Recensione Cubot Dinosaur: autonomia da vendere a soli 140€ – TEEECH | VIDEO

Non è il primo smartphone Cubot che provo e non è il primo smartphone Cubot che mi soddisfa. Tuttavia questo Cubot Dinosaur… è l’ennesimo Cubot, con tutti i pregi e i difetti già messi in luce da altri smartphone di questa azienda, a cui si aggiunge Android 6.0 e un’autonomia da vero battery-phone. Ma per 140€ ne vale la pena? Scopriamolo insieme!

Partiamo dal design. Cubot Dinosaur non è un rugged phone, ma ci va vicino. Si tratta di un phablet realizzato in plastica che offre uno schermo da 5.5″ con cornici non ottimizzate al meglio. Notevole anche lo spessore, pari a 8.8mm, ma trattandosi di un battery-phone la cosa potrebbe non pesare più di tanto. La maneggevolezza non è assolutamente il suo forte, quindi, ma grazie ad una back cover studiata per migliorare il grip, in mano risulterà piuttosto saldo ed eviterà di scivolare. Dinosaur è anche piuttosto pesantuccio, anche se i suoi 185 grammi risultano comunque ben bilanciati.

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La scocca è rimovibile e da accesso al doppio vano per la microSIM e all’ingresso per la SD che consente di espandere i 16 GB di memoria di partenza (di cui circa 11 a disposizione dell’utente). Rimovibile anche la batteria che è da 4150 mAh.

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Sul fronte troviamo tre tasti a sfioramento nella parte inferiore (menu, home/multitasking e indietro) mentre in alto troviamo la capsula auricolare e la fotocamera secondaria. Sul lato destro troviamo il pulsante di accensione e il bilanciere del volume, in alto è situato il connettore jack e l’ingresso microUSB per la ricarica, scelta molto comoda secondo me. Il lato sinistro è completamente pulito, esattamente come quello inferiore. La back cover è in plastica con una finitura che va a migliorare il grip del telefono in mano. In alto troviamo la fotocamera, accompagnata da un led flash a singolo tono, e in basso lo speaker.

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Piccola assenza, anche se non clamorosa per uno smartphone di questa fascia, è rappresentata dal sensore biometrico. Complessivamente il design è piacevole, non ricercato o premium, ma piacevole. Forse un po’ anonimo, questo si.

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Parlando dell’hardware, lo schermo IPS da 5.5″ è “solo” un HD, ma rende meglio di tanti altri pannelli della stessa categoria grazie ad una luminosità molto buona e ad un ottimo bilanciamento dei colori. Deludono un po’ solo i contrasti. La risposta del touch è veloce e precisa, decisamente al di sopra della media della categoria. Peccato per un trattamento oleorepellente che, se effettivamente presente, risulta di bassa qualità e per una scarsa schermatura dei riflessi. Tuttavia la leggibilità al sole resta ottima.

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A livello di prestazioni Cubot Dinosaur si è comportato davvero benissimo. È incredibile come uno smartphone così economico possa girar bene con una semplice CPU Mediatek 6735A. Probabilmente bisogna dire grazie anche ai 3 GB di RAM integrati, ma nell’esperienza d’uso quotidiana il telefono è andato veramente oltre le aspettative. Nelle prove di gaming ha mostrato invece qualche rallentamento, ma nulla di imperdonabile. Nella media la qualità audio, pregiudicata dal fatto che lo speaker è situato sul retro e viene quasi totalmente coperto quando appoggiamo lo smartphone con lo schermo verso l’alto.

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A livello di connettività lo smartphone supporta la tecnologia WiFi b/g/n, il Bluetooth 4.0, l’OTG e lo standard HotKnot per lo scambio di dati. Veramente poco preciso il GPS. Assenza importante è quella del giroscopio che vi impedirà di giocare a titoli che richiedano questo sensore o di utilizzare lo smartphone con i visori VR.

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A livello software il telefono monta Android in versione 6.0, pochissimo personalizzato da Cubot. Rispetto al passato l’app Impostazioni è stata ora divisa in due sezioni, una con le sole impostazioni generali e l’altra con tutte le impostazioni. Vengono aggiunti, inoltre, cinque menu che permettono di gestire altrettante funzioni: il primo è “Gesture Settings” che consente di attivare le AirGesture, alcune gesture che consentono di eseguire determinate azioni muovendo lo smartphone e una funzionalità per cambiare sfondo scorrendo sullo schermo con due dita. Troviamo poi una funzione “Breathing Light” di cui non ho sinceramente capito il funzionamento, una modalità ad una mano che si applica, però, solo al dealer, la possibilità di programmare accensione e spegnimento nonché una sezione dedicata alla gestione dei profili per la batteria.

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Nel multitasking arriva poi la possibilità di chiudere tutte le app contemporaneamente e la white list per escludere dalla chiusura determinate app. Sempre bruttine le icone standard e sempre presente, purtroppo, il widget di ricerca che non è possibile rimuovere (se non cambiando launcher).

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Delle fotocamere di questo smartphone ha veramente poco senso parlarne. Pertanto sarò veloce: sono da 13 e da 5 megapixel, la qualità è scadente in ogni situazione (di notte la resa è davvero comica) e il fatto che il telefono costi poco non è una giustificazione a questa qualità sotto le aspettative, soprattutto perchè altri competitor hanno dimostrato di saper fare decisamente meglio nello stesso range di mercato. Totalmente negativi anche i video.

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Cubot Dinosaur è un battery-phone, quindi è lecito aspettarsi risultati impressionanti lato batteria. Ed è effettivamente così: con uso intenso, infatti, lo smartphone ci ha portato senza problemi a fine giornata. Con un uso più soft siamo riusciti a completare quasi due giornate di utilizzo senza ricorrere alle modalità di risparmio energetico. Insomma, ottimo davvero.

Cubot Dinosaur è uno smartphone che consiglierei a chi desidera un telefono con una buona autonomia e con prestazioni sufficienti. Peccato solo che sia l’ennesimo Cubot e riconfermi i difetti e le mancanze classiche degli smartphone di questa azienda. Ma ad un prezzo di 140€, tra l’altro ulteriormente scontato in questo momento su Amazon, non si può veramente chiedere di più.

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