Durante il Google I/O del 2015, keynote di apertura della kermesse dell’azienda americana, dopo la preview su Android M e su Android Pay, arriva il momento di Project Brillo, il sistema operativo che permetterà di collegare l’ “Internet of Things”, per un ecosistema perennemente connesso.
Google persegue l’obiettivo di collegare tutto allo smartphone, mettendo al centro di questo sistema il nostro device più mobile: tutto ciò sarà possibile con il supporto di Weave, il tool di collegamento tra i Brillo device. Tutti i device Android riusciranno a riconoscere i device con Brillo e Weave, per connettersi automaticamente, per un sistema operativo incredibilmente leggero, che sarà in grado di girare su dispositivi anche con RAM decisamente inferiore, arrivando anche a toccare 32/64 MB, a patto che sia basato esclusivamente su Android. Vi sarà comunque il supporto alle tecnologie Bluetooth e Wi-Fi e sarà disponibile nel corso del Q3 2015 in versione beta per gli sviluppatori: per l’utenza finale bisognerà attendere una nuova release. Weave, il tool di supporto, arriverà invece nel Q4 dello stesso anno.
Dopo Android@Home, l’azienda di Mountain View prova a ricostruire l’ecosistema perfetto, che possa arrivare a realizzare un’unione generale tra tutte le app a nostra disposizione, cercando di unire anche i dispositivi smart presenti all’interno delle nostre abitazioni, con il supporto di Weave. Un progetto corposo, pretenzioso e che potrebbe effettivamente rappresentare una svolta nel campo della comunicazione cross-platform.