Greenpeace: le politiche di Apple sull’energia pulita sono migliorate significativamente

Greenpace, che nei mesi scorsi ha accusato Apple in merito alle proprie politiche sull’energia pulita, ha dichiarato come tali politiche siano significativamente migliorate, nonostante l’organizzazione ambientale abbia espresso le proprie preoccupazioni in merito all’uso da parte dell’azienda di energia alimentata a carbone per i servizi di iCloud.

L’organizzazione, che ha recentemente attaccato più volte Apple, ha pubblicato un articolo sul proprio blog ufficiale con lo scopo di evidenziare il rilascio dell’analisi Greenpeace International, in cui viene affermato come Apple non abbia ancora delineato un piano realistico per eliminare la dipendenza dal carbone.

Nel report, intitolato “A Clean Energy Road Map for Apple” Greenpeace si è espressa in modo favorevole verso la compagnia per quanto riguarda il suo impegno nel campo dell’energia pulita. All’interno del “Road Map”, infatti, l’organizzazione ha deciso di dare ad Apple un voto di 22.6% sul “Clean Energy Index” (Indice di Energia Pulita), in netto aumento quindi rispetto al punteggio di 15.3 ottenuto dalla compagnia di Cupertino nel mese di aprile. I voti sono andati da “F” a “D” nel campo dell”Infrastructure Sitting”  e da “D” a “C” nel settore della “Energy Efficiency & GHG Mitigation”, come anche la “Renewables & Advocacy”; per quanto riguarda la trasparenza sull’energia, invece, il voto è rimasto “D”.

Nel report pubblicato di recente Greenpeace ha incluso una lista di passi che, stando a quanto affermato dall’organizzazione, indicherebbero qualora Apple sia realmente coinvolta in un percorso per riuscire a raggiungere gli obiettivi prefissati:

  • Scegliere una utility locale ad energia rinnovabile per il data center di Oregon, senza comprare crediti per l’energia rinnovabile da Pacific Power, basata sull’uso del carbone;
  • Utilizzare elettricità rinnovabile da generatori locali per alimentare la struttura in North Carolina ed usare una rete elettrica esclusivamente per il backup, piuttosto che vendere la propria energia rinnovabile a Duke Energy;
  • Assicurare una fonte di biogas sostenibile per alimentare direttamente le celle a combustibile per il North Carolina;
  • Abbandonare i crediti per l’energia rinnovabile dall’energia generata localmente in North Carolina;
  • Investire direttamente nella generazione di energia rinnovabile in North Carolina piuttosto che acquistare crediti per “pulire” la sporca energia di Duke Energy;
  • Chiedere che Duke Energy elimini le proprie operazioni per la rimozione del carbone dalla catena di fornitura elettrica di Apple, e che Duke investa nella capacità di generare energia rinnovabile, senza ampliare la vita degli impianti a carbone;
  • Adottare una politica che dia la priorità all’accesso all’energia rinnovabile per tutti i futuri data centers di iCloud.

La marcia indietro da parte di Greenpeace nei confronti di Apple arriva in seguito all’annuncio da parte della compagnia in merito all’uso di energia rinnovabile per alimentare il data center di iCloud localizzato in Maiden, North Carolina. Questo processo sarà accompagnato dalla costruzione di due nuovi pannelli solari intorno alla struttura pre-esistente, insieme anche all’uso di celle ad energia ed un sistema per il tracciamento solare. Il rapporto pubblicato dall’organizzazione ambientalista infine si concentra esclusivamente su Apple, escludendo qualsiasi valutazione delle altre aziende.

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