Dopo l’ordinanza cautelare del Tribunale di Milano, che ha imposto a Uber di cessare temporaneamente tutte le attività riguardanti UberPOP su tutto il territorio italiano, dando 15 giorni di tempo prima di rendere la decisione effettiva, l’azienda americana ha deciso di sottostare alle indicazioni dei giudici e cessare la propria attività.
La settimana scorsa l’Autorità per la Regolamentazione dei Trasporti, ente creato dal Governo nel 2011 per fornire indicazioni sul trasporto e proporre modifiche alle leggi attuali, aveva dato il benvenuto ai nuovi modelli che potessero dare un miglioramento alla mobilità cittadina come il ridesharing: sostenuto da moltissimi cittadini, tra cui anche politici, tale situazione ha creato un movimento che ha voluto spingere verso una nuova regolamentazione, che potesse prendere in considerazione tutti i nuovi modi di spostamento in città.
Nonostante ciò, però, la decisione dei giudici resta irrevocabile e per questo motivo dalle 12 del 10 giugno 2015 il servizio UberPOP si ferma. Tutti gli account saranno automaticamente disattivati, pertanto nessuno sarà più visibile all’interno del sistema e nessuno potrà più convocarvi per una corsa. L’azienda assicura che si continuerà a perseguire una lotta e un miglioramento da questo punto di vista e nei prossimi giorni elencherà a tutti i dipendenti quali saranno le prossime mosse che saranno compiute. Intanto anche il centralino di UberPOP è stato messo KO, con squilli a vuoto che vengono fermati dopo pochi secondi, senza linea dall’altro capo. Una sconfitta per l’azienda americana che assicura uno stop non oltre il 2 luglio, giorno in cui si tornerà alla carica per trovare un nuovo spiraglio giuridico all’interno del sistema burocratico italiano.
Resta comunque attivo il servizio di Uber, le berline nere che potranno essere convocate in qualsiasi momento per usufruire di un sistema di taxi privato: a guidarli non troverete più, però, cittadini comuni come voi stessi.