App Store, 10 anni e non sentirli

Il 10 luglio 2008, ad un anno dal lancio del primo iPhone, apriva ufficialmente i battenti l’App Store. Nessuno sapeva se quell’idea avrebbe avuto o meno successo, ma oggi sappiamo tutti come sono andate le cose…

Al lancio, su App Store erano disponibili 500 applicazioni di terze parti installabili su iPhone e iPod Touch. Il 25% di quelle app erano gratuite. C’erano giochi, app di intrattenimento, qualche utility e diverse app dedicate all’istruzione. Nella prima settimana furono scaricate 10 milioni di app. Solo sei mesi dopo, Apple raggiunse il traguardo delle 500 milioni di app scaricate, mentre la miliardesima app è stata scaricata il 23 aprile del 2009.

Oggi, “App Store” è diventato sinonimo di qualsiasi altro servizio simile lanciato dalla concorrenza nel corso degli anni e, malgrado l’idea non fosse proprio originale, ha radicalmente cambiato il modo di distribuire le applicazioni, sia su mobile che su desktop.

Il primo iPhone venne rilasciato nel 2007 con alcune app native, nessuna delle quali realizzata da sviluppatori esterni. Le cose cambiarono un anno dopo, quando Apple decise di aprire le porte agli sviluppatori con OS 2.0 (già, non si chiamava ancora iOS) e di cambiare per sempre un intero settore.

Anche se l’App Store fu lanciato ufficialmente il 10 luglio del 2008, il primo kit di sviluppo era già disponibile dal mese di febbraio. Da allora, l’App Store ha contribuito a velocizzare la diffusione di diverse tecnologie e ha rivoluzionato alcuni ambiti come quello del content streaming, della salute, della geolocalizzazione, dell’e-commerce, ma anche degli incontri online e del modo in cui ci interfacciamo ogni giorno con i nostri smartphone. L’App Store ha anche cambiato la vita di milioni di sviluppatori, che proprio creando app hanno creato aziende  o trovato lavoro.

E pensare che questa “rivoluzione” sarebbe potuta non esserci, o almeno non da parte di Apple. Almeno inizialmente, infatti, Steve Jobs era restio all’idea di un App Store aperto a sviluppatori terzi. Aveva paura che l’esperienza utente ne risentisse e non voleva “sporcare” il sistema operativo dell’iPhone con applicazioni non create da Apple o da suoi partner. Un iPhone senza App Store, ve lo immaginate?

Per Steve Jobs bastavano le webapp, che potevano essere create tramite un apposita piattaforma pensata per Safari.

Insomma, le webapp, insieme alle app realizzate da Apple e presenti sul primo iPhone potevano bastare: Mail, Safari, iTunes, Foto, Messaggi, Voicemail, Meteo, Fotocamera, Calendario, Orologio. Stop.

“L’intero engine di Safari è all’interno di iPhone“, dichiarò Jobs alla WWDC nel 2007. “E così, puoi scrivere incredibili applicazioni Web 2.0 e Ajax che sembrano esattamente e si comportano esattamente come le app su iPhone. E queste app possono integrarsi perfettamente con i servizi su iPhone: possono effettuare una chiamata, possono inviare un’email, possono cercare una posizione su Google Maps e indovinate cosa? Non c’è un SDK di cui avete bisogno! “

Queste affermazioni non entusiasmarono gli sviluppatori presenti, che si aspettavano ben altro.  Fortunatamente, dopo qualche mese, Steve Jobs capì che mantenere le sole app native non era sostenibile sul lungo periodo: nell’ottobre del 2007, Apple annunciò che avrebbe rilasciato un SDK per consentire a sviluppatori terzi di creare app per iPhone e iPod touch.

In una nota pubblicata ad ottobre, Steve Jobs scriveva quanto segue:

Lasciatemelo dire: vogliamo le applicazioni native di terze parti su iPhone e abbiamo in programma di rilasciare un SDK a febbraio. Siamo entusiasti di creare una vibrante community di sviluppatori di terze parti su iPhone e di offrire centinaia di nuove app ai nostri utenti. Pochi mesi di pazienza verranno premiati da molti anni di ottime applicazioni di terze parti, che saranno eseguite in modo sicuro e affidabile su iPhone.

L’SDK è stato ufficialmente rilasciato il 6 marzo 2008. Meno di una settimana dopo, Apple annunciò che l’SDK era stato scaricato più di 100.000 volte nei primi quattro giorni. Come dimenticare i mitici Labyrinth o Monkey Ball?

Quando venne rilasciato il 10 luglio dello stesso anno, l’App Store fu subito un successo anche perché era facile da utilizzare anche dagli utenti meno esperti di tecnologia. E solo un anno dopo, Apple lanciò la campagna “c’è un’app per tutto“.

Dopo pochi mesi dal lancio, infatti, l’App Store aveva già cambiato la vita di milioni di utenti in tutto il mondo, grazie ad applicazioni per il fitnss, ai giochi, alle app di navigazione satellitare, alle app per la lettura dei libri, a quelle dedicate all’e-commerce e tanto altro. Arrivò la rivoluzione dello streaming con Spotify e Netflix, ma anche app come Tinder hanno contribuito a cambiare la cultura degli ultimi anni.

Per non parlare dei miliardi di dollari guadagnati dagli sviluppatori, visto che l’App Store ha creato centinaia di migliaia di posti di lavoro e tantissime aziende che non sarebbero mai nate.

E la storia continua…

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