Un nuovo report pubblicato da Zack Whittaker su ZDNEt rivela quante poche informazioni raccolga Apple sui propri utenti rispetto a società come Facebook e Google.
Sulla scia del recente scandalo Cambridge Analytica, Whittaker ha deciso di chiedere a Apple una completa informativa su tutti i dati che la società ha raccolto su di lui dal 2010, quando è diventato per la prima utente Apple. L’azienda ha impiegato poco più di una settimana per rispondere con tutti i dati, e Whittaker è rimasto sorpreso da quante poche informazioni fossero state raccolte: il set di dati era formato da una ventina di fogli Excel, per un totale di circa 5 MB.
Esaminando i dati, in poco più di un’ora Whittaker è riuscito ad esaminare tutte le informazioni. Nessuno dei file conteneva informazioni particolarmente sensibili, in quanto tutti erano formati da metadati come orari, date e numeri di persone contattate tramite iMessage o FaceTime.
I file includevano poi dettagli come le informazioni di base sull’account di Whittaker (nome, indirizzo, numero di telefono e ID Apple), la data di quando l’account è stato creato, e l’indirizzo IP del server Apple in cui è stato aperto l’account. File aggiuntivi contenevano record su tutte le volte che un dispositivo si collegava a iCloud, ma erano presenti indicazioni su quali dati fossero effettivamente stati trasferiti durante tali connessioni. Probabilmente le informazioni più riservate contenute nei file sembravano essere quelle relative a tutto ciò che Whittaker ha acquistato da Apple, oltre alle registrazioni dettagliate di ogni dispositivo Apple, inclusi non solo i numeri seriali, ma anche info come gli indirizzi MAC per Bluetooth, Ethernet e connessioni Wi-Fi.
Whittaker osserva che, al contrario, Facebook, Google e Twitter sono state in grado di condividere questi dati molto più velocemente di Apple, ma i file contenevano anche molte più informazioni. Si andava da file di poche centinaia di megabyte, a file di oltre 1 giga, con contenuti molto più sensibili rispetto a quelli ripresi da Apple.