Quando si guarda un Apple Watch, l’ultima cosa che viene in mente è l’iPod: lo smartwatch e il lettore MP3 di Apple non hanno molte cose in comune, salvo forse per l’applicazione Musica. Se, però, Apple Watch e iPod condividono poco in termini di somiglianze fisiche, in realtà hanno molto più in comune rispetto a quanto si possa pensare. L’Apple Watch potrebbe finire per essere importante tanto quanto l’iPod lo è stato tanti anni fa. Come? Grazie all’effetto “halo”.
Cos’è l’effetto halo? Semplice: se un prodotto è capace di trascinare le vendite di altri prodotti, allora si parla di “effetto halo”. L’iPod è stato fondamentale per il successo di Apple, che dal 2001 in poi ha visto aumentare le vendite dei suoi Mac. Lo stesso è successo con l’iPhone, che ha fatto conoscere Apple ad un numero sempre maggiore di persone. E lo stesso potrebbe fare l’Apple Watch, soprattutto verso gli utenti Android o verso le persone meno appassionate di tecnologia.
Nel corso dei cinque anni successivi al lancio dell’iPod, le vendite dei Mac sono praticamente raddoppiate, quando il mercato dei computer era in netto calo. Ed Apple ha iniziato ad essere forte proprio a partire da quegli anni, anche se ora l’effetto halo dell’iPod è andando scemando.
Ma l’Apple Watch potrebbe ripetere quello che è accaduto anni fa, e ricreare un enorme effetto alone…
Proprio come l’Apple Watch, quando venne rilasciato l’iPod era necessario possedere un altro prodotto Apple per farlo funzionare. Allora era necessario avere un Mac (e solo qualche anno più tardi un PC Windows) per poter sincronizzare la musica tramite iTunes, oggi è indispensabile avere un iPhone per poter sfruttare l’Apple Watch. Tra l’altro, nel 2001 Apple non era forte come oggi, ma l’iPod riuscì comunque a convincere molte persone ad acquistare un Mac da migliaia di dollari. Oggi l’obiettivo è ancora più semplice, visto che Apple è all’apice del suo successo.
Ma le vendite dell’iPod iniziarono a decollare solo quando Apple “aprì” le porte a Windows. Milioni di utenti che usavano i PC da anni acquistarono l’iPod e videro che funzionava alla perfezione, a differenza dei computer Windows che spesso davano problemi. Le persone cominciarono a chiedersi “Ma se l’iPod funziona così bene, perchè non provare un Mac?“. Da lì, iniziarono ad aumentare (anzi, a raddoppiare…) le vendite dei Mac. Era l’effetto halo. L’iPod era per quegli anni troppo bello e rivoluzionario se confrontato con i PC e il sistema operativo Windows. Ovviamente, Apple sapeva anche che l’esperienza di un Mac avrebbe reso felici tutti coloro che provenivano da anni di PC…
Quando l’Apple Watch sarà disponibile dal prossimo 24 aprile, potrebbe accadere qualcosa di simile. Lo smartwatch di Apple è ancora più legato ad un altro prodotto dell’azienda di quanto non lo sia stato l’iPod anni fa. Ed Apple non ripeterà quanto accaduto con il suo lettore MP3, aprendo le porte magari agli smartphone Android. L’Apple Watch funziona e funzionerà solo se abbinato ad un iPhone, perchè l’esperienza utente deve essere univoca e perfetta.
Questo significa vendere tanti Apple Watch a chi già possiede un iPhone, convincere chi ha un vecchio iPhone ad aggiornarlo, e spingere utenti di altri produttori (Android, Windows Phone…) a passare ad iOS. Inoltre, proprio come l’iPod, l’Apple Watch non è solo un prodotto tecnologico. Si tratta di un dispositivo alla moda, bello esteticamente, indirizzato anche ad un pubblico diverso dai soliti geek. In tanti acquisteranno l’Apple Watch e lo abbineranno, ovviamente, all’acquisto di un iPhone, visto che chi fa acquisti di questo tipo per sola “moda” non si fa molti problemi di soldi. Intanto, Apple guadagna una nuova fetta di utenza, non propriamente appassionata di smartphone e tecnologia.
Senza l’Apple Watch, probabilmente Apple non avrebbe mai raggiunto queste persone.
Anche gli utenti Android saranno toccati dall’effetto halo. E’ vero, ci sono tantissimi smarwatch Android disponibili sul mercato, ma se l’esperienza dell’Apple Watch è così superiore come le prime recensioni dicono, allora in tanti potrebbero essere convinti a provarlo e, magari, ad abbandonare il vecchio smartphone Android per acquistare un iPhone.
E, a differenza dell’iPod, dove quasi tutti gli switcher erano attratti in primis dell’iPod, questa volta l’effetto halo funzionerà nei due sensi. L’Apple Watch attirerà sicuramente una quota di utenti Android che acquisteranno l’iPhone, ma allo stesso tempo milioni di nuovi utenti iPhone ogni mese saranno attratti dall’Apple Watch.
L’effetto halo dell’iPod non aveva come obiettivo quello di costruire un ecosistema. Piuttosto, Apple voleva “chiudere” l’utente su iTunes grazie anche alle politiche sui DRM. Lo scopo dell’iPod era quello di far conoscere il Mac a milioni di persone che non ne avevano mai usato uno in passato.
L’Apple Watch, invece, fa parte di un ecosistema, e potenzialmente potrebbe avere un successo superiore rispetto a quello del primo iPod. Con il lettore MP3, Apple riuscì a trasformare le vendite del dispositivo in una piccola percentuale di utenti Mac. Nel primo trimestre del 2008, 22 milioni di iPod venduti si tradussero in meno di 2,5 milioni di Mac. Con l’Apple Watch, la correlazione è di 1:1 e ogni vendita è un’opportunità di “bloccare” l’utente nell’ecosistema Apple, obbligando a chi ha un vecchio iPhone ad acquistarne uno più recente, e portando tanti utenti Android su iOS.
E questo potrebbe essere solo l’inizio. L’iPod non faceva altro che riprodurre musica, ma l’Apple Watch è al tempo stesso un dispositivo alla moda e un gadget tecnologico che fa molte più cose, grazie anche alle tante app che saranno sviluppate nei prossimi mesi.