Perché è così difficile avere un personaggio femminile in un Endless Runner?

Avere un personaggio donna in un endless runner è realmente difficile. Nell’anno in cui le donne insorgono nel mondo del videogioco per lamentare la presenza di un party totalmente maschile in Final Fantasy XV, che ha scatenato numerose polemiche, anche il Washington Post si fa sentire sottolineando come trovare una donna nei titoli mobile sia realmente difficile.

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Di tutte le app che hanno la possibilità di far riconoscere se si sta giocando con un uomo o con una donna, il 98 per cento di essi offrono un personaggio esclusivamente maschile. Ciò che colpisce è che soltanto il 46 permette di scegliere una donna. Ancora peggio, però, perché di queste 50 app il 90 per cento offre il personaggio maschile gratuitamente, mentre soltanto il 15 per cento delle donne è disponibile gratuitamente. Considerando che il 60 per cento dei giocatori di Temple Run, che è stato acquistato più di un miliardo di volte, sono donne tale statistica risulta essere decisamente scostante.

A sottolineare la statistica è Madline Messer, una studentessa di 12 anni che ha deciso di investigare su tale situazione analizzando i migliori 50 endless runner presenti sull’App Store e la presenza delle donne in essi. D’altronde nell’agosto del 2014 un’analisi firmata da Flurry aveva indicato che le donne spendono più tempo e più soldi nei videogiochi avendo anche risultati migliori rispetto a quelli raggiunti dagli uomini. I giochi che preferiscono le donne appartengono ai generi che permettono un’ottima monetizzazione sul mobile, come per esempio i social game, i casino game, i puzzle e anche i titoli di simulazione. Gli endless runner sono preferiti dalle donne, stando sempre alla statistica di Flurry, a discapito degli uomini.

Ci sono due modi di guardare tale strada: una è quella che giustifica tale decisione con una semplice situazione di ignoranza, con gli sviluppatori che non sono ignari abbastanza da non rendere personaggi femminili disponibili di default, tenendo lontane molte delle donne che si avvicinerebbero invece al titolo e darebbero linfa vitale al prodotto: d’altronde Candy Crush Saga, così come i social casino games, vivono grazie soprattutto all’apporto delle donne. La seconda strada, invece, che è sicuramente più cinica, vede gli sviluppatori ben consci della situazione e che decidono di porre i personaggi femminili a pagamento volutamente, aumentando la monetizzazione grazie a chi persegue necessariamente la donna come personaggio da guidare.

Può indubbiamente essere un caso, non lo escludiamo: l’assenza delle donne non dev’essere necessariamente un qualcosa di ragionato, però dinanzi a un Game of War, titolo disponibile gratuitamente per iPhone, storcere il naso non è difficile. D’altronde il titolo si affida alla strategia di marketing che vede Kate Upton vestire i panni della donna attraente, che vi costringerà a pagare il suo acquisto per poterla avere con voi. Il punto è chiaro: i game designer conoscono l’appeal che può avere un personaggio femminile in un prodotto videoludico, quindi se ne approfittano abilmente. Finendo così che, anche nel videogioco, la donna permane un motivo di lucro e non di eterogenea offerta videoludica.

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