“Cancellate il vostro account ed eliminate Facebook dai vostri smartphone“, questo è in breve il pensiero del co-founder di WhatsApp che qualche anno fa ha ricevuto ben 16 miliardi di dollari proprio da Mark Zuckerberg per l’acquisizione della sua app. Il motivo è ovviamente legato al recente scandalo Cambridge Analytica di cui abbiamo parlato qui.
Brian Acton, uno dei due co-fondatori di WhatsApp, è diventato un uomo molto ricco quando, nel 2014, proprio Facebook acquisì la sua azienda per una cifra vicina ai 16 miliardi di dollari. Dal 2017, ha poi deciso di dedicarsi ad altro e di lasciare definitivamente WhatsApp. L’altro co-fondatore Jan Koum continua invece a guidare la compagnia
Dopo lo scandalo Cambridge Analytica emerso in questi giorni, Acton ha scritto su Twitter che è ora di cancellare Facebook e relativi account, aggiungendo l’hashtag #deletefacebook.
Il mese scorso, proprio Acton ha investito 50 milioni di dollari in Signal, una delle app concorrenti di WhatsApp. Sarà un caso?
Ricordiamo che, secondo le accuse, la società inglese Cambridge Analytica avrebbe ottenuto senza autorizzazione diverse informazioni da oltre 50 milioni di profili Facebook utilizzandole poi successivamente per condizionare sia la campagna elettorale americana del 2016, che come ben sappiamo ha visto l’inaspettato trionfo di Donald Trump.
Intanto, in Italia si è già mossa Altroconsumo con una lettera inviata a Facebook con richiesta formale su quali provvedimenti si vogliano adottare per il rispetto dei diritti degli utenti all’informazione sulla destinazione d’uso dei loro dati:
Altroconsumo vuole risposte chiare dalla vicenda Facebook-Cambridge Analytica e si propone come promotore di consapevolezza e garante nel settore, in vista dell’attuazione del Regolamento generale sulla protezione dei dati. I dati sono rilevanti e utili per facilitarci nelle scelte. I dati ci permettono di misurare, di conoscere, di sapere e quindi di scegliere. Sulle piattaforme digitali, attraverso i social e le app condividiamo una serie di informazioni; una parte considerevole di questi dati è prodotta da ognuno di noi: solo un uso consapevole della propria presenza in Rete potrà far avanzare in modo costruttivo l’ecosistema digitale.
Le persone hanno diritto di beneficiare dell’innovazione tecnologica con la giusta tutela e sicurezza, potendone conoscere le potenzialità e partecipando alla costruzione di valore. Un settore in costante crescita e per il quale è importante che l’offerta sul mercato avvenga nella maniera più corretta possibile per il consumatore, senza posizioni di squilibrio contrattuale a suo svantaggio.
I consumatori non rappresentano più il soggetto debole del mercato. Sono uno dei maggiori driver di innovazione e contribuiscono in modo consistente allo sviluppo dell’ecosistema digitale. Ѐ giusto che possano beneficiare di un’economia dei dati personali sostenibile e responsabile, senza mai pregiudicarne i diritti e le libertà fondamentali” conclude Tarantino.
Cosa ne pensate?