Secondo una ricerca Unisys, le aziende stanno ottenendo risultati di business misurabili implementando strategie per il mobile. In particolare, lo studio mostra un gap tra le organizzazioni che hanno implementato strategie mobili e quelle che non lo hanno fatto.
Lo studio mostra un significativo gap tra le organizzazioni che hanno implementato strategie mobili e quelle che non lo hanno fatto. “Le aziende mobili” – quelle che hanno una strategia definita e una roadmap tecnologica, metriche per la misurazione dei risultati e un piano globale di governance che integra la mobility – ottengono risultati migliori rispetto a chi non ha messo in piedi un piano strutturato.
Migliori risultati con un sistema strutturato di misurazione dei risultati
Il 61% degli intervistati afferma che le proprie aziende hanno adottato strategie mobili. Tuttavia, ci sono nette differenze nei livelli di maturità di queste strategie:
- Il 21% ritiene che la propria organizzazione sia all’avanguardia nel mobile.
- Il 40% etichetta la propria azienda come “attiva nel mobile”, con strategie e policy definite, ma non con una amministrazione proattiva.
- Il 28% parla di “consapevolezza mobile”, con alcune iniziative per la mobility e alcune policy definite, ma non una strategia e una governance globali.
- L’11% dichiara che la propria azienda è totalmente sprovvista di una strategia, di policy adeguate e di una gestione della mobility.
“Questo studio dimostra chiaramente che il successo richiede un approccio olistico e combinato che include una strategia, applicazioni business e misurazione dei risultati oltre a una infrastruttura tecnologica,” ha commentato Darren McGrath, Global Director Mobility Solutions di Unisys. “Avere un piano strutturato per la mobility ha effetti positivi sul business, mentre un programma poco coerente crea il rischio di improvvisazione e di un approccio tattico e non strategico.”
Globalmente, tutti gli intervistati dichiarano che l’implementazione di un programma per la mobility ha portato dei benefici alla propria azienda. Per il 53% (il 42,4% in Italia) ha permesso di creare nuovi canali con i clienti e ha migliorato le interazioni con essi. Il 51% (il 45,5% in Italia) dichiara che la strategia mobile ha consentito loro di ridefinire i processi di business consentendo l’accesso da mobile alle informazioni aziendali. Il 50% (il 33,3% in Italia) ritiene che le capacità mobili abbiano permesso di migliorare prodotti esistenti.
Tuttavia, sono le aziende che si sentono all’avanguardia nel mobile a riconoscere un maggior ROI derivante da una corretta strategia:
- Il 79% dichiara che la propria azienda è stata in grado di misurare il ROI relativo alla mobility, rispetto al 58% della totalità degli intervistati.
- L’84% (dato che raggiunge il 94% in Italia) evidenzia un incremento nella produttività rispetto allo scorso anno attraverso i programmi per il mobile, rispetto al 70% del totale e del 52% degli appartenenti alle aziende sprovviste di qualunque strategia.
- Il 75% afferma che la mobility ha generato nuovo fatturato nell’ultimo anno, rispetto al 30% delle aziende che parlano di consapevolezza o di strategia nulla.
Lo studio evidenzia una serie di fattori che stanno guidando questi risultati:
- Il 65% delle aziende dichiara di utilizzare un processo formale, basato sulla tecnologia per misurare il ritorno sull’investimento.
- Il 32% degli intervistati usano un processo formalizzato ma manuale, mentre il 36% utilizza processi informali e ad hoc di misurazione.
- Il 16% non misura del tutto il ROI
“Questi dati dimostrano che il successo nella mobility è il risultato di una pianificazione attenta, di strategie intelligenti e di una esecuzione consistente,” ha dichiarato McGrath. “Un approccio complessivo e organizzato può migliorare la produttività, aumentare il fatturato, creare innovazione e trovare nuovi modi per interagire con i clienti.”
IDG Connect ha condotto la ricerca per conto di Unisys nel mese di settembre e ottobre del 2013. Il sondaggio ha coinvolto 449 manager e responsabili IT attivi negli acquisti di tecnologia presso aziende con più di 250 dipendenti con sedi in 13 paesi: Stati Uniti, Canada, Brasile, Messico, UK, Germania, Italia, Francia, Spagna, Belgio, Paesi Bassi, Australia e Nuova Zelanda.