WWDC 2013: Jonathan Ive ha vinto la propria sfida, ma quanto c’è ancora da fare…

Il WWDC 2013 è stato un keynote davvero speciale, intenso e che non ha mancato di stupire. Tra le novità assolute Apple ci ha regalato un’interfaccia completamente rivista per iOS 7, che continua a stupire e a far discutere, frutto del lavoro e del coraggio del suo guru del design Jonathan Ive. Non dev’essere stato facile affrontare questa sfida, cambiare ciò che molti ritenevano andasse cambiato ma, nel contempo, non deludere le aspettative di chi riteneva iOS un sistema già perfetto. Qui di seguito le ragioni del successo, nonostante il lavoro da fare ancora, nel quartier generale della mela, è ancora tanto.

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Nella redazione di iPhoneItalia il WWDC2013 ha lasciato un sapore dolce-amaro. Dolce perché è stato un keynote sopra le righe (almeno rispetto al recente passato) che, con la presentazione di iOS 7 ha toccato probabilmente il suo culmine. Il video di presentazione del nuovo sistema operativo mobile made in Cupertino ha strappato applausi ed una vera ovazione al Moscone Center, di quelli che non si vedevano e sentivano -vado a memoria- dalla presentazione del primo iPad o di iPhone 4 e consensi pressoché unanimi anche tra di noi. Amaro perché ha visto una grossa sconfitta, ahimè, del team degli attendisti, capeggiata da capitan Migliorino. Un netto 3 a 0 a favore dei pasdaran della rivoluzione, che a gran voce chiedevano un cambiamento forte e radicale nella linea di sviluppo (soprattutto per quanto concerne il comparto grafico) di iOS. Possiamo dire che il risultato, quantomeno nel senso della rivoluzione intrapresa, ha finito per sorprendere anche questi ultimi, figuratevi noi altri che ci aspettavamo con iOS 7 l’ennesimo “semplicestep evolutivo in salsa Mac OS X.

Lo avevamo detto prima e lo confermiamo. Cambiare così tanto qualcosa di così altrettanto iconico, consolidato nel tempo, sarebbe stata una sfida ardua. Sfida che il guru del design, Jony Ive ha raccolto con coraggio e che ha vinto. Con tutti i “se” e i “ma” del caso, che vedremo più avanti. Ma di vittoria si tratta.
La mancanza di Steve Jobs, un padre-guru, a cui affidare il giudizio finale ed insindacabile non è solo una mancanza oggettiva di una mente geniale, ma costituisce anche la mancanza di quell’ancora di salvataggio che in Apple costituiva il suo giudizio. Se Steve dava l’ok, allora c’era da stare tranquilli sul risultato finale del lavoro.

Jonathan Ive si è fatto carico dell’ingente eredità ma, consapevole del suo estro e del suo team, ha centrato l’obiettivo. Ha rivoluzionato quel sistema operativo che per tanti anni abbiamo ritenuto perfettibile certo, ma perfetto. Tuttavia l’impronta di Steve è rimasta, nei meandri di una GUI molto più complessa. Il notification center è divenuto finalmente un qualcosa in più di un posto dove ammassare le notifiche (e tutto il resto che poteva sembrare carino o utile inserire). Steve Jobs, all’introduzione di questa piccola novità introdotta in iOS 5 aveva detto che il centro notifiche avrebbe dovuto contenere questo, le notifiche. Non trasformarlo in un posto da riempire con improbabili widget, toggle, ecc.. C’è un concetto nella realizzazione del software, sempre. E, nonostante i cambiamenti, radicali e notevoli, Apple ha sì cambiato ma non stravolto la filosofia progettuale di iOS.

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Il centro notifiche è stato migliorato, integrato di funzionalità, adesso è un po’ la nostra “agendina personale”, che ci ricorda i nostri impegni e, come visto, addirittura ci da dei consigli. Tutto ciò diventa una primordiale fusione con Siri (o di quel che sarebbe dovuto essere e che forse diventerà), non un aggeggio a cui chiedere quanti anni ha Del Piero, ma un vero e proprio assistente personale. L’implementazione di iOS in the car va ulteriormente in questo senso, nel tentativo, da parte di Apple, di migliorare il proprio (già niente male) ecosistema per fonderlo insieme e meglio adattarlo alla nostra vita quotidiana, anche al di fuori dello stretto utilizzo di dispositivi Apple come può essere, ad esempio, l’uso in macchina. E dove Apple non può arrivare, ci arriva la sua micidiale forza economica e d’immagine, che ha permesso di siglare accordi in tal senso con moltissime compagnie automobilistiche.

