Emergono nuovi dettagli sui problemi che Apple sta affrontando con il suo AirPower, il pad di ricarica wireless presentato un anno fa e di cui si sono perse le tracce anche sul sito ufficiale.
Sonny Dickson ha pubblicato un report che descrive tre diversi problemi che hanno impedito ad Apple di portare sul mercato il caricatore AirPower.
Citando fonti vicine agli ambienti Apple, Dickson afferma che il primo problema è quello del surriscaldamento. Il pad produce troppo calore e questo influisce negativamente sulla velocità di ricarica dei dispositivi poggiati sulla superficie. Inoltre, il calore va a sovraccaricare il chip presente all’interno dell’AirPower, necessario a gestire la versione ridotta di iOS presente nel dispositivo.
Il secondo problema riguarda proprio il software di comunicazione che serve all’AirPower per interagire con l’iPhone. Tale software viene definito “buggato”, soprattutto per quanto riguarda il trasferimento dei dati di carica dei vari dispositivi. Una delle funzioni più interessanti dell’AirPower è proprio quella che consente all’utente di leggere sul proprio iPhone lo stato di ricarica del dispositivi che si trovano sul pad.
Il terzo problema è di tipo strutturale. L’AirPower consente di ricaricare fino a tre dispositivi alla volta, senza che l’utente debba preoccuparsi della loro posizione sul tappetino. Tutto questo è reso possibile dalla presenza di varie bobine (dalle 21 alle 24) di diverse dimensioni. Un numero così alto di bobine ha provocato però una serie di problemi di interferenza tra le stesse, riducendo l’efficienza di carica e causando calore in eccesso.
Dickson non sa se il progetto è stato definitivamente abbandonato da Apple, ma molto probabilmente l’azienda ha del tutto abbandonato il vecchio progetto per iniziare da zero. E’ quindi probabile che un AirPower totalmente diverso nella struttura interna sarà lanciato solo nella seconda metà del 2019.
Di sicuro, però, si tratta di un vero e proprio flop e ci si chiede come mai Apple abbia deciso di presentare al pubblico un prodotto non ancora pronto. Eccesso di ottimismo o gravi carenze nei processi di test prima del presunto lancio?