A leggere in giro (twitter, blog, e testate IT in generale) qualunque geek fortunato possessore di un termostato Nest appare terrorizzato dall’acquisizione della società da parte di Google. Motivo ? “abbiamo invitato in casa nostra Nest e non Google” è l’affermazione che più di altre riassume il timore degli utenti. Il Nest per gestire in autonomia e intelligentemente il riscaldamento di casa incrocia pesantemente la nostra localizzazione e le nostre abitudini (in termini di temperatura, uscite di casa, sonno) tramite una connessione Internet per anticipare i nostri desideri e regolare la giusta temperatura.
Data la piega poco trasparente presa da Google, che raccoglie dati su qualsiasi aspetto della nostra vita per usarli proficuamente nelle sue campagne pubblicitarie, il timore è che Google metta un piede in casa e ci renda sempre più impossibile chiuderla fuori, senza tante spiegazioni e trasparenza (poi è Apple quella che chiude e ci costringe in un giardino dorato).
Io penso invece che o Larry Page si è completamente rincoglionito o ha capito che il modello Apple (hw + sw) è vincente e permette di garantire quella “user experience” che ancora manca ad Android e che dipende in egual modo da entrambe le componenti e soprattutto da come interagiscono tra loro. Per rendere in modo ottimale tutto ciò è necessario poter agire indipendentemente e con un controllo diretto sia su uno che sull’altra, essere in grado di recepire le esigenze dei clienti e riversarle immediatamente, senza filtro, nei reparti di ricerca e sviluppo, pronti ad interpretare e cavalcare il momento senza perdere tempo con i limiti imposti dai fornitori esterni.
E allora la spinta che stanno avendo i recenti dispositivi Motorola (proprietà Google) con Moto-G e Moto-X e la recente acquisizione di Nest, società che indipendentemente dai device ad oggi prodotti (termostato e rilevatore di fumi) brilla per la qualità del design, per il modello di business che ha portato a vendere milioni di unità, per le competenze tecniche, insomma per saper fare e vendere ottimo hardware con montato dell’ottimo software, potrebbe essere il segno di una svolta.
Insomma: non scommetterei molto sul fatto che il prossimo Nexus sarà ancora by LG (o Samsung, o HTC…)
Immagine tratta da: DigitalTrends