Vendere applicazioni usate non è un reato

Con una sentenza della Corte di Giustizia Europea potrebbero cambiare radicalmente gli scenari di distribuzione e licenza relativi alle applicazioni, non solo quelle vendute tramite CD o DVD, ma anche per quelle app scaricate via internet. Secondo la Corte, vendere una copia usata di un software (fisico o scaricato dal web) non è un reato.

Il caso in questione vedeva contrapposti la UsedSoft, azienda che rivende software usato, e la Oracle: la Corte Federale che ha poi chiesto conferma alla Corte di Giustizia Europea ha ribadito il concetto della rivendibilità del software.

Con la transazione il venditore dà al cliente il diritto di usare la copia per un periodo illimitato di tempo ed esaurisce i propri diritti sulla copia. La transazione presuppone un trasferimento di proprietà; anche se l’accordo di licenza proibisce i trasferimenti, il titolare dei diritti non può opporsi alla rivendita.

L’art. 4 paragrafo 2 della direttiva 2009/24/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio indica poi che

i diritti esclusivi del titolare, comprendono il diritto di effettuare o autorizzare …. la prima vendita della copia di un programma nella Communità da parte del titolare del diritto.

A questo punto gli unici limiti riguardano le licenze multiple, dato che non è possibile suddividere il pacchetto per rivendere singole licenze.  L’acquirente originale ha inoltre  l’obbligo di cancellare la propria copia o di renderla inutilizzabile, poiché se continua a usarla dopo averla venduta incorre nel reato di copia abusiva.

Ora resta da vedere se tale sentenza si applica ai soli software presenti sui siti web, o anche agli store virtuali come quelli di Apple.

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