L’Italia è il paese dei balocchi, ma nessuno riesce a ridere, soprattutto quando un onesto commerciante si vede piombare in negozio la Guardia di Finanza per il sequestro di 4 iPad. Il motivo? I clienti non possono giocarci! Ma andiamo con ordine e raccontiamo questa storia tutta italiana.
Roberto Cairo vive ad Asti e a dicembre decide di aprire una nuova piadineria in città (il negozio si chiama Gina la Piadina). Roberto ha anche un’altra idea: perchè non consentire ai clienti di giocare con gli iPad tra una piadina e un panino, o mentre aspettano la loro ordinazione?
Un modo per offrire un servizio nuovo a chi entra in piadineria, con le persone contente di fare la fila e di attendere qualche minuto tra una partita ad Angry Birds e un bel quiz presente su iPad. Insomma, qualcosa di innocuo.
Roberto sapeva anche del decreto Balduzzi: la legge 388/2000 comma 2 dice che «la licenza è necessaria per l’attività di distribuzione di apparecchi e congegni automatici, semiautomatici e di gestione per i giochi consentiti». In pratica, il decreto vieta la «messa a disposizione presso qualsiasi esercizio commerciale di apparecchiature che attraverso la connessione telematica consentano ai clienti di giocare sulle piattaforme di gioco offerte dai concessionari on line, da soggetti autorizzati all’esercizio dei giochi a distanza, ovvero da soggetti privi di qualsiasi titolo concessorio o autorizzatorio rilasciato dalle autorità, facendo salve le sanzioni previste nei confronti di chiunque eserciti illecitamente attività di offerta giochi con vincite». In più ci sono anche leggi che limitano l’installazione di apparecchiature in grado di collegarsi ad internet senza l’autorizzazione ministeriale.
Per questi motivi, Roberto aveva disabilitato il browser su tutti gli iPad. Tra l’altro, pur volendo rispettare il decreto Balduzzi (ma non sarebbe stato necessario, visto che l’iPad non era in grado di collegarsi telematicamente a nessun servizio online), sui dispositivi Apple non si può in alcun modo installare l’apparecchiatura necessaria per collegare l’iPad al Monopolio, né è possibile applicare le autorizzazioni richieste e necessarie.
In pratica, sui 4 tablet, erano installati solo dei giochini utili per far perdere 5-10 minuti ai clienti in attesa della piadina. Come si fa ad equipararli alle macchinette del poker che troviamo in tanti bar?
Tutt’al più, questi iPad senza browser e con qualche giochino installato possono essere equiparati al massimo ad un mazzo di carte per giocare a scopa. Vogliamo vietare anche quello?
Intanto, però, la multa è arrivata. Roberto ci racconta che i finanzieri hanno solo fatto il loro dovere, rispondendo a determinati ordini, e anche che tutti loro sembravano dispiaciuti della situazione. Alla fine, dicevamo, la multa è arrivata: 5.300€ più il sequestro di tutti gli iPad.
Per Roberto la situazione è paradossale: “Qualche giorno fa sono venuti due finanzieri che mi hanno sequestrato quattro tablet. Li avevo messi sul banco, a disposizione dei clienti che tra una piadina e un panino potevano accedere a qualche applicazione con dei banalissimi giochi scaricabili su ogni iPad o leggere qualche quotidiano”. Per i militari, però, i tablet erano sprovvisti dell’autorizzazione necessaria per essere utilizzati in un locale pubblico e non avevano la prevista targhetta identificativa.
Per il titolare della piadineria si tratta di un atto assurdo e senza alcuna logica, mirato a colpire un semplice ed onesto esercente. Proprio per questo motivo, Roberto ora desidera portare alla ribalta quanto accaduto, non per farsi pubblicità, ma per fare in modo che in futuro non accada nulla di simile: “La legge deve essere chiara. Chi decide queste cose? Politici e giudici dovrebbero essere vicini ai cittadini onesti, non combatterli. Durante l’operazione c’era anche improvvisazione, con chiamate al Monopolio… nemmeno loro sapevano sapevano come muoversi, ed erano dispiaciuti…”
Fortunatamente due parlamentari hanno preso a cuore la situazione e presto presenteranno un emendamento alla Camera, perchè il problema non è la Guardia di Finanza che rispetta gli ordini, ma la legge italiana poco chiara soprattutto quando si parla di tecnologia. E’ ora di cambiare le cose, e di far fare le leggi (serie) a chi di tecnologia ne capisce qualcosa…
Tra l’altro, alla luce di quanto accaduto, rischiano in molti. Non solo chi ha deciso di far usare gli iPad in negozio, ma anche gli Apple Store e tutti i negozi della grande distribuzione, come Trony e Mediaworld. Anche lì, infatti, si trovano iPad che possono essere utilizzati liberamente dai clienti, sia per giocare che per navigare sul web. E anche per giocare a poker, trovare online come fare una bomba e tutte quelle altre cose che la legge dovrebbe combattere. Seriamente però.