Ricordate la foto raffigurante un’operaia cinese, che un ragazzo inglese ha trovato sul suo iPhone nuovo di zecca? Molti si sono chiesti che fine avesse fatto: è stata licenziata o è ancora li ad assemblare iPhone?
La ragazza in questione è originaria del Guangdong ma oggi è conosciuta solo come “operaia più carina”, e «ambasciatrice dello spirito positivo» del Paese, infatti la notizia della sua foto ha fatto il giro del web e in poche ore è diventata famosa in tutto il mondo.
Malgrado molti siti si siano prodigati alla ricerca dell’identità della ragazza, al momento non si sa nulla se non il suo paese di origine e che, probabilmente, è stata già licenziata, in barba ai nomignoli e alle frasi di circostanza dei grandi capi della fabbrica cinese.
A rilevarlo è stata PredatoryWasp86 sul proprio blog, la quale assicura che la iPhone Girl non lavora più nella fabbrica e che lei lo sa per certo perchè sua collega. Tali parole devono logicamente essere prese con le molle.
Alcuni giornalisti cinesi sono subito andati a Shenzhen, sede della fabbrica in cui si assemblano gli iPhone, per scoprire la verità.
Bene, se Edmund Ding, manager della società, non si fa trovare al telefono, il portavoce Liu Kun faceva sapere che “no, l’operaia non è stata cacciata” e alla domanda su come sono finite quelle foto sull’iPhone, il portavoce risponde: “Probabilmente la dipendente ha testato l’apparecchio dimenticandosi poi di cancellarle”.
Ma malgrado queste parole rassicuranti, i giornalisti dopo giorni di appostamento davanti alla fabbrica non sono riusciti a trovare la ragazza. La buona notizia, però, è che alcuni registi si stanno già muovendo per scritturarla e raccontare la sua storia.
UPDATE: grazie alla segnalazione dell’utente Pirullo abbiamo appurato che la fantomatica collega PredatoryWasp86 altri non è che un utente di macrumors.com, tra l’altro residente negli USA. L’errore, o l’invenzione, è stata fatto dal giornalista del corriere.it, da cui abbiamo preso la notizia. Ammettiamo il nostro errore nel mancato controllo approfondito della notizia, ma una fonte così autorevole come il Corriere.it era per noi già una garanzia sufficiente.