Ed è proprio seguendo questo filo concettuale i toggle (finalmente sono arrivati!) non potevano stare ammassati in un centro notifiche nato e concepito per altro. L’adozione di un nuovo menù, il Control Center, nella sua essenzialità, costituisce quel piccolo cambiamento a cui gli utenti storici di iOS dovranno abituarsi, è vero. Ma è uno di quei casi in cui i vantaggi sopperiranno agli svantaggi dopo qualche giorno di utilizzo e di ambientamento.

Però a ben guardare questo menù cominciano i primi, piccoli, “ma“…

Premessa: fonti attendibili davano questa primavera il team di iOS in netto ritardo sulla tabella di marcia, tanto da costringere molti addetti allo sviluppo di OSX a “dare una mano” ai colleghi. Addirittura fonti dell’ultima ora, come vi abbiamo già raccontato, indicano che persino il reparto marketing (che sicuramente a Cupertino vanta degli ottimi designer e grafici ma che non so quanto sia abituato a realizzare icone o interfacce) abbia collaborato alla realizzazione della nuova fatica della mela. Sono notizie al limite del verosimile, specie per un’azienda come Apple, ma i fatti dimostrano chiaramente come alla realizzazione di molti elementi grafici abbiano contribuito menti diverse e che, probabilmente, hanno anche avuto molto poco tempo per scambiarsi dei feedback. La differenza di stile di alcune icone sembra suggerire che team differenti abbiano lavorato parallelamente per accorciare i tempi, la mancanza di un’app storica come quella per le Memo Vocali, d’altronde, sembrerebbe lì a confermarlo.

control center

Il risultato è che la prima beta di iOS 7 è lontana anni luce dalla maniacale attenzione di ogni minimo dettaglio che Apple mette praticamente nella realizzazione di qualsiasi cosa essa produca. Peggio. Dallo studio degli elementi grafici fatti da molti addetti del settore, iOS 7 appare una accozzaglia mal amalgamata di stili diversi e questo contribuisce a dare alla prima beta di iOS 7 una sensazione di mancanza di uniformità del design molto netta.

Esempio? Parlavamo appunto del Control Center. Se è vero che l’effetto traslucenza (molto bello) impone un design molto piatto, la sensazione è che, almeno in prima battuta, il Control Center sia molto lontano dal livello di intuitività che iOS ha maturato nel tempo. Il player musicale è troppo invasivo, non è appagante come gran parte del design di iOS ma, soprattutto, le icone sottostanti non sono assolutamente omogenee col design scelto. Al netto della torcia troviamo dapprima il pulsante per accedere all’orologio (ma il pulsante mostra l’icona scelta all’interno della stessa app per il timer), poi troviamo la calcolatrice, la cui icona è differente da quella scelta per l’applicazione, e così anche per la fotocamera.

uniformità grafica ios7(2)

Purtroppo questi non sono gli unici esempi. La schermata di risposta ad una chiamata propone dei rettangoli esteticamente molto discutibili, sebbene l’effetto della translucenza renda tutto molto più gradevole, del tutto non in linea nel design dell’interfaccia (troviamo una somiglianza di stile solo con lo swipe con cui è possibile ad esempio cancellare la mail). Applicazioni come Musica propongono un design simile alla vecchia applicazione, molto più flat e piacevole. Altre, come Safari o Immagini, propongono un nuovo stile, altrettanto bello, ma non in linea con altri elementi grafici presenti nel sistema (al netto di alcuni errori di proporzioni davvero incredibili).

uniformità grafica ios7

Ripetiamo, è la prima beta. Siamo sicuri che i tre mesi a disposizione del team di Ive sapranno risolvere questi piccoli problemi e ridare una coerenza all’intera interfaccia di iOS che, però, al momento, manca.

