Apple contro FBI, il gioco si fa duro!

La Commissione Giustizia della Camera dei Rappresentati degli Stati Uniti terrà un’udienza sulla crittografia dei dati mobile il prossimo martedì, con Apple che sarà rappresentata da Bruce Sewell. Intanto, Apple ha pubblicato una risposta ufficiale alle richieste del governo, ricevendo il sostegno di Microsoft, Google e tante altre aziende.

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Sewell, SVP di Apple e consigliere generale dell’azienda, prenderà parte all’audizione “The Encryption Tightrope: Balancing Americans’ Security and Privacy“, che si terrà il primo marzo alle ore 19 italiane. All’udienza parteciperà anche James Comey, direttore dell’FBI, colui che più di tutti sta spingendo per obbligare Apple ad aprire una backdoor sui propri dispositivi. Lo scopo di questa udienza è quello di trovare una soluzione che permette l’applicazione della legge da una parte, e la tutela della privacy dei cittadini dall’altra.

Intanto, Apple ha pubblicato una mozione ufficiale che sarà inviata al tribunale per spiegare quella che è la posizione dell’azienda. Le parole sono chiare: “Non abbiamo intenzione di creare un OS per il governo, perchè costituirebbe un grave precedente per tutti i cittadini”. 

La mozione è stata registrata a nome degli avvocati Apple Theodore Olson e Theodore Boutrous e in essa sono presenti critiche al governo, che chiede di rispettare una legge del 1789, e menzioni al primo e al quinto emendamento per difendere la posizione dell’azienda.

Ecco le parti più importanti di questa mozione:

Questo non è un caso su un singolo iPhone. Piuttosto, con questo caso il Dipartimento di Giustizia e l’FBI cercano, attraverso i tribunali, di avere un potere molto pericoloso, che il Congresso e il popolo americano hanno sempre ostacolato: la capacità di costringere le aziende come Apple a minare gli interessi di sicurezza e privacy alla base di centinaia di dispositivi sparsi in tutto il mondo

Noi non abbiamo altre informazioni sul telefono incriminato, e non abbiamo la possibilità di accedervi. L’unico modo per effettuare questa operazione è quello di scrivere un sistema operativo ad-hoc per il governo, ma questo creerebbe un gravissimo precedente.

Il governo dice “solo per questa volta” e “solo per questo telefono”. Ma il governo sa che queste dichiarazioni non sono vere, infatti ha già presentato diversi altri ordini simili in passato, alcuni dei quali sono ancora discussi nei vari tribunali sparsi per il paese.

Se questo ordine verrà confermato dal tribunale, sarà solo questione di giorni prima che qualche altro pubblico ministero o giudice, in qualche altro caso importante, invierà un ordine simile usando questo importante precedente. Una volta che le porte sono aperte, senza possibilità di richiuderle, la sicurezza dei dispositivi su cui Apple ha lavorato per anni verrà meno senza nemmeno una discussione da parte del Congresso.

E questo precedente potrebbe essere usato non solo contro Apple e altri produttori di smartphone, ma anche nei confronti di cittadini terzi innocenti. Ad esempio, secondo le teorie legali sostenute dal governo in questo caso, l’FBI potrebbe costringere i cittadini a fare ogni sorta di cosa “necessaria” per assistere gli inquirenti a far rispettare le leggi. Un’azienda farmaceutica potrebbe essere costretta a creare un farmaco per l’iniezione letale a sostegno di una condanna a morte legalmente rilasciata, oppure un giornalista potrebbe essere obbligato a pubblicare una falsa notizia al fine di aiutare gli inquirenti a trovare un fuggitivo. E, ancora, il giudice potrebbe costringere una società che produce software ad inserire un codice dannoso in un futuro aggiornamento automatico, al solo scopo di rendere più facile per il governo condurre le proprie indagini.

Infatti, secondo la teoria del governo portata avanti in questa causa, qualsiasi soggetto la cui assistenza è ritenuta necessaria da parte degli inquirenti nell’ambito della legge sugli atti procedurali può essere costretto a fare tutto ciò di cui il governo ha bisogno per portare avanti le indagini. Se questi poteri assoluti potrebbero essere molto interessanti per il governo, semplicemente non piacciono ai cittadini e violerebbero la nostra Costituzione. E, soprattutto, software di questo tipo aprirebbero le porte a criminali informatici e ad agenti segreti di altri paesi, che potrebbero facilmente sfruttare questa backdoor. In breve, il governo vuole costringere Apple a creare un prodotto storpio e insicuro. Una volta creato questo procedimento, forniremo una via di accesso ai criminali e agli agenti stranieri per accedere ai dati di milioni di iPhone. E, una volta messo a punto questo software speciale per il nostro governo, sarà solo questione di tempo prima che altri governi chiedano lo stesso strumento.

Con questa decisione, le aziende tecnologiche potrebbero anche essere costrette a fornire fino a 10 ingegneri dalle due alle quattro settimane per creare e distribuire il software richiesto. Ingegneri pagati dalla stessa azienda per fare tutt’altro.

