Jimmy Iovine parla di Apple Music, dei concorrenti e della reazione di Apple alle parole di Taylor Swift

È da molte settimane che si sente parlare di Apple Music e, sin da prima del suo lancio, vi abbiamo parlato di tutti i retroscena di questo nuovo servizio. Ora è Jimmy Iovine a svelare alcuni altri retroscena davvero interessanti.

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Jimmy Iovine ha rilasciato un’intervista alla testata inglese Evening Standard in cui ha svelato alcuni retroscena interessanti su Apple Music.

Dopo l’annuncio di Apple Music, Apple è stata al centro della scena a causa del fatto che, secondo i piani iniziali, l’azienda non avrebbe pagato alcuna revenue per la riproduzione dei brani nei primi 3 mesi di gratuità del servizio. A seguito delle pressioni di Taylor Swift e altri artisti Apple ha poi cambiato idea riguardo questo punto concedendo una revenue a tutti gli artisti per ogni riproduzione dei propri contenuti fruibili attraverso il servizio.

Iovine ha raccontato che, dopo una rocambolesca catena di telefonate tra Eddy Cue, Tim Cook, lo stesso Jimmy Iovine e Scott Borchetta, direttore della casa discografica per la quale lavora Taylor Swift, è stata chiara la necessità di pagare gli artisti nonostante i 3 mesi di totale gratuità del servizio per i clienti.

Jimmy Iovine ha inoltre aggiunto alcuni dettagli sulle decisioni prese riguardo i meccanismi che regolano Apple Music: a differenza di molti altri servizi musicali, quello di Apple non usa solo semplici algoritmi per la segnalazione della musica agli utenti in base alle loro preferenze, ma ci sono team di esperti che elaborano e segnalano la musica di ipotetico maggiore interesse per ogni utente nella sezione “Per te”. Secondo Iovine al momento non esiste alcun altro servizio di streaming musicale come Apple Music che riesca ad offrire contenuti sempre interessanti all’utente proprio a causa della troppa meccanicità dei servizi concorrenti. Apple Music, secondo questa visione, si pone come un servizio davvero unico nel suo genere.

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