Apple fa pressione sulle major discografiche per favorire il proprio futuro servizio di streaming musicale?

Apple sta preparando il lancio di un nuovo servizio di streaming musicale da integrare in iTunes e iOS. L’azienda di Cupertino è preoccupata dalla concorrenza che già opera in tale settore e, in base ad alcune indagini, sembra che stia provando a spingere alcune case discografiche ad abbandonare alcuni dei servizi già utilizzati dagli utenti.

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Dopo l’acquisizione di Beats e del suo servizio di streaming musicale, tutti si aspettano che Apple proponga un nuovo e rivisitato servizio di streaming musicale in stile Spotify, ma integrato in iTunes e in iOS. Sembra che oramai siano maturi i tempi di un annuncio di questo tipo che, in ogni caso, richiede la stipula di accordi particolari con le major discografiche che dovranno mettere a disposizione i propri contenuti.

Attualmente il mercato offre molti servizi che, oltre a proporre la stipula di un abbonamento vero e proprio, offrono a tutti la possibilità di fruire della musica offerta anche in modo gratuito ponendo alcune limitazioni. Spotify, ad esempio, è in grado di offrire un servizio del genere grazie agli accordi stipulati proprio con le major discografiche che, secondo il Dipartimento di Giustizia americano, ultimamente stanno subendo alcune pressioni da parte di Apple. Le presunte pressioni che la casa di Cupertino è accusata di esercitare riguardano proprio la stipula dei contratti che permetterebbero a servizi come Spotify di offrire un servizio gratuito che, almeno al momento, viene utilizzato dalla maggior parte dell’utenza che giornalmente usufruisce del servizio.

Spotify, al momento, ha circa 60 milioni di utenti sparsi in tutto il mondo e solo 15 milioni usufruiscono del servizio a pagamento. Qualora Apple riesca a convincere le case discografiche a recedere o non rinnovare i contratti che permettono la fruizione del servizio freemium, ci sarebbe una grande fetta d’utenza disposta a continuare ad usufruire di servizi simili pagando.

Sembra inoltre che Apple sia disposta a pagare ad Universal Music Group la tassa di licenza YouTube pur di ottenere la sospensione della riproduzione dei brani controllati dalla casa discografica attraverso la piattaforma.

Queste presunte pressioni al momento sono al vaglio degli inquirenti che, una volta acquisite tutte le prove, potranno decidere di accusare o meno Apple.

In uno scenario di questo tipo dove Apple si porrebbe come nuovo fornitore di musica in streaming e con la riduzione dei servizi freemium è chiaro che l’azienda troverebbe un nuovo mercato e terreno fertile per la crescita del futuro servizio. Inoltre non è detto che tale servizio rimanga un’esclusiva di iOS e iTunes allargando ancor di più le possibilità di profitto.

Probabilmente scopriremo presto le decisioni di Apple in merito a tale servizio durante la WWDC 2015 che potrete seguire, come al solito, attraverso le pagine dei nostri blog.

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