Al netto del design, e appunti se ne potrebbero fare ancora molti, riteniamo molto soddisfacente l’implementazione del multitasking e delle feature ad esso connesse (ad esempio troviamo fantastico che il sistema riconosca le app che utilizziamo di più e le mantenga aggiornate). Non mi entusiasma ancora, particolarmente, dover effettuare il famoso “doppio tap” per aprire la barra del multitasking, ma chissà che in futuro la rimozione del pulsante fisico non aiuti in tal senso. Anche Spotlight (finalmente!) è stato rivisto e migliorato, la nuova gesture a tutto schermo (ricordiamo che basta un pull down in qualsiasi parte della springboard per attivarlo) convince e, anche se forse avrebbe fatto storcere il naso a Steve Jobs (il quale non amava il sovrapporsi di gesture) i nostri beta tester ci confermano che mai hanno attivato il notification center al posto di Spotlight o viceversa.

Il resto della grafica di sistema utilizza lo sfondo bianco e questo contribuisce sicuramente a rendere all’insieme un profondo senso di eleganza, il tutto unito all’utilizzo dell’Helvetica Neue, un font decisamente azzeccato, molto sottile, ma che il retina display riesce comunque a far risaltare al meglio. Qualcuno si è lamentato di un possibile problema di visualizzazione, questione che probabilmente è stata affrontata anche a Cupertino, vista la possibilità data all’utente di settare la grandezza del font. A proposito dello schermo bianco, abbiamo letto più volte che ciò comporterebbe un aumento del dispendio energetico, ma non è così. Nei display LCD presenti in tutti i device della mela, infatti, il dispendio energetico è caratterizzato dalla presenza delle lampade di retroilluminazione assenti nei display OLED. Lampade che restano accese, qualunque colore venga riprodotto, quindi.

L’utilizzo del font in questione, unito alla possibilità di impostare degli sfondi che rendono una sorta di effetto 3D, sfruttando delle piccole animazioni che sfruttano l’inclinazione del nostro iPhone, hanno fatto gridare alla “copia” di iOs su Android. Altri, notando il design ultra flat della risposta alla chiamata o dello swipe in mail hanno notato richiami al minimalismo introdotto con Windows Phone.
In tutta onestà, nonostante più minimale sia l’interfaccia più sia possibile oggettivamente arrivare a dei risultati similari, nonostante (in qualunque settore dell’industria moderna) prendere gli spunti dalle migliorie presenti in altri sistemi operativi non sia cosa certo nuova (parimente iOS negli anni è stato fonte di grande ispirazione per i concorrenti), gridare alla copia ci sembra quantomeno lontano dalla realtà.

springcomparison

Come possiamo vedere in figura, abbiamo preso in riferimento le diverse Springboard e il menù impostazioni di Windows Phone, Android e iOS 7, che rispecchiano in toto lo stile delle interfacce prese in esame. Crediamo che siano ormai molto caratterizzate, uniche e contraddistinguibili a sufficienza per ritenere ormai alquanto anacronistico continuare a parlare di copie di chiunque nei confronti dei rispettivi competitor.

comparazione os mobili

Per inciso, breve inciso, la cosa che mi ha sorpreso di più è stata solo la nuova disposizione a schede in Safari, praticamente identica a quella utilizzata in Chrome. Un’ottima idea alla quale, però, andrei coi piedi di piombo ad attribuire la proprietà a chicchessia, visto il richiamo evidente a una funzionalità come Cover Flow che, per tanti lustri, è stata implementata su MacOSX e iOS.

And… last but not least. iTunes Radio. Speriamo di vederla implementata al più presto anche in Italia, i più ottimisti dicono che sarà disponibile già al lancio iniziale, i più pessimisti dicono che ci vorrà un po’ più di tempo come avvenuto per iTunes Match. Il risultato, ad ogni modo, è che con iTunes Radio + Match Apple garantisce una delle migliori proposte del settore. Il tutto ad un’applicazione veramente ben riuscita. E poi iTunes Radio è gratis. Gratis.

Apple che fornisce una funzionalità gratis, quasi non sembra vero. Forse le cose in quel di Cupertino stanno veramente cambiando in fretta.
E, nonostante l’uomo per propria indole non sia mai propenso ai cambiamenti, ciò non vuol dire che ciò sia necessariamente un male.

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