Uber Pop, il tribunale di Milano blocca il servizio in tutt’Italia

Là dove non arriva l’abusivo esercizio della professione (art. 348 del codice penale), arriva la concorrenza sleale. Uber Pop, come da sentenza del Tribunale di Milano, da questo momento è stato sospeso su tutto il territorio nazionale con inibizione dalla prestazione del servizio.

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Il più noto dei sistemi di taxi privati per il pubblico viene così definitivamente fermato, nonostante in Italia, e in particolar modo a Milano, stesse andando avanti il processo di assunzione dei nuovi autisti, come vi abbiamo raccontato anche qualche giorno fa. Restano semplicemente parole e rassicurazioni verbali sul non dover temere le sanzioni e le multe, che possono arrivare fino a 7000 euro con sequestro del veicolo e sospensione della patente fino a ricorso al giudice di pace: nella pratica ora non c’è più nulla, perché il Tribunale di Milano ha accolto il ricorso presentato dalle associazioni di categoria dei tassisti per concorrenza sleale.

Supportati dagli avvocati Marco Gistuniani, Nico Moravia, Giovanni Gigliotti e Alessandro Fabbi, le organizzazioni sindacali dei tassisti avevano presentato il ricorso contro Uber e il giudice della sezione specializzata imprese del Tribunale di Milano, Claudio Marangoni, con un’ordinanza ha deciso di accogliere il ricorso. Uber avrà 15 giorni di tempo, adesso, per adeguarsi all’inibitoria disposta, altrimenti scatteranno delle penali per l’azienda. Uber avrà comunque la possibilità di fare ricorso, a sua volta, cosa che verosimilmente ci aspettiamo.

Uber è disponibile gratuitamente per iPhone, sia nella sua versione con berlina nera che con quella, appunto, Pop.

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