L’esigenza dell’appendice digitale e gli smartphones sempre più “smart”

È difficile, oggi, parlare di smartphones. È più difficile di quanto possa sembrare. Non si tratta di una difficoltà tecnica nel raccontare, di mese in mese, le più recenti innovazioni in termini tecnici e funzionali, ma di una ormai inadeguatezza del termine “smartphone” affibbiato ai più recenti telefoni cellulari. Al giorno d’oggi, infatti, otto cellulari su dieci sono “smartphones”, ossia telefoni intelligenti che possono adempiere ad una molteplicità di funzioni. Quindi, probabilmente, il concetto di smartphone ha ormai soppiantato quello del classico telefono cellulare come lo si intendeva fino a dieci anni fa. Oggi si ha uno smartphone, non un cellulare. Quale sarà, quindi, il futuro della telefonia? Da dove nasce l’esigenza di portare sempre con se un’appendice digitale? E fino a che punto potrà procedere la “smartizzazione” degli smartphones?

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Con l’avvento dei primi telefoni (nota: telefoni fissi, non cellulari) si spalancò un mondo di nuove opportunità: le comunicazioni furono drasticamente velocizzate e la diffusione degli apparecchi telefonici avvenne rapidamente nel corso degli anni e in modo capillare. Il telefono nasceva per soddisfare l’esigenza comunicativa a distanza, offrendo una possibilità che mai nessun altro mezzo di comunicazione aveva offerto fino ad allora. Non a caso, con l’avvento della telefonia, scrivere una lettera ad un parente lontano diventò ben presto una pratica obsoleta. Perché inviare un messaggio testuale e aspettare diversi giorni prima di ottenere una risposta quando, invece, si può semplicemente fare una chiamata e sentire immediatamente l’altro? I padri (giovani e meno giovani) delle generazioni di oggi potevano solo immaginare quella che sarebbe stata la vita con il cellulare in tasca, e alcuni di essi, effettivamente, lo fecero.

Come segnalato da Wired Italia su Twitter, già nel 1967 c’era chi immaginava quella che sarebbe stata la vita degli anni 2000. “Terremo in tasca l’apparecchio per comunicare con chi vorremo” si leggeva su uno dei giornali dell’epoca. Ed effettivamente è andata così. Con l’avvento del telefono cellulare, le comunicazioni furono rese possibili anche fuori dalle mura domestiche o lavorative e si assistette ad un’evoluzione pari a quella iniziale. L’uomo d’affari era così sempre pronto a ricevere telefonate dai colleghi, la mamma poteva sempre chiamare i figli all’uscita da scuola, e così via.

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Tuttavia, se da una parte vi sono stati degli enormi benefici portati dal cellulare, dall’altra si è diventati tutti un po’ più “schiavi” di questo strumento di comunicazione che ci portiamo dietro. Schiavizzazione che, al giorno d’oggi, ha raggiunti livelli inimmaginabili con l’avvento degli smartphones che, come dicevamo, occupano ormai la stragrande maggioranza del mercato telefonico. Non stiamo criticando gli smartphones: ci mancherebbe altro! Ma è innegabile che la nostra vita sia condizionata anche da essi. Basti pensare a quando si è in auto: non andrebbe fatto, ma quanti di voi si precipitano a rispondere ad una mail di lavoro anche mentre sono alla guida, distraendo così gli occhi dalla strada? E questo è solo un esempio banale che ci rende più chiaro il concetto di “appendice digitale” che differenzia gli smartphones dai comuni cellulari e, ovviamente, dai telefoni fissi: uno smartphone non è solo un mezzo di comunicazione, anzi. Si potrebbe dire che l’aspetto telefonico è uno dei meno importanti per i possessori di un iPhone o di un dispositivo Android o Windows Phone. Paradossale ma vero.

Gli smartphones, ossia i cellulari di oggi, nascono per accompagnarci e aiutarci in qualsiasi situazione: se ci troviamo in una città a noi sconosciuta, possiamo subito orientarci grazie alle applicazioni di navigazione oppure chiamare un taxi cercando i numeri locali tramite la rete; ancora, possiamo sempre restare aggiornati con le ultime notizie dal mondo dell’informazione tramite gli RSS, consultare la mail in mobilità e all’occorrenza effettuare video conferenze di gruppo con i colleghi, anche a distanza di chilometri. Tutte operazioni inimmaginabili fino a meno di dieci anni fa. L’appendice digitale è quindi quello strumento che ci consente di fare tutto ciò; quello strumento che deve essere sempre con noi per essere utilizzato all’occorrenza, così come una mano per salutare un amico che troviamo per strada o come una caviglia in salute che ci permetta di premere il pedale per far camminare la nostra auto. Pensare una vita senza smartphone, oggi, è al limite del concepibile. Con l’informatizzazione dirompente degli ambienti di lavoro e con la creazione di nuovi impieghi basati sulla rete, disporre di uno strumento portatile e versatile come uno smartphone non è più una scelta facoltativa, ma una vera e propria necessità.

Non potendo più tornare indietro (ci pensate a come sarebbe la vostra vita senza smartphone oggi?) è lecito domandarsi quale sarà il futuro degli smartphones. Quanto “smart” potranno ancora diventare i telefoni d’oggi? Senza dubbio l’evoluzione continuerà e gli smartphones si arricchiranno sempre di nuove funzionalità a cui, con il passare del tempo, ci abitueremo e non potremo più fare a meno. Come è accaduto, seppur in parte, con i lettori MP3 e con le macchine fotografiche di fascia medio-bassa, probabilmente tanti altri prodotti verranno progressivamente cannibalizzati dai prossimi telefoni intelligenti e lo smartphone diverrà ancor di più lo strumento di riferimento per un gran numero di situazioni.

Con il passare degli anni stiamo assistendo, pertanto, ad un mutamento del ruolo del telefono: inizialmente nacque come strumento alternativo alla posta per le comunicazioni a distanza; quindi, con il cellulare, si assistette ad un cambio di prospettiva con il telefonino che iniziava ad essere presente sempre in più tasche; infine, con gli smartphones, il cellulare è diventato un dispositivo capace di soddisfare le più diverse esigenze dei possessori, un vero e proprio “hub” (termine caro a Steve Jobs) in cui raccogliere una buona parte delle informazioni importanti della nostra vita quotidiana. Un’appendice digitale quindi, più che un telefono “smart”.

Allo smartphone, quindi, si chiede sempre di più e sempre di più si chiederà con il passare degli anni. Non a caso, oltre al fattore hardware che è da sempre importante nei prodotti informatici, la battaglia tra Apple, Microsoft e Google si gioca sul fronte del software: è il software, infatti, a fare la differenza. Un iPhone, ad esempio, può avere (e ha quasi sempre) caratteristiche tecniche inferiori a quelle di un terminale Android, ma grazie all’ottima gestione del software riesce comunque ad ottenere ottime performance, spesso anche superiori a quelle di smartphone più “dotati” sul fronte hardware. Il software è ciò con cui interagisce l’utente, non l’hardware, ed è li che si giocheranno tutto le aziende più importanti del settore nei prossimi anni.

Prepariamoci quindi alla “smartizzazione” degli smartphones. Il telefono, ormai, è storia.

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