Un giudice federale degli Stati Uniti ha stabilito che le denunce internazionali Apple contro Qualcomm possono essere portate avanti anche mentre è in corso il processo negli USA.
In quella che è una lunghissima battaglia legale tra Qualcomm e Apple, il giudice federale Gonzalo Curiel ha dichiarato quanto segue: “Le dichiarazioni di Apple rendono evidente che l’azienda ha cercato di sfidare quelle che sono le pratiche sulle licenze brevettuali operate da Qualcomm, non solo negli Stati Uniti ma anche in Cina, Giappone e Gran Bretagna. Non possiamo quindi accettare la richiesta di Qualcomm di bloccare queste cause internazionali mentre è in corso il processo negli Stati Uniti“.
I legali di Apple si sono detti soddisfatti di questa decisione, visto che permette ad Apple di portare aventi le sue denunce anche in altri paesi, senza dover attendere la conclusione del processo principale negli Stati Uniti.
Ricordiamo che tutto è iniziato con una denuncia da parte di Apple, nella quale si affermava che Qualcomm aveva richiesto pagamenti per royalties di brevetti di cui non deteneva alcun diritto, arrivando a chiedere fino ad 1 miliardo di dollari per assicurare le forniture dei processori baseband degli iPhone. In totale, Qualcomm avrebbe “estorto” ad Apple 1 miliardo di dollari, che ora l’azienda richiede nella querela presentata nei mesi scorsi. Apple accusa Qualcomm anche di aver illecitamente aumentato i prezzi rispetto alla concorrenza, giocando proprio sulle non veritiere – dice Apple – royalties. In pratica, per gli avvocati di Apple, Qualcomm ha usato il suo “potere di monopolio” per non rispettare gli impegni FRAND (quelli che obbligano a concedere alcuni brevetti considerati standard del settore in modo equo, ragionevole e non discriminatorio) , facendo quindi pagare royalties molto più alte. La contro querela presentata da Qualcomm nega queste accuse e parla di semplice volontà dell’azienda di Cupertino di avere minori costi di licenza.