Alla domanda “cosa farà in Apple John Giannandrea, ex responsabile ricerca e AI in Google?” c’è solo una riposta certa: “molto“. Soprattutto per migliorare Siri.
Secondo The Verge, John Giannandrea, da poco assunto in Apple come nuovo responsabile Machine Learning e AI, riuscirà davvero a migliorare sensibilmente Siri già nei prossimi mesi.
Il suo ruolo sarà quello di supervisionare il team che si occupa dei due più importanti prodotti di IA su cui lavora Apple: Core ML e Siri. Core ML è il framework di apprendimento automatico pensato per le app di terze parti e aiuta gli sviluppatori a gestire in modo più semplice gli strumenti di intelligenza artificiale su iPhone.
Guardando la storia del nuovo responsabile AI di Apple, è facile cogliere alcuni temi ricorrenti. Di volta in volta, Giannandrea ha lavorato su tecnologie che prevedono l’elaborazione di parlato e testo per fornire informazioni utili agli utenti. Insomma, qualcosa di molto utile per Siri.
Uno dei primi ruoli ricoperti da Giannandrea era in una startup chiamata TellMe, che gestiva una linea telefonica che utilizzava il riconoscimento vocale per rispondere alle domande degli utenti sul mercato azionario e il meteo.
Successivamente, ha co-fondato una società chiamata Metaweb Technologies, che si proponeva come “database delle conoscenze del mondo“. Google ha acquistato Metaweb nel 2010 e ha integrato la sua tecnologia nel Knowledge Graph, i riquadri di informazioni che compaiono quando fai una domanda specifica su Google come “quanti anni ha Tim Cook?“. Dal 2015, questi riquadri rispondono a circa un terzo di tutte le query di ricerca su Google. Giannandrea ha anche lavorato su RankBrain, che aiuta Google a rispondere a query di ricerca mai utilizzate prima, e Smart Reply, che suggerisce risposte automatiche a email e testi.
A grandi linee, tutti questi lavori rientrano nella categoria del “natural language understanding” o NLU, un sotto-campo dell’intelligenza artificiale incentrato interamente sul far capire al computer il linguaggio naturale degli esseri umani.
Tutto questo si collega perfettamente a Siri. Per certi versi, Siri è solo una segreteria telefonica. Quando lo usiamo, stiamo cercando di recuperare informazioni (che tempo fa domani?) o eseguire un comando (ricordami di chiamare Giovanni). In entrambi i casi, viene richiesto al computer di capire cosa vogliamo e come ottenere ciò di cui abbiamo bisogno.
Da questo punto di vista, Siri è ancora molto indietro rispetto ad Alexa e Google Assistant. E dare al computer la capacità di riordinare informazioni con la stessa attitudine di un essere umano è una competenza fondamentale dell’AI. Ed è qui che entra in gioco Giannandrea. A detta di tutti, lui è estremamente bravo nel gestire i pilastri dell’intelligenza artificiale contemporanea: fornire risposte migliori alle domande che proponiamo, permetterci di chiedere nuovi tipi di domande, consentirci di interrogare nuovi tipi di dati (ad esempio audio, immagini e video, nonché parole e numeri).
In una intervista del 2017, Giannandrea chiamava l’NLU il “santo graal dell’intelligenza artificiale“, parlando anche della sua ammirazione per Douglas Engelbart, un inventore che, negli anni ’60, sviluppò molte tecnologie fondamentali che ancora oggi utilizziamo, come mouse e ipertesto. Il principio guida di Engelbart era sviluppare tecnologia che “aumentassero l’intelligenza umana“.
Siri è ancora oggi molto limitato, ma le potenzialità sono enormi. Apple sa che bisogna affidarsi ai migliori e Giannandrea è il migliore nel suo campo. La tecnologia è fatta dagli uomini e non nasce dal nulla. Per questo, la scelta di Apple potrebbe davvero essere la chiave per un Siri migliore.