Il governo sta tentando di usare uno statuto del 1789 che, tra le altre cose, non è mai stato utilizzato in passato. Sono alla ricerca di un ordine del tribunale per costringere Apple a scrivere un nuovo software.

La pensa diversamente l’FBI, che dalla bocca del direttore James Comey fa sapere che questa decisione del tribunale non creerà un precedente e non indebolirà le protezioni dei vari dispositivi in commercio. Secondo Comey, è improbabile che questa causa diventi un’apripista per altri procedimenti simili, anche se ammette che la decisione del tribunale sarà comunque riconosciuta come “istruttiva” dagli altri giudici sparsi per il paese. “In ogni caso” aggiunge Comey, “Questa è la questione più difficile che io abbia mai visto. Bisogna discuterne bene come paese e su come gestire in futuro questioni simili”. 

Nel frattempo, Microsoft ha finalmente preso una posizione ufficiale nella questione tra Apple e l’FBI: il presidente Brad Smith ha detto ai membri della Camera dei Rappresentati degli Stati Uniti che la sua azienda sostiene Apple e che presenterà una mozione di sostegno per evitare rischi di un pericoloso precedente. Apple ha un importante alleato in questa dura battaglia legale. L’auspicio di Smith è che il governo non applichi leggi di centinaia di anni fa, ma che si discuta al Congresso per pubblicare una legge aggiornata in materia. Insieme a Microsoft, testimonieranno a favore di Apple anche Amazon, Twitter e Google.

In ogni caso, Apple ha iniziato a sviluppare misure di sicurezza ancora più forti per proteggere i dispositivi iOS. Queste nuove misure impedirebbero a chiunque di utilizzare tecniche di qualsiasi tipo per accedere e bypassare la sicurezza di un iPhone o iPad tramite attacchi “brute-force” per scovare i codici si accesso. Nello specifico, Apple vuole migliorare i metodi di crittografia per i backup di iCloud e aumentare la sicurezza dell’iPhone intervenendo anche via hardware sui prossimi modelli. Ad oggi, i backup iCloud sono criptato, ma la chiave viene memorizzata anche da Apple che, su richiesta del giudice, ha quindi la possibilità di fornire queste informazioni. Anche nel caso San Bernardino, Apple era pronta a fornire questi dati presenti nei backup iCloud, ma l’FBI ha chiesto al datore di lavoro del terrorista di modificare la password dell’ID Apple, impedendo di fatto ogni altro intervento da parte di Apple relativamente ai backup iCloud più recenti. Prossimamente, Apple vuole fare in modo che anche questi backup siano resi inaccessibili, anche per la stessa Apple. Per quanto riguarda le novità hardware, Apple vorrebbe fare in modo che, nel caso in cui venga installato un nuovo firmware senza codice di accesso valido inserito, l’iPhone cancelli automaticamente tutti i dati memorizzati al suo interno. A lavorare a questo nuovo sistema di sicurezza ci sarà anche il neo-assunto Frederic Jacobs, che in passato ha realizzato una delle app di messaggistica più sicure in circolazione (Signal).

In un articolo pubblicato sul New York Times, l’esperto Farad Manjoo mette in guardia i cittadini sui futuri rischi di una decisione sfavorevole ad Apple: “Il futuro è l’internet delle cose, con sempre più oggetti connessi online per le operazioni che effettuiamo quotidianamente. Potremo controllare con la voce porte, finestre e tantissimi elettrodomestici che saranno dotati di telecamere e microfono. Con questo precedente, il governo potrebbe chiedere ai vari produttori di creare dei sistemi che consentano agli inquirenti di spiare queste telecamere o gli stessi microfoni, con pericolosissimi rischi di attacchi anche da parte di hacker che sfrutterebbero ogni porta aperta nei vari sistemi”. 

Un nuovo sondaggio pubblicato questa mattina dimostra che il 33% degli americani crede che Apple non dovrebbe cedere alle richieste dell’FBI, anche se il 54% è consapevole che con una backdoor i dati personali sarebbero a rischio. Dal sondaggio emerge anche che gli elettori repubblicani sono più dalla parte dell’FBI, mentre la maggior parte dei democratici è a favore di Apple.

Ricordiamo che, la scorsa settimana, un tribunale della California ha chiesto ad Apple di sbloccare l’iPhone 5c di uno dei terroristi della strage di San Bernardino, ma l’azienda ha risposto che da iOS 8 in poi è impossibile effettuare questa operazione. Il governo e l’FBI hanno quindi chiesto di installare una backdoor su iOS, ma per Apple un’operazione di questo tipo consentirebbe a qualsiasi criminale informatico di accedere a questa “chiave universale” e di controllare i dati sensibili memorizzati su qualsiasi iPhone sparso per il mondo. Tra l’altro, Apple avrebbe potuto fornire il backup aggiornato di questo iPhone, se solo l’FBI non avesse chiesto al datore di lavoro dell’imputato di cambiare la password dell’ID Apple (l’iPhone 5c, infatti, era dell’azienda ed era stato fornito in uso al proprio dipendente).

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