Apple rilascerà le API per la ricerca universale su Apple TV

La Apple TV arriverà ufficialmente tra poche settimane, ma diversi dettagli sulle sue funzioni sono ancora avvolti dal mistero. Ad esempio, Apple ha annunciato che la funzione di ricerca universale tramite Siri comprenderà solo i dati da iTunes, Netflix, Hulu, Showtime e HBO, senza incorporare i dati di applicazioni terze che non hanno richiesto una collaborazione diretta con l’azienda. Fortunatamente, questo primo annuncio di Apple è stato “modificato” ieri da Tim Cook.

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In un’intervista a Buzzfeed, Tim Cook ha fatto sapere che presto saranno rilasciate le API per incorporare la ricerca universale in qualsiasi app, anche senza la collaborazione diretta con Apple. Questo significa che saranno i singoli sviluppatori a scegliere se consentire o meno la ricerca tramite Siri dei dati contenuti nelle applicazioni per Apple TV:

Al momento del lancio avremo le ricerche tramite Siri solo su iTunes, Netflix, Hulu, Showtime e HBO, ma presto rilasceremo le API in modo tale che tutti gli sviluppatori potranno integrare questa funzione nelle proprie app

In questo modo, gli utenti potranno usare Siri su Apple TV per trovare i contenuti presenti in qualsiasi applicazione installata sul dispositivo, anche se al momento non sappiamo quando verranno effettivamente rilasciate queste nuove API.

Tim Cook fa sapere anche che la Apple TV non favorirà alcun servizio in particolare, nemmeno quelli offerti da iTunes: se un utente vuole guardare un film o un programma TV da Netflix, tale opzione sarà la priorità. Un esempio? Se sono abbonato a Netflix e voglio guardare una serie di cinque stagioni, una ricerca su Apple TV mi dirà che le prime tre serie sono a mia disposizione gratuitamente su Netflix (a cui sono abbonato), mentre la quarta è disponibile per l’acquisto su iTunes e la quinta solo su HBO.

Ricordiamo che la ricerca tramite Siri non sarà inizialmente supportata in italiano.

Ieri, Tim Cook ha poi ritirato il premio offerto dalla Human Rights Campaign Visibility per la lettera che il CEO di Apple ha scritto qualche mese fa, quando dichiarò pubblicamente la sua omosessualità. Dopo il ritiro del premio, Tim Cook ha affrontato proprio questo argomento:

Siamo più vicini che mai al giorno che sognava Martin Luther King, quello in cui i nostri figli saranno giudicati solo per il loro carattere e la loro personalità. Ma quel giorno non è ancora arrivato. Ho scritto una lettera che era profondamente personale. Ho voluto prestare la mia voce alle persone che non erano ancora pronte a parlare. Era una lettera aperta al pubblico, ma era indirizzata soprattutto a tutti coloro che sono stati respinti dagli amici, dalla comunità, e anche dalle loro famiglie, semplicemente perchè omosessuali. Vi dirò, a me non piace essere al centro dell’attenzione. Sono una persona molto privata. Crescendo mi è stato insegnato che bisogna distinguersi per quello che si fa in vita, non per quello che si dice o quanto forte lo si dice. Ma a volte bisogna essere forti ed urlare. La gente ha bisogno di sentirsi dire che essere gay non è una limitazione. La gente ha bisogno di sentire che essere gay non limita le opportunità che ti offre la vita. La gente ha bisogno di sentire che si può essere gay, transgender o qualsiasi altra cosa che si desidera nella vita.


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