Il reverendo Robert Palladino, un prete cattolico che aveva imparato l’arte della calligrafia in qualità di monaco cistercense della stretta osservanza, aveva ispirato i primi font creati nelle primissime macchine di Apple e, per estensione, anche quelli dei moderni computer. Stando a quanto riportato da The New York Times, Palladino aveva incontrato Steve Jobs durante una sua visita al Reed College a Portland, in Oregon, dove il prete aveva insegnato calligrafia dal 1969 al 1984. Jobs aveva preso l’abitudine di frequentare le sue classi dopo aver abbandonato la Reed nel 1972. La notizia della morte di Palladino ha iniziato a diffondersi in queste ore, ma stando al Catholic Sentinel, il prete sarebbe morto lo scorso 26 febbraio.
Nel 2005 Jobs parlò di Palladino durante uno speech tenuto all’università di Stanford, durante lo stesso speech che è diventato famoso negli anni e che di recente ha anche compiuto il suo primo decennio, padre di quel famoso claim che fu “stay hungry, stay foolish”: «Niente di quello che avevo imparato in questi anni avrebbe potuto avere una vera e propria applicazione pratica nella mia vita. Ma dieci anni dopo, quando iniziammo a pensare al primo Macintosh tutto mi tornò utile. Fu il primo computer ad avere una calligrafia. Se non mi fossi mai fiondato in quel singolo corso, il Mac non avrebbe mai avuto tutti gli spazi proporzionati o multipli caratteri nel font. E siccome Windows ha copiato il Mac, è come se nessun computer avrebbe mai potuto avere qualcosa del genere. Se io non avessi abbandonato il college e se non avessi poi partecipato a questo corso di calligrafia, i computer non avrebbero mai avuto questo tipo di calligrafia. Chiaramente tutto questo collegamento non mi era chiaro quando frequentavo il college, ma dieci anni più tardi mi fu tutto più incredibilmente chiaro».
Pur non menzionando Robert Palladino, Steve Jobs aveva consultato il prete per la creazione delle prime lettere greche del Mac. In un’intervista al National Catholic Register nel 2012, Palladino ricorda quei momenti in cui il guru occupava diverse ore della sua giornata: «Iniziò a frequentare la mia classe e divenne incredibilmente interessato alla forma delle lettere. Tornò un anno dopo o forse un po’ più tardi dicendomi che era interessato al mio alfabeto greco». Sebbene sia stato praticamente un rivoluzionario per il mondo del computer, Palladino non ne aveva mai usato uno, né ne aveva mai posseduto uno, come racconta il The Times.
Robert J. Palladino è morto all’età di 83 anni nella sua casa in Welches, nell’Oregon, venerdì 26 febbraio, stando a quanto comunicato da suo figlio Eric. Era nato in Albuquerque, nel New Mexico, e si era unito all’ordine dei monaci cistercensi all’età di 17 anni: la sua conoscenza delle forme delle lettere l’aveva approfondita all’abbazia di Our Lady of Guadalupe in Lafayette, nell’Oregon, dove aveva lavorato come scrivano, maestro del coro e rilegatore. Nel 1968 aveva deciso di lasciare l’ordine per unirsi al Reed del professor Lloyd Reynolds per insegnare calligrafia: tra questi studenti, qualche anno più tardi, ci sarebbe stato anche Steve Jobs. I funerali si terranno l’11 marzo alle 11 presso la Cattedrale di Santa Maria a Portland.