Il senior manager di Adobe Artur Grabowski ha testato per un mese, e in un modo che lui definisce “quasi scientifico”, le app di navigazione Apple Maps, Google Maps e Waze.
Il primo elemento che emerge dal test è che Apple Maps sovrastima i tempi di percorrenza. Questo può aiutare i ritardatari ad arrivare in orario, visto che mediamente, e per lo stesso percorso, i tempi previsti da Apple Maps erano mediamente dell’8% più lunghi rispetto a quelli di Google Maps. I tempi effettivi con Apple Maps, invece, sono stati in media dell’1% più rapidi rispetto a quanto previsto.
“In altre parole, i calcoli di Apple effettuano stime in modo tale che gli utenti arrivino in media al momento previsto o un po ‘prima“, ha commentato Grabowski, “credo si tratti di una funzione voluta, che aiuta l’utente a non arrivare tardi ad un appuntamento”.
E ancora: “Se vuoi arrivare a destinazione più velocemente, usa Google Maps. Se desideri una previsione accurata dalla tua app di navigazione per aiutarti a raggiungere la tua destinazione in tempo, utilizza Apple Maps. Se pensi di arrivare a destinazione rapidamente e vuoi evitare l’ansia dei pendolari, usa Waze.”
Il test è stato effettuato nella Bay Area di San Francisco e in tratte molto utilizzate dai pendolari. Inoltre, Grabowski ha riconosciuto che le aziende cambiano costantemente i loro algoritmi di routing e che i diversi comportamenti di guida possono avere un impatto sui tempi.