Cuffie a conduzione ossea? Le abbiamo provate! – Recensione | VIDEO

Cuffie a conduzione ossea? Queste parole possono fare paura, ma in realtà la conduzione ossea è una nuova tecnologia di trasmissione del suono che nasce per offrire agli utenti, soprattutto agli sportivi, delle cuffie che non isolino totalmente l’ascolto esterno per evitare incidenti. Abbiamo provato le Aftershokz Sportz 3 e i nostri pareri a riguardo sono stati sorprendentemente positivi. Andiamo quindi a scoprire le cuffie, ma soprattutto la tecnologia di conduzione ossea, all’interno della nostra recensione completa!

Raccontarvi una cuffia a parole o in video è un’impresa davvero difficile, ma ancora più difficile è trovare il modo per spiegare la conduzione ossea: nonostante non si tratti di una tecnologia completamente nuova (è in circolazione già da qualche anno) siamo sicuri che molti di voi non ne avevano ancora sentito parlare.

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A differenza delle normali cuffie auricolari, le cuffie a conduzione verranno intanto indossate in modo particolare: non troviamo, infatti, un auricolare vero e proprio da inserire nell’orecchio, ma un “padiglione vibrante” che si andrà ad appoggiare in corrispondenza del tratto interno dell’orecchio. In questo modo non ci verrà preclusa la possibilità di ascoltare il “mondo esterno” ma, al tempo stesso, potremo comunque ascoltare la nostra musica. Ma come funziona tutto ciò? La conduzione ossea si ottiene tramite delle piccole vibrazioni emesse dalle cuffie che andranno a stimolare le ossa del cranio per trasferire l’audio in uscita dalle cuffie. Per questo motivo le cuffie andranno posizionate esattamente tra la tempia e la guancia.

I vantaggi di questa tecnologia sono la possibilità, già analizzata, di non bloccare i suoni esterni, il mantenimento di un buon livello di chiarezza del suono anche in ambienti rumorosi, e possono anche essere usati con la protezione acustica. Ci sono anche degli svantaggi, tra cui segnaliamo una ridotta la larghezza di banda della risposta in frequenza e una ridotta estensione delle tonalità.

 

Chiarito il concetto e il funzionamento della conduzione ossea, passiamo alle Aftershokz Sportz 3.

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Le cuffie sono realizzate con un design piuttosto standard per una cuffia sportiva: troviamo un archetto posteriore che unisce i due padiglioni che si appoggerà delicatamente sul collo senza infastidirci durante l’utilizzo. I padiglioni sono poi studiati per essere anche piuttosto comodi una volta appoggiati in corrispondenza dell’orecchio interno. Questi, una volta accese le cuffie e iniziata la riproduzione, emetteranno delle vibrazioni – di intensità via via maggiore all’aumentare del volume – che andranno a trasferire il suono al nostro orecchio interno tramite la vibrazione delle ossa del cranio.

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Sul cavetto di connessione (che termina con un jack da 3.5mm) troviamo il telecomandino in-line che include, oltre ad una clip per il fissaggio sugli indumenti, il bilanciere del volume, il tasto di accensione (si, le cuffie andranno accese, spente e ricaricate, pur non essendo wireless) e un LED di notifica.

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La qualità dell’ascolto è buona: peccato per un appiattimento generale delle frequenze che dona poca profondità ai brani e per un volume di ascolto che, anche se portato al massimo, risulta comunque bassino. In più, a volume massimo, le vibrazioni emesse dai padiglioni tendono anche a diventare fastidiose nel corso di un ascolto prolungato. Quindi audio ok, ma migliorabile. Dove però queste cuffie ci sono piaciute davvero tanto è nella fase di attività fisica: è effettivamente un’esperienza molto curiosa e piacevole poter ascoltare la propria musica in tutta sicurezza, senza isolarsi dai suoni che ci circondano. In questo modo potremo non solo ascoltare, eventualmente, la voce di altre persone che si allenano con noi, ma anche e soprattutto riconoscere eventuali pericoli (un’auto che suona il clacson, ad esempio) immediatamente. Certo, sarà necessaria un po’ di pazienza per abituarsi a questa tipologia di cuffie, ma se il vostro obiettivo principale è ascoltare musica in sicurezza, allora dovreste davvero considerare l’ipotesi di acquistare una cuffia a conduzione ossea.

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