple per pagare meno tasse. Immediata è stata la risposta dell’azienda con la quale cerca di discolparsi sostenendo di aver creato innumerevoli posti di lavoro sparsi per tutto il mondo.
Nell’articolo pubblicato, il New York Times contestava ad Apple una serie di strategie con le quali l’azienda riesce tutt’oggi a ridurre le tasse da pagare. Queste consistono nel creare centri fondamentali sparsi per il mondo, principalmente in nazioni in cui la tassazione è pressoché minima in confronto a quanto applicato negli Stati Uniti. E’ doveroso sottolineare come il tutto sia perfettamente legale e che moltissime altre aziende pratichino le stesse strategie proprio con il medesimo obbiettivo.
In seguito alle grandi proteste susseguitesi nel corso della giornata di ieri, Apple ha voluto immediatamente controbattere ed esprimere il proprio punto di vista. Qui vi riportiamo un estratto di quanto affermato:
Negli anni scorsi, siamo riusciti a creare un’incredibile quantità di posti di lavoro. Il centro fondamentale risiede ancora negli USA con oltre 47’000 impiegati a tempo pieno, sparsi in circa 50 stati. Focalizzando l’attenzione solamente sull’innovazione, siamo riusciti a creare, partendo da zero, nuovi prodotti ed industrie portando lavoro ad oltre 500’000 persone in tutti gli Stati Uniti; in tale cifra non sono presenti solamente i nostri dipendenti, ma coloro che creano le componenti per i prodotti sino a quelli che le consegnano direttamente ai clienti. Allo stesso modo, la crescita internazionale di Apple sta creando posti di lavoro a livello domestico. Noi produciamo parti negli USA che poi vengono esportate in tutto il mondo, gli sviluppatori Statunitensi creano delle applicazioni vendute anch’esse in oltre 100 paesi. Per i suddetti motivi, l’azienda è da considerarsi come uno dei principali creatori di posti di lavoro degli ultimi anni.
Parallelamente abbiamo continuamente contribuito a determinate attività di beneficenza e non abbiamo mai ricercato pubblicità. Abbiamo sempre cercato di focalizzarci sulla scelta giusta e non sui meriti che avremmo ottenuto in seguito. Apple dirige il suo business con i più alti standard etici, in rispetto delle leggi e delle regole imposte. Siamo veramente fieri del nostro contributo.
Nella sua risposta, Apple cerca di sviare dalle accuse, ma siamo comunque consapevoli che nulla è stato fatto di illegale e che moltissime altre aziende lavorano nella stessa maniera. Perché allora accanirsi solo ed esclusivamente contro la società di Cupertino?
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