Il CEO di Facebook Mark Zuckerberg ha inviato una lettera di scuse per la questione Cambridge Analytica al Congresso degli Stati Uniti, prima delle due udienze previste tra oggi e domani.
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Nella lettera di scuse, Zuckerberg ammette che la sua azienda non ha fatto abbastanza per impedire l’uso improprio dei dati degli utenti: “E’ stato fatto un grosso errore nel non aver attivato soluzioni sufficienti per salvaguardare i nostri utenti“:
Facebook è un’azienda idealista e ottimista. Per gran parte della nostra esistenza, ci siamo concentrati su tutto il bene che le persone che comunicano possono portare agli altri. Quando Facebook è cresciuto, le persone di tutto il mondo hanno avuto a disposizione un nuovo potente strumento per rimanere in contatto con le persone che amano, far sentire la propria voce e costruire comunità e imprese. Proprio di recente, abbiamo visto il movimento #metoo e altre iniziative per i diritti umani organizzate, almeno in parte, su Facebook. Dopo l’uragano Harvey, la gente su Facebook ha raccolto oltre 20 milioni di dollari di aiuti. E oltre 70 milioni di piccole imprese ora usano Facebook per crescere e creare posti di lavoro.
Ma ora è chiaro che non abbiamo fatto abbastanza per impedire che questi strumenti vengano sfruttati anche per utilizzi dannosi. Ciò vale per le fake news, per le interferenze degli stati stranieri nelle elezioni e per i discorsi di incitamento all’odio, così come per gli sviluppatori e la privacy dei dati. Non abbiamo avuto una visione abbastanza ampia della nostra responsabilità, e questo è stato un grosso errore. È stato un mio errore, e mi dispiace. Ho aperto Facebook, lo gestisco e sono responsabile di ciò che accade nell’azienda.
Zuckerberg spiega poi cosa è successo con Cambridge Analytica e delinea le soluzioni che sono state già attuate:
Nel 2015, abbiamo appreso dai giornalisti del The Guardian che Kogan aveva condiviso i dati della sua app con Cambridge Analytica. È contrario alle nostre politiche che gli sviluppatori condividano i dati senza il consenso degli utenti, quindi abbiamo immediatamente eliminato l’app di Kogan dalla nostra piattaforma e abbiamo richiesto che Kogan e le altre realtà a cui ha fornito i dati, inclusa Cambridge Analytica, certificassero formalmente di aver cancellato tutte le acquisizioni improprie di tali dati. Questa operazione di certificazione fu effettivamente portata a termine.
Il mese scorso abbiamo poi appreso che Cambridge Analytica non aveva cancellato i dati come aveva precedentemente certificato. Da quel momento, abbiamo immediatamente vietato loro l’utilizzo di qualsiasi nostro servizio.
Tuttavia, Cambridge Analytica assicura che non ha utilizzato i dati GSR o derivati per influenzare le elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Dai nostri controlli, possiamo dire che questa affermazione è veritiera.
Si parla anche della possibile interferenza russa nelle elezioni USA:
Abbiamo anche appreso di una campagna di disinformazione condotta dalla Internet Research Agency (IRA), un’agenzia russa che ha ripetutamente agito in modo ingannevole e ha cercato di manipolare persone negli Stati Uniti, in Europa e in Russia. Abbiamo trovato circa 470 account e pagine collegate all’IRA, che hanno generato circa 80.000 post su Facebook nell’arco di circa due anni. La nostra stima è che 126 milioni di persone abbiano ricevuto contenuti su Facebook associati all’IRA.
Zuckerberg ha anche chiesto che avere una normativa limitativa in questo settore è molto complesso, perché sono pochi i legislatori che vogliono cimentarsi con materie che coinvolgono questioni tecnologiche molto complesse.
In linea di massima, saranno queste le dichiarazioni che Zuckerberg rilascerà dinanzi al Congresso.
AGGIORNAMENTO
Ecco alcune delle dichiarazioni rilasciate da Zuckerberg dinanzi al Congresso degli Stati Uniti:
- Zuckerberg ha sottolineato che uno dei suoi “più grandi rimpianti” riguarda il modo in cui l’azienda ha gestito l’interferenza russa nelle elezioni presidenziali degli Stati Uniti del 2016, aggiungendo che Facebook è stata “migliore” nel monitorare l’ingerenza in Francia, Germania e nello stato dell’Alabama.
- Nelle note scritte da Zuckerbrg e immortalate da un fotografo, si legge anche una critica a Tim Cook, che in passato aveva a sua volta criticato proprio l’operato del CEO di Facebook: “Ci sono molte storie di app che usano molto male i dati condivisi da Apple, ma non ho mai visto Apple avvisare gli utenti“.
- Un senatore ha chiesto se Zuckerberg ha mai pensato ad una versione a pagamento di Facebook che eviti qualsiasi condivisione di dati: “Questo non è un modello di business sostenibile, perché è diverso da tutto il nostro apparato. E voglio essere chiaro: noi già oggi offriamo un’opzione per evitare la condivisione di qualsiasi dato. Posso però aggiungere che, dai nostri sondaggi, emerge come la maggior parte degli utenti apprezzi avere pubblicità mirate legate ai loro interessi”.
- Zuckerberg ha poi smentito l’accusa rivolta da un altro senatore, che parlava di termini e condizioni fasulle, che nascondono quello che effettivamente fa Facebook con i dati degli utenti.
- Il CEO ha anche smentito le accuse secondo le quali Facebook spia gli utenti sfruttando i microfoni dei dispositivi.
- Zuckerberg ha poi ripetuto quanto scritto nella lettera, ammettendo i tanti errori e chiedendo scusa al Congresso e agli utenti.
Intanto, proprio oggi si è conclusoa Bruxelles l’incontro tra la Direzione delle organizzazioni di consumatori Altroconsumo, Test-Achats, OCU, DecoProteste e Proteste Brasil e i rappresentanti di Facebook. Sulla vicenda Cambridge Analytica e l’utilizzo improprio dei dati c’è stato uno scambio di opinioni aperto, con Facebook che ha mostrato attenzione per i diritti degli utenti e il rispetto del ruolo delle Organizzazioni di consumatori.
Le cinque organizzazioni di consumatori hanno formulato tre richieste a nome del milione e mezzo di consumatori iscritti che rappresentano:
- Un risarcimento congruo per tutti i consumatori colpiti direttamente dallo scandalo Cambridge Analytica
- Un risarcimento per tutti gli altri consumatori che potrebbero essere vittime dell’uso improprio dei dati da parte di altre app che operano sulla piattaforma Facebook, su cui le indagini sono in corso,
- Individuare in sinergia una modalità che possa effettivamente rendere gli utenti unici e soli gestori dei propri dati. Uno strumento necessario che permetta ai consumatori di decidere davvero dove, quando e con chi condividerli, quando smettere di farlo e quando rientrarne in possesso.