App Store, l’eco-sistema (aperto) dell’innovazione

Se l’ultima WWDC ha confermato qualcosa, questo è il cambio di rotta di Apple: l’azienda non è più chiusa nel suo eco-sistema, ma anzi si apre sempre di più alle software house terze. Le prove sono tante, e l’App Store continuerà ad essere la fucina delle future innovazioni in campo software.

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Ormai, dire che il sistema Apple è “chiuso” non ha più molto senso, visto che ormai questa apertura sta cominciando effettivamente a prendere forma. Da diverso tempo, l’azienda continua ad aprire diversi elementi della sua piattaforma e questo è il filo conduttore delle strategie finalizzate a migliorare l’esperienza degli utenti.

Apple ha però osservato anche le dure lezioni apprese dalle piattaforme Android e Microsoft, dove l’estrema apertura spesso ha avuto un impatto negativo sull’esperienza del cliente. Impatto in termini di sicurezza, di interfaccia e di operazioni quotidiane, oltre che di bug anche di sistema. Per questo, l’apertura della piattaforma Apple non è a 360 gradi, visto che iOS non permetterà di cambiare interfacce e temi, né potrà essere utilizzato da altri produttori hardware. Tutte le “aperture” volute dall’azienda sono finalizzate soltanto a migliorare l’esperienza finale, senza compromettere altri aspetti del sistema operativo che potremmo definire “meno utili”.

Quello di Apple è un lento cammino verso gli sviluppatori, il cui mercato ha oggi raggiunto una maturità tale che alcune app possono sostituire tranquillamente quelle native. Ed Apple lo sa, non a caso con iOS 10 l’utente potrà nascondere le app di sistema, magari per sostituirle con alternative realizzate da software house terze.

iOS, però, continuerà a rimanere la piattaforma mobile di riferimento e quella con le maggiori innovazioni. Questa affermazione è difficile da contestare, visto che a parlare sono i fatti. Aziende come Google e Microsoft stanno continuando a creare applicazioni fantastiche per iOS. Addirittura, alcune app Google funzionano meglio su iOS che su Android, mentre alcune app Microsoft arrivano prima sulla piattaforma Apple e poi su quella proprietaria. Insomma, i clienti Apple sono considerati un bene prezioso da tutte le aziende, per questo nessuno può far a meno di lanciare un’app solo su Android e non su iOS.

Un altro esempio? La stragrande maggioranza delle nuove start-up finanziate da qualche investitore sono focalizzate su applicazioni e servizi legati ad iOS. Se l’app ha successo di discute se portarla o meno anche su Android, ma salvo rare eccezioni è iOS il mercato più importante, soprattutto per i guadagni. Certo, il mercato non è più semplice come una volta, ma con un buon prodotto e una buona strategia di marketing il risultato è più facile da raggiungere.

Lato utente, iOS rimane la piattaforma nella quale i consumatori possono ottenere il migliore dei mondi possibili. Il meglio di Apple, il meglio di Microsoft, il meglio di Google, il meglio di Amazon e il meglio della comunità di sviluppatori in tutto il mondo. Le migliori app e i migliori servizi saranno sempre disponibili anche su iOS, e questo non si può dire per le altre piattaforme.

Questa posizione di iOS come piattaforma principale per l’innovazione è anche difficile da scalfire e da combattere per la concorrenza. E con iOS 10 le cose andranno sempre meglio, vista la maggiore apertura di Apple su Siri, Messaggi e tanti altri servizi, il tutto senza rinunciare alla sicurezza.

Android continuerà ad avere la quota dominante nel mercato smartphone, ma non sarà la piattaforma in cui trovare le app più interessanti e innovative. Certo, alcune app innovative saranno presenti anche su Android, ma spesso dopo tempo e, in ogni caso, quasi mai in esclusiva.

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